"Come va, ragazzo?" chiese Tom, il capomastro.
"Bene, grazie mille" rispose Fede, mentre dava un colpo ad un blocco di pietra. Aveva le mani coperte di ferite e terriccio, e gli facevano anche piuttosto male, ma era così contento di aver trovato un buon lavoro che praticamente non ci faceva caso.
"Dovresti disinfettarle, quelle ferite, ragazzo" disse Tom. "Guarda che può essere pericoloso."
"Lo farò, ma prima voglio portare a termine il lavoro" disse Fede.
"Ma anche quando fai il lavoro dei ricconi sei così stacanovista?" chiese un ragazzo lì vicino. Fede aveva visto che nello zaino dove teneva una borraccia, portava anche dei libri.
"Sì, però quello è più brutto... perché devo indossare una maschera di ghiaccio" rispose lui. "E tu? Anche tu sei così ligio?"
"Io?" chiese il ragazzo, leggermente intimidito.
"Ti avvicini un attimo?" chiese il giovane, continuando a spaccare pietre.
L'altro si avvicinò, trascinandosi dietro il suo lavoro. Alcuni tra gli operai erano piuttosto contrari al fatto di studiare.
"Come t ichiami?" chiese a bassa voce Fede.
"Miguel" rispose il ragazzo.
"Cosa studi?" chiese, sempre sottovoce, Fede.
"Io... io studio al liceo musicale, di giorno... sono all'ultimo anno" rispose Miguel.
"Anch'io lo facevo... poi per l'università ho dovuto cambiare strada" rispose Fede. "Se vuoi ti posso aiutare... non molto, ma qualcosa mi ricordo."
"Sarebbe fantastico, ma come farai? Hai una famiglia, a casa."
"Ho paura che con la mia famiglia non ci vedremo molto spesso." sospirò lui. "Durante il giorno, dico."
Infatti, la ricca possidente da cui Franco aveva portato Flor, prese a squadrarla da capo a piedi.
"Hai già fatto la cameriera, prima?" chiese.
"Sì... sì, signora. A casa Fritzenwalden" rispose Flor.
"E dimmi: quanto tempo sei disposta a lavorare?"
"Non so, mi dica lei..."
"Bene... allora dalle quattro del pomeriggio alle dieci di sera dovrai tenerti libera."
"Sì, d'accordo" rispose la ragazza, tranquillamente.
"E fai sparire quella bicicletta. Nel mio giardino non ce la voglio, ragazzina!"
"Ma... ma io non ho la macchina... casa sua è piuttosto lontana, signora... mi serve per arrivarci, la mia bicicletta."
"Non voglio quella porcheria nel mio giardino! Comincerai domani, e verrai con questa" disse la donna, lanciandole addosso un'uniforme tutta consumata.
"Va bene, ho capito" disse la ragazza. "Grazie."
Lei e Franco si allontanarono velocemente da quella casa. Era tutta sporca, e la signora in realtà non era da meno. Aveva un ciuffo tutto scomposto e piuttosto unto e il viso incrostato... e Franco si guardava bene dall'avvicinarla e quando lo faceva, cominciava a fare delle malcelate smorfie.
"Come farai con la bici, Flor?" chiese Franco, uscendo dalla casa.
"Beh, magari... magari io... potrei chiedere il favore a tuo fratello... al mio Fede... cioè, hai capito, se posso mettere la bici nel parcheggio qua vicino, quello dell'ufficio..."
"Ma sì, hai ragione. Dubito che te lo negherà" disse Franco, e i due tornarono a casa.
Si erano da poco messi a tavola, e Flor stava mettendo da parte il meglio per il suo Fede, quando sentì scattare la serratura della porta di servizio e lo vide, tutto coperto di terra, con ferite sulle braccia e anche sul volto
"Oh santo cielo! Amore, che ti è successo?" chiese, correndogli incontro.
"Attenta, Flor... stai indietro o ti sporcherai tutta" le disse ,sorridendo, il giovane.
"Ma che hai fatto? Ti hanno fatto qualcosa? Che è successo?" chiese agitata la ragazza.
"Ma niente, tranquilla. Ehi, ragazzi: mi lancereste un giornale già letto, per favore?"
Thomas, un po' stupito, glielo lanciò. Il giovane strappò un paio di pagine e le mise per terra, per evitare d'imbrattare il pavimento. Si assicurò di camminare su quelle, per raggiungere il bagno più vicino.
"Flor... che succede, tesoro?" domandò Titina.
"Io... io devo andare a vedere" disse Flor, preoccupata. Si avvicinò alla porta del bagno e vide che il suo Fede riempiva una bacinella d'acqua calda e v'immergeva la maglia della tuta da lavoro. Intanto prese dell'acqua ossigenata e si bagnò prima le braccia con acqua fredda, poi con quella ossigenata. Ogni tanto gli sfuggiva qualche piccolo gemito, mentre scrostava dalla pelle il sangue rappreso. Flor corse dentro e vedendolo così, che si curava le ferite, da solo, e tutto coperto di terra, scoppiò a piangere.
"Ehi... tesoro, che ti prende?"
"Sono stata una stupida, signor Freezer... ecco cosa mi prende! Ti ho detto tante volte che sei un vigliacco, un ghiacciolo, e... e adesso... ti vedo rimboccarti le maniche, andare a cercare un lavoro e tornare così, tutto coperto di ferite... ti prego, perdonami!"
"Flor, guardami... ehi! Va tutto bene, davvero." disse lui, continuando a premere sulle ferite con l'ovatta, ma guardando verso la direzione della sua ragazza. "Guarda che ti ho dato ragione, alcune volte... sul ghiacciolo, dico... non te ne devi fare una colpa... ti ricordi di quando ti ho detto che... che le persone hanno più doveri che diritti?"
"Sì, me lo ricordo" rispose Flor, a mezza voce.
"Mi sono sbagliato. Io ho avuto il diritto di amare un angelo come te... di tornare qui per stare con te, con i miei ragazzi, di avere sei figli meravigliosi... e l'unico sacrificio che mi è stato chiesto, è stato il denaro... cercarmi un lavoro per pagare le bollette ,fare la spesa... e questo va bene."
"La-lascia che ti aiuti" balbettò Flor.
"A fare che?" chiese lui.
"A curarti le ferite, amore... l-lascia che ti aiuti, ti prego..."
"Va bene... ma non perché tu sia in debito con me... perché mi fido di te."
Fede appoggiò la mano destra sul bordo del lavandino. Flor gli passò l'acqua ossigenata sulle ferite, cercando di essere il più delicata possibile, e le compresse con l'ovatta... poi gli asciugò i tagli con un asciugamano di lino, perché i lembi di pelle non si strappassero di nuovo.
"Ti amo, principe azzurro" disse piano Flor, mentre altre lacrime le scendevano lungo le guance.
"Anch'io, Floricienta. Ma ora non fare così, ti prego. Ti giuro che non è colpa tua. A proposito... non è così male fare l'operaio, sai? Però dovrò far finta di niente, domani... portami tanta fortuna, piccola Flor..."
"Sì... sì che ti porterò fortuna." rispose Flor. "Chiederò alle mie fatine... di vegliare su di te... lo giuro!"
"Loro lo stanno già facendo, piccola mia" le disse lui, accarezzandole il viso con la mano appena curata... ma solo con le punte delle dita, per non graffiarla con i cerotti.
Una volta finito, Flor lasciò da solo il giovane, perché potesse cambiarsi. Sapeva che si era sentito in imbarazzo, a stare a torso nudo, e non era una condizione che voleva prolungare.
Si rifugiò in camera sua, e stavolta fu Alberto a raggiungerla.
"Flor... tesoro mio, che cos'hai?" chiese premuroso.
"Sono stata una stupida, papà!"
"Perché, amore mio? Che è successo?"
"Il mio principe... ha cercato un altro lavoro... un lavoro che è molto lontano da quello che... che fa di solito, capisci? E non ha avuto paura... ma io l'ho chiamato codardo, tante volte... ed è stato così buono con me, prima... però io l'ho chiamato Freezer congelato... sono stata una scema, per tutto questo tempo, capisci?"
"Tesoro, non lo conoscevi. Lui non si era trovato in una situazione così insolita per lui e tu non avevi visto cos'è capace di fare."
"E... e ho giudicato male anche te, papà."
"Ma neanche mi conoscevi, piccola. Per quanto ne potevi sapere, ti avevo abbandonata... è normale che tu ce l'avessi con me... e poi la colpa è stata della... di Marialaura."
Flor rimase lì, ferma, incerta.
"Fatti abbracciare, piccola" disse Alberto. "Sei una mamma meravigliosa, una figlia eccezionale, una moglie dolcissima... sei una donna fantastica... proprio come lo è la tua mamma."
"Anche tu la senti come se fosse qui?" chiese Flor.
"La sento sempre vicina, piccola. Sempre con me. A volte mi sembra di sentire la sua risata, mentre scende le scale... attraverso te... mi sembra di toccarla, abbracciando te. Forse... forse perché un po' di lei è in te e anche... nella tua bambina... Margarita..."
E finalmente Flor sorrise, sentendosi decisamente sollevata. Anche lei, nell'abbraccio di suo padre, sentiva la presenza di sua madre, nei versetti della sua bambina, specie se rideva, sentiva la voce di sua madre... e forse era proprio quello di cui aveva bisogno, in quel momento.
Tutto stava ricominciando da zero. Ricominciavano tutti, come poveri in denaro e ricchi in valori morali, unione familiare, gioia di vivere... e finalmente Flor ebbe la sensazione che si stesse avvicinando, quel tanto sospirato finale felice.

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Flor 2: l'Amore oltre la Vita ||Fedecienta||
FanfictionA Fede viene concesso di tornare sulla Terra, ma dovrà superare alcune prove. La prima ad incontrarlo sarà Flor, attraverso una visione. Infatti l'incontro con Fede della prima serie non sarà l'ultimo. Dopo il ritorno, poiché le leggi della natura s...