𝗆𝖺𝗌𝖼𝖺𝗋𝗉𝗈𝗇𝖾, 𝗉𝖾𝗌𝖼𝗁𝖾 𝖾 𝗓𝗎𝖼𝖼𝗁𝖾𝗋𝗈 𝗉𝖾𝗋 𝖽𝗎𝖾.

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erano le sette di sera quando jimin uscì dal proprio appartamento con la busta che aveva trovato sullo zerbino quel mattino in mano.

scese le scale, tentò invano di placare il battito impazzito del suo cuore e si costrinse a non passarsi la mano tra i capelli, che aveva così meticolosamente pettinato per l'occasione.

che romantico senza speranze, jimin. taehyung gli aveva ripetuto volte su volte, tra parole zuccherine e ciambelle dolci, come fosse bello persino corrucciato, con la musica che sfuggiva alle cuffiette, ma jimin, perso nelle sue fantasticherie da romanzo, doveva essere perfetto.

o provarci, almeno.

perché per quanto avesse speso l'intera giornata a pensarci, le sue mani presero a sudare appena suonò il campanello, le sue ginocchia improvvisamente deboli come gelatina e il suo respiro si spezzò appena sentì la sua voce, un «un secondo, arrivo!» che gli fece provare un'inspiegabile voglia di scappare.

ma taehyung non glielo permise. proprio quando jimin stava per lasciare che il panico prendesse il sopravvento, spingendolo a fuggire e leggere il biglietto seduto sul divano, la porta si aprì e jimin, per poco, non si ritrovò

taehyung era bello e jimin era senza speranze. taehyung lo aveva preso per la gola e gli aveva fritto il cuore, riempiendolo di panna, sciroppo di pesche e zucchero. e ora lo guardava, con le guance arrossate, gli occhiali dalla montatura fine sulla punta del naso e i capelli castani e lisci scompigliati.

«jimin?»

«so che sei tu».

si sarebbe probabilmente lanciato sotto un tram, se avesse potuto. aveva studiato nei minimi dettagli quanto avrebbe dovuto dire, ciò che avrebbe dovuto fare, e spingere la busta chiara davanti al viso di taehyung lasciandosi uscire una frase tanto stupida non rientrava nei piani.

non rientrava nei suoi piani perché ora le sue guance erano calde come le punte delle sue orecchie, i suoi occhi come fanali e le sue mani tremavano davanti al viso di taehyung, che era impallidito.

silenzio, jimin detestava quel silenzio. taehyung lo fissava stralunato, pietrificato sul posto e la mano di jimin tremava sempre più.

«dimmi che non ho sbagliato» jimin abbassò leggermente il braccio, il suo sguardo colmo della preoccupazione che gli gravava sulle spalle. «oh ti prego, dimmi che sei tu».

il silenzio calò nuovamente, ma fu taehyung a romperlo. la sua voce era ruvida.

«se dicessi di sì, mi denunceresti?»

«no!» jimin non riuscì a celare la sua sorpresa. «ti chiederei di fare le ciambelle insieme, se vuoi».

rimasero a guardarsi. jimin con il viso in fiamme, con il cuore che correva in petto. taehyung che sembrava faticare a respirare, il colore nuovamente ad arricchire l'ambra ch'era la sua pelle.

«mascarpone, pesche e zucchero, ti piace?»

jimin annuì, tentando di non lasciar trasparire il suo entusiasmo.

«sì, molto».

taehyung si avvicinò alla porta, facendo con un braccio un cenno per invitarlo ad entrare. un sorriso aveva disteso le sue labbra, i suoi occhi ricchi, come la notte stellata che era appesa sul muro alle sue spalle.

«spero tu sia pronto ad impastare, jimin».


lili's

avrei voluto aggiornare e finire ieri, ma c'è stata qualche controversia su wp che mi ha rovinato l'umore e non ero nel mindset per ricontrollare. scusate.
credo ci sarà uno “speciale” tra un po'.

spero di cuore che vi sia piaciuta, nonostante
sia super breve e molto semplice, e che vi
ritroverò in qualche  altra storia!
un bacio <3

𝐏𝐀𝐑𝐎𝐋𝐄 𝐃𝐈 𝐙𝐔𝐂𝐂𝐇𝐄𝐑𝐎 . vminWhere stories live. Discover now