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Passarono ormai giorni, ritornammo all'Hope's Peak Academy, Nagito iniziava a sentirsi meglio e invece Chiaki entrò nella nostra scuola.
Dopo l'accaduto, avevamo comunque continuato la scuola, siccome avevano chiamato uno psicologo per analizzarci se eravamo sani mentali.

Mentre Nagito stava in infermeria a guarire io andavo a lezione pensando solo a lui... non vedo l'ora che stia meglio, andavo sempre a visitarlo e una volta mi sono pure addormentato sulla sedia accanto al suo lettino.

Mikan mi disse che si stava riprendendo molto velocemente e molto probabile oggi potrà uscire dall'infermeria, sono felicissimo.

Dopo le lezioni corsi in camera e lo trovai lì seduto sul suo letto, buttai il zaino a terra e mi catapultai sopra di lui abbracciandolo

-"Hajime-kun!" Ricambiò l'abbraccio felicemente "Mi eri mancato moltissimo la notte...NO ASPETT-"

Diventai rosso ma ci scherzammo sopra

-"Come stai Nagito? Tutto bene? Ti fa ancora male qualcosa? Chiamo Mikan?"

-"No no! Sto benissimo! E sto finalmente iniziando a prendere kili! però non si nota siccome ho la digestione veloce :'( "

-"Nagito sono fiero di te" lo guardai negli occhi sorridendo "per festeggiare,oggi ti porto fuori a pranzo"

-"Veramente? Ne sarei più che felice!" Mi riabbracciò con gli occhi lucidi

-"Bene allora andiamo" ridacchiai per poi alzarci dal letto "Ti porto in un ristorante molto figo in cui ci andavo con mia nonna quando abitava qui vicino"

Uscimmo dalla scuola, avevamo già avvisato che non avremmo mangiato il pranzo lì e che uscivamo in centro

Prendemmo l'autobus
Nagito si divertiva a giocare con gli anelli come se fosse Tarzan e faceva molto ridere siccome per sbaglio aveva colpito una signora con la spalla

-"Mi scusi non volevo!" Si scusò lui cercando di avvicinarsi a me

Non riuscivo a smettere di ridere

-"Uh è qui la fermata! Giusto?"

-"Si si, esci prima che ti caccino a calci in culo" lo spinsi fuori per poi scendere anche io

-"Ti tiro un sassolino addosso, non ho paura di utilizzarlo, fatti sotto eh eh!?" Faceva finta di aggredirmi come un bambino

-"La gente ci prende per pazzi, finiscila" continuai a ridere tirandogli un pugnetto alla spalla

-"Hai ragione."

Ci ritrovammo davanti al ristorante, era cambiato un botto dall'ultima volta che ci ero andato io

-"Entriamo" gli presi la mano e lo tirai dentro siccome lui fissava il gattino di plastica dalla vetrina al quale alzava e abbassava la zampa

Ci accomodammo ad un tavolo per poi ordinare, mentre aspettavamo iniziammo a parlare

-"Mi spieghi perché ti voleva uccidere quella dell'albergo? Questa domanda ce l'ho in testa da 2 settimane..."

-"Te ne parlerò più tardi ok? Non qui" disse lui con voce seria

Mi spaventava un po' il fatto che era diventato all'improvviso serio

Arrivò il cibo e mangiammo.

Dopo aver mangiato pagai il conto e uscimmo dal locale

-"Andiamo in un posto tranquillo e te ne parlo, conosco una collina qui vicino" disse lui iniziando a camminare

Non era molto lontana, arrivammo in 5 minuti e ci sedemmo a terra guardando la città

Lui stava tremando graffiandosi la pelle con le unghie ma io lo fermai

-"Nagito...se ti disturba parlarne non farlo..."

-"No no... è giusto che tu lo sappia... la cosa è che...io sono stato adotto all'età di 5 anni, la ragazza che voleva uccidermi era la mia sorellastra, aveva 22 anni... ora di sicuro ti stai chiedendo del perché tutto ciò è perché sono stato adottato"

Mi ha letto perfettamente nella mente...non sapevo che lui...mi dispiace...

-"Io sono nato in un paesino fuori Tokyo, persi i miei genitori in un incidente aereo, esso precipitò e io fui l'unico sopravvissuto, siccome i mei zii non mi volevano, mi portarono in un orfanotrofio, con la mancanza dei miei genitori impazzii e fui ricoverato in ospedale, non potevo uscire a giocare con gli altri bambini, mi sentivo vuoto fino a che...a 7 anni mi adottarono due milionari con una figlia, lei usciva sempre con le amiche ma andava male in tutto, io invece ero l'esatto suo contrario, lei mi ha sempre odiato e non ci siamo mai parlati, una volta per sbaglio ho ferito la mamma con la mazza da baseball...è andata in coma per 1 anno, dopo la morte del mio cane ero convinto che lei lo avesse tirato in strada siccome c'erano numerevoli prove...ho ucciso il suo criceto siccome ero furioso e ho iniziato ad essere più solitario e abbastanza inquietante, mi reputavano pericoloso e per questo mi chiusero in cantina per 2 settimane...mi aveva giurato che si sarebbe vendicata per tutto il dolore che gli ho fatto provare a causa mia" lui continuava a guardare l'orizzonte

-"Oddio...ma quindi...quando impazzisci i tuoi occhi..."

-"Si lo so cosa mi succede ma non riesco a controllare cosa dico, cerco di oscurare il passato pure se avvolte ci penso e...e voglio farla finit-"

-"NON CI PENSARE MANCO!" Gli spostai la faccia guardandolo negli occhi "Nagito tu non farai nulla di stupido affinché ci sarò io con te"

Gli scivolò una lacrima sulla guancia al quale io gliela asciugai col dito

-"Hajime-kun...ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me..." aveva gli occhi lucidi

-"Nagito lo sai che su di me ti puoi fidare, per qualsiasi cosa io ci sarò sempre, ma che non sia mai che tu ti suicidassi, per favore non pensare mai più al suicidio...soffrirei talmente tanto che farei la tua stessa fine, se ci tieni a me non farlo...ti prego" lo implorai piangendo

-"Te lo prometto" mi abbracciò

Passammo l'intera giornata a conoscerci meglio e a ridere.
Ritornammo a scuola e ritornammo nella nostra stanza.

Io mi sedetti sul letto di Nagito con la schiena attaccata al muro mentre lui era seduto davanti a me

-"Hai dei piani per il futuro?" Mi chiese lui

-"Beh...continuerò gli studi e dopo aver finito l'università vivrò in un appartamento con un animale, ad esempio...un gatto, i gatti sono belli e tranquilli"

-"io intendevo...pure la vita amorosa..." diventò rosso guardando da un'altra parte

-"A-ah...come vita amorosa...ecco...non lo so, non ci avevo mai pensato, e perché mi hai fatto propio quel sta domanda?"

-"E-era una domanda a caso..." si morse la mano dallo stress

-"Nagito, vieni qua" lo feci avvicinare facendolo sedere sulle mie gambe, gli presi le mani e gliele massaggiai "tranquillo non fa niente, non ti stressare, va tutto bene" gli sorrisi e lui ricambiò per poi guardarmi
pian piano più intensamente

𝐺𝑜𝑜𝑑 𝑙𝑢𝑐𝑘Where stories live. Discover now