31. When a kingdom falls

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La truppa inglese impiegò tre giorni a raggiungere i pressi di Castle Odessa.

Ogni passo, ogni singolo istante che passava, portava Annis più vicina alla sua prigione. All'alba del terzo giorno, quando i soldati ripresero a muoversi verso la corte, lei si destò con un orribile presagio che le stringeva il petto.

Aveva impiegato alcuni minuti ad alzarsi dalla brandina che Marcel le aveva offerto, accettando di dormire fuori insieme ad alcuni dei suoi sottoposti per lasciarle un po' di privacy.

Quella notte non aveva avuto incubi. Aveva dormito forse troppo bene. Perché? Perché era stata risparmiata? Il sudore freddo le colava sulla pelle, tra i capelli, sulla fronte. All'apparire del timido sole a Est, si rimosse i guanti e affondò le mani in un secchio d'acqua, per poi lavarsi bene il viso. Quando allontanò le braccia e mise a fuoco le dita, però, osservò con un tremore l'anulare sinistro. Quel maledetto anello, la fede che portava il nome di Clovis, era più doloroso di un marchio impresso a fuoco sulla pelle. Quando era da sola, provava sempre a toglierlo. Aveva tentato qualsiasi metodo, anche immergendo le dita nell'acqua, ma non funzionava. Quando udì la voce di Marcel sulla porta, venuto fin lì per chiederle forse se fosse pronta alla partenza, si infilò di nuovo i guanti in tutta fretta, non curandosi neppure di asciugare le mani prima di coprirle.

Ora, mentre attraversava il bosco in sella alla cavalla che la truppa le aveva affidato, non cavalcava più accanto a Marcel, che occupava uno dei posti tra le prime file. Le aveva chiesto di rimanere indietro, con le infermiere, così che non corresse troppi pericoli.

Eppure, quando osservò le punte dei cancelli scuri della reggia apparire oltre le fronde degli alberi, e le torri del palazzo antico stagliarsi contro il cielo ora bigio, comprese che non sarebbe stata al sicuro neppure lì. E che, pertanto, non valeva la pena rimanere al fianco delle infermiere. Se Clovis avesse voluto farle del male, ci sarebbe riuscito anche se lei fosse trovata in capo al mondo. E lei era stanca di nascondersi e di farlo sentire potente. Era stanca di essere costretta a guardare mentre gli altri, e lei stessa, subivano le sue angherie.

Così, quando la truppa arrestò il cammino a poca distanza dai cancelli, che stavano per essere spalancati con la forza, tirò le redini della cavalla e la costrinse a fermarsi. Sotto gli occhi sconvolti delle altre donne, balzò a terra sentendo un lieve dolore alle caviglie e sollevò la gonna dall'erba fredda con le mani, alzando il cappuccio del mantello sulla testa e prendendo a farsi strada tra i soldati, sempre più agitati perché sapevano benissimo di essere arrivati al capolinea. La guerra terminava lì, quel giorno. Non c'erano altre possibilità.

E, mentre si faceva quanto più piccola possibile e mormorava scuse appena accennate, infilandosi nella folla e raggiungendo le prime file, sapeva benissimo che Henrietta, al suo posto, avrebbe fatto la stessa cosa. Anche se era mattina, e Kristian non poteva fare nulla per aiutarla. Lei avrebbe comunque affrontato Clovis.

Il gruppo si mosse di nuovo, e le infermiere rimasero fuori dai cancelli per il momento. Non era sicuro avanzare e tentare di ritrovarsi sotto il fuoco nemico.

Castle Odessa era deserta - sembrava che i servitori fossero fuggiti, o che si fossero rintanati all'interno. I giardini erano vuoti, il roseto in lontananza, una volta brillante, non era che una macchia di rosso scuro che macchiava la distesa d'erba grigiastra sotto le nuvole che coprivano il cielo mattutino.

Annis era pronta a giurare che almeno uno degli uomini northshiriani mandati a seguirla, a ucciderla se necessario, fosse sopravvissuto all'improvviso attacco della truppa inglese del Generale Byron e avesse fatto ritorno alla corte prima di loro, per avvisare il re della situazione.

Poteva sentirlo nell'aria, percependo la tensione. Clovis sapeva che gli inglesi erano venuti a prenderlo, a reclamare la sua corona e le sue terre, a strappargli via il potere, suo unico vero amore. E sapeva anche che Annis era con loro.

Il Dodicesimo RintoccoWhere stories live. Discover now