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Isabellahernandez' story
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Visto da Danielricciardo, Landonorris e altri 48mila
Gaia' POV «Basta! Io non mi sposo più!» Esco di botto dalla camera in cui Isabella e Carmen mi stavano truccando, esasperata e con le mani che fremono per strapparmi i capelli ad uno ad uno.
Ho un vuoto nello stomaco che mi sta uccidendo, i crampi che si intensificano per colpa dell'ansia e i nervi a fior di pelle. Dovrebbe essere il giorno più bello della mia vita ed è cominciato come un incubo, e sono ancora le cinque.
«Gaia non dire cazzate e vieni a farti i capelli.» Mi stronca Victoria, che in quanto mia testimone ha il compito di tenere a freno il mio istinto e impedirmi di fare cazzate prima di aver indossato la fede.
«Ma non ci penso proprio.» Piombo al centro della stanza nella più totale confusione. «Qualcuno chiami Charles e gli dica che rimandiamo tutto, altrimenti potrei morire d'infarto.» Piagnucolo.
«PORTA IL CULO SU QUELLA SEDIA E FA' SILENZIO.» Sbraita isterica Caterina occupata da diversi minuti a tentare di capire come dividere i vestiti delle damigelle secondo la taglia, visto che ha perso tutti i cartellini.
Victoria mi afferra per le spalle e in uno scatto fulmineo mi fa mettere a sedere sulla poltroncina girevole di fronte a sé per poi cominciare a pettinare i miei capelli decisamente con poco garbo.
«Vic! Piano cazzo, così me li strappi!»
«Non dire parolacce che ti sei cresimata ieri, porca puttana.» Tuona mia sorella, facendo ridacchiare le altre due.
Mi lascio andare con le spalle contro lo schienale facendo imprecare Victoria che trovandosi quasi a metà dell'opera per il mio gesto brusco deve ricominciare tutto da capo.
Mi porto una mano alla fronte, «Sono così nervosa che mi viene da piangere.»
Sentendo quanto detto Carmen fa capolino da dietro il separè, tutta rossa in viso e con i vestiti ancora fra le mani, «Tu provaci e ti rimetto il fard a suon di schiaffi.»
«Carmen io neanche so cos'è il fard.»
«Per questo non si può rimediare, ma per la tua sanità mentale la piastra in testa potrebbe essere d'aiuto.» Ribatte la bionda che dietro di me brandisce l'oggetto surriscaldato come fosse la più pericolosa delle armi, e ho paura che in mano sua potrebbe diventarlo.
Alzo un dito puntandolo contro la mia parrucchiera nonché futuro sicario personale, «Victoria bruciami la punta di un capello e ti faccio perdere la capacità di farti mettere incinta da mio marito.»