Lasciarsi andare

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La mattinata iniziò presto, come al solito. Fecimo colazione al Café Parisien, un bar che si ispirava allo stile parigino. Si trovava collegato direttamente a À la Carte Restaurant, il ristorante in cui avevamo cenato la sera precedente. Erano presenti molti tavoli e altrettanto sedie, la stanza era decorata con alcune piante. Rendeva tutto molto... parigino, suppongo. Alla fine era proprio questo l'obiettivo.
A volte mi domandavo se anche gli alloggi di terza classe fossero così ben pensati e lussuosi. Il Titanic era una nave tutta da godere.
Mia madre e le sue amiche bevvero un caffè, mentre io un tè. Era a dir poco gradito e delizioso.
"E William Bursley?" questa era la domanda che non avevano mai smesso di farmi, ed ero qui da soli due giorni. Io amavo William ma mi dava estremamente fastidio essere conosciuta solo per il mio fidanzamento con lui. Ero molto più di un semplice fidanzamento. Tuttavia, cercai di rispondere in modo più educato possibile. Volevo tenere gli scandali il più lontano possibile dalla mia famiglia.
Sempre la stessa storia, sempre le stesse parole.
Essendo stanca della situazione ed anche annoiata, mi allontanai con la scusa del dover visitare alcuni luoghi e del dover prendere un po' d'aria fresca sul ponte.
Effettivamente volevo ammirare ancora una volta il paesaggio. L'emozione che il mare a contatto con il sole donava era indescrivibile. Tale tranquillità mai provata, incuteva quasi timore. Era troppo tranquillo. Mi ricordava quelle sere d'estate trascorse in giardino a parlare, erano così calme che ti rendevano triste, triste perché sapevi che sarebbe tutto terminato.
"Ma chi si rivede!" sentii dire.
Mi girai ed ovviamente mi ritrovai davanti Mr Clearson.
"Ma che piacere!" esclamai ironica "Pensavo venisse stanotte alle 2, non trovo consona la mattinata per conversare con lei."
"Mi sento lusingato Marie! Credevo fosse fidanzata, tuttavia... se vuole fare un giro nella mia suite stanotte, per me non è un problema."
Corrugai la fronte e lo guardai storta: "Che cosa vuole sta volta, Leonard?"
"Sono solo educato. L'ho vista qui sola e sono venuto a salutarla." rispose.
"Molto gentile da parte sua." dissi ancora ironica.
"So di non aver lasciato una buona impressione la scorsa sera..." disse.
"Ah, se n'è accorto?"
"Sì, ma comunque sono fatto così: schietto e vero."
"Ma certo." risposi fredda.
"Mary, volevo invitarla ad incontrarci di nuovo."
"Avevo detto ad Alex che non volevo più avere a che fare con lei, ma mi sembra che sia proprio obbligato a portarti con lui."
"No," disse passandosi le mani tra i capelli, segno che era imbarazzato "Alex non ci sarà. Solo noi due."
Mi misi a ridere.
"Le hanno mai detto che è davvero divertente?" gli chiesi.
"Sì, onestamente me l'hanno detto molte volte."
Io alzai gli occhi al cielo.
"Mi dia un motivo valido per il quale io dovrei accettare, solamente uno e la risposta non potrà che essere 'sì' "
"Conoscerci meglio. Scoprire il lato più vero di noi e quello più vulnerabile." rispose.
Ci fu un attimo di esitazione, ma avevo fatto una promessa, quindi dovetti accettare.
Cercai di sembrare svogliata e sconfitta, ma la verità era che mi incuriosiva.
"Suo padre è d'accordo?" chiese.
"Naturalmente no."
"E lei è disposta a mentirgli?"
"Proprio così." risposi in tono malizioso. Lo guardai negli occhi, era davvero un bell'uomo.
Si mise le mani in tasca e mi fece un cenno con le sopracciglia, sorridendo e guardandomi ancora dall'alto al basso.
"Posso farle una domanda Mr Clearson?" gli chiesi improvvisamente, infastidita dagli sguardi che continuamente mi donava, erano... troppo intimi.
"Tutte quelle che vuole, Marie."
Gli sorrisi beffarda.
"Perché mi guarda così?"
Lui probabilmente non si aspettava una domanda del genere, infatti mi sembrò alquanto sorpreso.
"Beh, per quanto lei sia irritante, non posso negare che è una bella ragazza. Ha un bel corpo, complimenti." rispose senza battere un ciglio.
Una vampata di caldo s'impossessò del mio corpo, tant'è che dovetti appoggiarmi al parapetto del ponte per prendere una boccata d'aria. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere, nemmeno il mio fidanzato. Come si permetteva!
"Lei è molto maleducato Leonard." lo rimproverai.
"Forse è lei ad essere troppo confinata, non crede?"
A questa domanda mi imbarazzai e innervosii talmente tanto che me ne andai, lasciandolo lì, solo.

RMS Titanic - un viaggio da non dimenticareWhere stories live. Discover now