Capitolo 1

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Dopo avere finito il romanzo giallo che mi aveva preso due giorni prima, decido di alzarmi dal divano e di uscire a fare la spesa.
Come tutti sappiamo, il frigorifero non si riempie da solo e noi umani abbiamo bisogno di nutrimento.
Lavoro part-time in un bar di solito il pomeriggio e la sera, mentre alla mattina, la maggior parte delle volte seguo l'Università di medicina, devo percorre circa venti chilometri ogni mattina per arrivarci, nella capitale dell'Oregon, nel mio paesino non ci sono Università così grandi.
Vivo da sola, in una villetta non troppo grande che posso permettermi nel vialetto principale della piccola cittadina.
Non so chi siano i miei genitori, so solo che all'età di due mesi sono stata lasciata davanti alla casa di una coppia di sposi sessantenni che desideravano da una vita un figlio, così si sono presi cura di me e ora vivono pochi isolati vicino.
Dopo avere preso tutto il necessario per fare o meglio provare a fare una torta al cioccolato torno a casa.
Il mio gatto Mr. Cuddle come sempre mi aspetta davanti al corridoio, la coda che si muove lentamente da destra a sinistra e gli occhioni verdi che mi fissano.
Appoggio le borse della spesa sul piano della cucina e inizio a prepare.
<<Non guardarmi così Mr. Cuddle, questa volta la torta mi riuscirà>> dico quando inizio a mischiare i composti e vedo il mio gatto fissarmi con disappunto.
Lui emette un leggero miagolio e si struscia leggermente sul mio braccio.
Dopo avere infornato la torta mi lascio cadere stanca sul divano guardando il telegiornale, sono quasi le cinque di pomeriggio e il cielo è ancora luminoso.
Al termine del timer tiro fuori la torta, la guardo con disappunto mentre io e Mr. Cuddle fissiamo il fumo e la puzza di bruciato che esce da essa.
Il gatto miagola, come per dire "te l'avevo detto"
<<Cosa ho sbagliato ora?!>> impreco lanciando lo straccio non so dove nella cucina.
Come se non bastasse inizia a suonare l'allarme antincendio, con un suono assordante e ripetitivo.
Dopo avere pulito tutto e buttato la torta sono già le otto, non ho voglia di cucinare ancora, così chiamo per una pizza, arriverà in venti minuti.
Durante l'attesa accarezzo Mr. Cuddle che sta seduto sulle mie gambe sul divano.
Poi il campanello suona
<<Si mangia>> esordisco felice andando verso la porta.
Apro la porta e mi ritrovo davanti un uomo con i capelli castani, tendenti al nero e gli occhi azzurro cielo con in mano una pizza
<<Hey>> dico
<<Oh, mi sono dimenticata i soldi, puoi appoggiare la pizza sul bancone della cucina>> dico indicandogli il fondo del corridoio, l'uomo, sui trent'anni fa un leggero sorriso e entra in casa, mentre io vado al piano di sopra per prendere i soldi.
Ritorno giù e trovo l'uomo guardare fuori dalla finestra con sguardo attento, poi nota che sono arrivata.
<<Ecco>> dico appoggiando i soldi sul bancone della cucina e indietreggiando verso un cassetto.
Lui si avvicina, ignora i soldi, la pizza è dimenticata sul bancone poco distante.
<<Tu non sei l'uomo della pizza>> concludo deglutendo e prendendo la prima cosa che mi capita dal cassetto dietro di me senza girarmi.
<<No>> dice lui tranquillo, sento il miagolio di Mr. Cuddle e sento lui strofinarsi sul mio polpaccio, punto l'oggetto che ho preso contro l'uomo.
Noto solo ora che è una frusta per girare di solito gli impasti, l'uomo fissa l'utensile leggermente divertito
<<Mr. Cuddle stai dietro di me>> sussurro al mio gatto, lui come se non mi avesse sentito va verso lo sconosciuto e si struscia sulla sua gamba, gli gira intorno alle gambe e miagola
<<Ma dai>> borbotto restando concentrata sull'intruso
<<Chi sei?>> domando non abbassando l'utensile
<<Hai intenzione di usarlo contro di me?>> domanda l'uomo con voce profonda guardandomi negli occhi, alzo un sopracciglio.
L'uomo indossa un completo nero, dei jeans neri e degli anfibi dello stesso colore, indossa una giacca di pelle chiusa con una cintura, sul viso un leggero accenno di barba, noto che alla fine del braccio sinistro non ha una mano normale ma bensì una mano di metallo nero e oro.
<<Chi sei e cosa vuoi da me?>> domando ancora, apre la bocca per parlare, sento una voce attutita, l'uomo avvicina la mano destra all'orecchio per ascoltare qualcosa
<<Non c'è più tempo, si stanno avvicinando. Dobbiamo andare. Ora>> dice la voce dell'uomo nell'auricolare che ha dentro l'orecchio
<<Devi venire con me>> dice l'uomo avvicinandosi, io alzo ancora l'utensile
<<Sei pazzo per caso?>> domando scettica
<<Senti, non c'è tempo. Sei in pericolo>> continua l'uomo, io resto in silenzio immobile, non mi fido certo di un estraneo
<<Sono un agente dello S.H.I.E.L.D., devi venire con me>> ripete l'uomo
<<Assolutamente no>> dico semplicemente, l'uomo sbuffa e inizia ad andare al piano di sopra, io lo seguo.
Entra nella mia stanza da letto, non di certo in ordine, nota una borsa abbastanza grossa e inizia a riempirla con i miei vestiti sparsi
<<Cosa stai facendo?>> domando
<<Sei in pericolo>> ripete lui continuando a mettere vestiti nella borsa
<<Io non mi muovo da qui>> ripeto iniziando a togliere i vestiti dalla borsa in cui li stava riponendo disordinatamente.
L'uomo si ferma di scatto e mi guarda, i capelli corti, tagliati da poco gli contornano il viso alla perfezione, gli occhi glaciali non hanno un minimo di paura ne pazienza e vedo anche una leggera irritazione.
<<Non ho tempo da perdere. Sto cercando di salvarti la vita, devi venire con me se vuoi vivere>> continua rimettendo nella borsa i vestiti.
<<Buck, siamo fuori tempo>> dice ancora l'uomo all'auricolare, mentre io mi preparo, se questo qui dice la verità, sarà meglio seguirlo, ma non sono sicura.
<<Arriviamo>> dice l'uomo chiudendo la borsa e mettendola in spalla.
Sento uno sparo e un secondo dopo l'uomo si è lanciato verso di me e entrambi siamo caduti a terra, l'uno sopra l'altra.
Ancora spari, l'uomo alza leggermente la testa e guarda fuori dalla finestra.
<<Merda>> dice tirando fuori una pistola
<<Ora ci credi?>> domanda sarcastico sparando e così frantumando definitivamente il vetro della mia finestra, annuisco energicamente
<<Avanti andiamo>> dice prendendomi con la mano sinistra, mentre con l'altra inizia a sparare.
Scendiamo velocemente dalle scale e ci ripariamo dietro al muro del corridoio, la porta d'ingresso è bloccata, infatti poi attraversiamo la cucina.
<<Dietro al divano>> grida, così faccio, mi nascondo li dietro.
Diversi uomini entrano nella casa, saranno almeno sette, non uscirò viva da qui.
L'uomo che mi ha salvata inizia a combattere, a mani nude, con un coltello o con una pistola.
Mr. Cuddle miagola e viene fino a me, io lo stringo
<<Oh, grazie a dio sei vivo Mr. Cuddle>> sussurro stringendolo forte, il pelo è leggermente coperto di polvere, ma sta bene.
Mi giro ancora a vedere l'uomo e lo vedo impegnato a combattere, usa principalmente il braccio sinistro, capisco che è un braccio metallico.
<<Ti prego, voglio vivere una bellissima e lunga vita>> sussurro girandomi e trovandomi davanti un altro uomo.
<<Cazzo>> dico, poi degli spari e l'uomo è a terra.
Buck, come credo si chiami viene verso di me
<<Tutto bene?>> chiede e io annuisco non trovando parole, mi fa alzare e prendendo da terra la borsa mi conduce velocemente fuori dalla casa.
Mr. Cuddle è stretto tra le mie braccia, noto una macchina nera, più un suv, l'uomo si mette alla guida mettendo la borsa nei sedili posteriori e io mi metto al posto del passeggero appoggiando il gatto sulle gambe.
L'uomo parte a tutta velocità non appena ho chiuso lo sportello.

The Elementary Witch || Bucky Barnes Donde viven las historias. Descúbrelo ahora