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CAPITOLO UNDICI
IMPEGNATI AD AVER PAURA DI MORIRE, SI DIMENTICARONO DI VIVERE

CAPITOLO UNDICIIMPEGNATI AD AVER PAURA DI MORIRE, SI DIMENTICARONO DI VIVERE

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Abigail si svegliò dolorante e non riconobbe il posto. Era tutto così luminoso, accecante. Tanta gente vestita di nero si affaccendava attorno a lei. Sentii qualcuno parlarle, chiederle qualcosa, ma non capì. Sulla soglia della stanza riconobbe un uomo che la guardava come se fosse un alieno.

Perse conoscenza di nuovo. Aprì gli occhi e il bianco del soffitto accolse il suo risveglio. La testa era un fuoco di visioni e martellamenti continui. Le pareva dovesse esplodere da un momento all'altro, come una granata lanciata dal nemico.

"Può parlare?"

"Credo di sì. Attendiamo che si svegli del tutto."

Voci. Accanto a lei vide Levi Ackerman e l'uomo biondo di prima. Dov'era finita?, si chiese. Poi, pian piano, i ricordi tornarono. Rivide Erwin ed Hanji parlare di Levi, il corvino che l'aveva scoperta, il dolore in tutto il corpo, poi più nulla finché si svegliò in quella stanza sconosciuta.

"Ricordi qualcosa di quanto è successo tre giorni fa?"

Tre giorni. Abigail sbatté le palpebre, tentò di alzarsi, ricadde sul letto. Aveva un polso legato al letto, attraverso delle manette, ciò le impediva qualsiasi movimento.

"Non ti alzare." le ordinò Levi. "Resta giù."

"Io..." iniziò, ma poi non disse più niente. Che cosa avrebbe dovuto raccontare? Che li stava spiando, da diversi giorni, ed era una spia della polizia militare? E che tre giorni fa, per chissà quale motivo, aveva tentato di seguirlo per ascoltare le loro conversazioni?

"No." rispose infine, "Non ricordo niente."

"Ti rinfresco la memoria allora." iniziò, "Ti ho visto che ci stavi ascoltando, hai sentito le mie parole, quelle di Hanji e quelle di Erwin, giusto?"

Abigail non rispose, si limitó a scuotere la testa. Non voleva ammettere niente, magari con un po' di convinzione le avrebbero creduto.

Ciò che la spaventó molto fu vedere Levi, con la coda nell'occhio, prendere la pistola dalla sua giacca e puntargliela contro. Si guardarono in faccia mentre il corvino si avvicinava e con lui, anche la pistola. Si abbassó mettendosi in ginocchio e poggió la punta ghiacciata dell'arma contro il suo collo. Lei rabbrividì e tornó a guardare Erwin, il quale ridacchiava divertito.

"Te lo chiedo un'ultima volta." sussurró al suo orecchio, "Hai sentito ciò che abbiamo detto, giusto?"

La ragazza rispose nuovamente di no. Le luci lampeggiarono come un semaforo impazzito. Le mani di Levi iniziarono a muoversi, muovendo la pistola su tutto il collo di Abigail, dapprima lentamente, a scatti, poi si alzó e sparó al soffitto. Abigail imprecó. Cercò di non urlare, di non sudare, di non dimostrarsi spaventata, ma non aveva più il controllo dei suoi sentimenti. Ebbe paura che si sarebbe avventato contro di lei, ma non accadde nulla.

Slave (18+)Where stories live. Discover now