Capitolo 2

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Posai i miei bagagli in un angolo e mi stesi sul letto.

Guardavo il soffitto, con le braccia dietro alla testa.

Chiusi gli occhi.

Poi un movimento brusco me li fece aprire di scatto.

- Hey! Ma non ci senti? - sentii ghignare.

Guardai per vedere meglio. Era una ragazza, capelli lunghi, biondi. Il viso tondo, gli occhi verde grigio, normali come quelli degli altri.

- cosa vuoi? - risposi indifferente.

- volevo fare conoscenza con te, piccola stronzetta! - aveva almeno 8 anni. Era più grande di me.

- perché sei qui? - continuò.

- sono affari tuoi? - risposi secca, senza nessun'espressione in volto. Indifferente.

- senti piccoletta, qui comando io.  TU MI RISPETTI! - mi urlò in faccia. Ecco, una bulletta! Che strazio!

- io non rispetto nessuno, e guai per te!  - dissi.

Lei, dalla rabbia, mi prese per il colletto.

Non mi mossi neanche di un centimetro, la guardavo negli occhi. Indifferente.

- cosa vuoi farmi, và?- dissi con un ghigno stampato sulla faccia. - Sta attenta... -

Mi stava sollevando da terra.

- sei la prima che rispondi in questo modo a me, sai... non vorrai avere la faccia rossa, no? - domandò lei.

Alzò il pugno e io restavo immobile, lì a fissarla.

Ad interrompere quel gesto fu un ragazzo, aveva gli occhi chiari, azzurri come il cielo dai capelli neri e da un viso paffuto.

- che fai, Marika? Lasciala in pace! - le urlò.

Mi buttò a terra e si allontanò. Se ne andò sbuffando.

Un bambino sconosciuto iniziò ad avvicinarsi. Mi porse la mano. Misi la mano sulla sua per alzarmi. Si sfiorarono.

Tutto ad un tratto ritirai di scatto la mano. Ebbi una piccola scossa. Lo guardai. Lui mi guardava confuso.

- scusa... mi alzo da sola - mi sollevai da terra con l'aiuto delle braccia e mi spolverare i vestiti.

- scusa per mia sorella! Per quello che ti stava facendo.. fa sempre così... non preoccuparti - mi sorrise.

Lo fissai, quegli occhi che portavano felicità. Non potevo ricambiare, non sapevo sorridere. Non sapevo cosa significasse sorridere. Ero sempre triste, infelice. Non sorrideva mai.

- ah.. comunque io sono Paul, tu? - si avvicinò.

- Shin... - risposi, mentre si avvicinava lo guardavo confusa.

Lui sorrise ancora, si avvicinò di più e mi prese una ciocca di capelli iniziando a spazzolarla con le dita.

- sai, mi piacciono i tuoi capelli turchesi - adesso li accarezzava.

Avevo i capelli di un colore azzurro grigio, sul turchese, lisci.

- grazie - risposi timidamente.

- di niente... se vuoi, diventiamo amici, ti va? -

- va bene... -

Da lì in poi, non mi sarei mai scordato il suo bel sorriso.

La ragazza dalle lacrime di sangue.Onde histórias criam vida. Descubra agora