15a) LE SCHIERE

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Anche la Ragacia era sorpresa: si avviò lenta e circospetta, annusando i dolci profumi che vagavano nell'aria. Appena dentro furono entrambe abbagliate da una luce feroce che ferì gli occhi.

Parandoli con una mano, a fatica la Luna riconobbe il Sole sospeso in alto nel cielo e si chiese come potesse trovarsi in quel posto. Non avendo risposte da darsi, non si domandò altro, andò avanti volando veloce e arrivò in vista di sei schiere compatte di anime che lente e agitate si spingevano avanti l'un l'altra.

Parevano vomitate da un punto unico della terra che ribolliva di corpi che si dirigevano verso sei direzioni differenti: una veniva direttamente verso di lei e la porta che aveva appena attraversato. Le altre, intuì, verso le cinque ancora nascoste chissà dove. Con uno schianto improvviso, alle sue spalle anche quella che si era aperta per lasciarla passare si serrò fragorosamente chiudendo del tutto il passaggio. Non era ancora venuto il Tempo degli Uomini, ma lei non lo sapeva.

Non poteva sapere che stava volando su cose non ancora successe e che quelle che vedeva erano le schiere di uomini e donne che avrebbero dominato il mondo dopo di loro. Il Tempo lo aveva stabilito. Lei era già il passato e quelle schiere il futuro. Tutti i popoli si stavano dirigendo inconsapevoli verso il loro destino, bramosi e impauriti dell'ignoto. Tra di loro vi erano anche le anime delle Yaonai e quelle del tuo popolo, marito mio, pronte a gettarsi nel Mare della Vita, fino a che il Fato non avesse deciso diversamente... ".

Wal ebbe un sobbalzo. Fece per aprire la bocca e domandare, ma fu fermato dalla donna:

"Abbi pazienza, tutto a suo tempo. Al suo passaggio nessuna di quelle anime la riconobbe. Erano troppo tese e occupate a pressarsi avanti l'un l'altra con lentezza estenuante.

Il suo volo proseguì, andò oltre le schiere e arrivò alla fine di quel mondo. Si trovò davanti alla porta di trasparente alabastro, scese dal carro, bussò tre volte come le era stato detto e attese. La porta era liscia, curata e bella. Non c'era serratura, né maniglia. Si apriva soltanto dall'interno. Quando la porta si aprì verso di lei, ancora non sapeva che si sarebbe pentita di averlo fatto. Ma tant'é, tutto era già stato scritto e nulla sarebbe valso a mutare la sua sorte. La Ragacia si agitò, cercando di trattenerla, ma lei le fece cenno di attenderla e proseguì.

Vide due uomini fermi dall'altra parte. Era attesa.

Ad accoglierla erano venuti Destino e  Caso, fedeli servitori del Fato. Non dissero una parola nel vederla, solo la fecero entrare e la condussero in una sala dove c'erano quattro vegliardi seduti a croce e che riconobbe come il Nord, il Sud, l'Est e l'Ovest. Il Nord le rivolse un sorriso freddo e beffardo, gli altri la ignorarono, seguitando a parlare tra loro. L'Est e l'Ovest allargavano le braccia sconsolati, parevano contrari a quello che stava dicendo il Nord. Il Sud era l'unico a mantenersi calmo scuotendo la testa, mentre il Nord gli inveiva contro con il dito puntato. In un cantuccio, discoste dai quattro, vi erano tre vecchie, sedute anch'esse. Una cardava la lana, l'altra girava la spola per filarla e la terza la raccoglieva in gomitoli, ognuno diverso dagli altri, alcuni più grandi, altri più piccoli. La vegliarda, lavorando a caso, dopo aver strappato con forza il filo, gettava i gomitoli su di un mucchio enorme al suo fianco. Nemmeno loro fecero caso al suo arrivo, che passò oltre e proseguì.

Dopo non molto, come comparso dal nulla le si parò davanti all'improvviso un uomo dal volto incomprensibile. Poteva essere giovane o vecchio, adirato o felice, preoccupato o sereno, non avrebbe saputo dirlo. Era imperscrutabile e lo riconobbe per questo. Era lui, il Fato. Finalmente l'aveva trovato. S'inchinò lievemente come fosse davanti a un pari e il Fato sollevò un ciglio.

Stava per dirgli il motivo che l'aveva condotta fino a lui, quando fu bloccata da un gesto della mano dell'uomo.

"Lo so chi sei e cosa vuoi " le disse con voce gentile, ma ferma "Non c'è nulla che io possa fare per te, mia cara Luna. Hai lasciato solo il tuo uomo e il Tempo si è messo in moto. Nemmeno io posso nulla per fermarlo, ormai. Gli eventi seguiranno il loro corso, che tu lo voglia o no. Per i Soluni il mondo non sarà più lo stesso, il vostro posto non è più là. Devi portare il tuo uomo in questo mondo, dove sarete ancora utili, ma ricorda, sarete in debito con me. Tu sarai punita per essere venuta a disturbarmi e con te anche il tuo uomo sarà punito. Adesso vai e non bussare mai più alla mia porta, perché tutto il mondo che conosci verrebbe distrutto".

LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Seconda ParteWhere stories live. Discover now