Continuammo a baciarci finché un uomo non mi diede una spallata facendomi traballare leggermente.
<<M: ehi, stai più attento>>
L'uomo nemmeno si girò e alzai gli occhi al cielo
<<M: non credevo che la cattiva educazione andasse di moda>>
<<S: in effetti..>>
<<M: ora andiamo a prendere la nostra bambina, mi manca un sacco>>
<<S: anche a me *sorrise ed entrammo in macchina*>>
...
Durante tutto il tragitto ascoltammo musica, ma quando partì 'I will always love you' di Whitney Houston cominciai a cantare come una disperata.
Per certi miei acuti credevo si potessero spaccare i finestrini, già, ero pessima. Sweet Pea non lo smetteva di ridere.
<<M: invece di ridere pensa a guidare, che tra poco sbandiamo>>
<<S: sbandiamo perché anche la macchina si rifiuta di sentirti cantare>>
Spalancai gli occhi e la bocca.
<<M: ma come ti permetti brutto stronzo?!>>
<<S: che eleganza, comunque è vero, il tuo nome e il verbo 'cantare' possono stare insieme in una frase solo se aggiungi la parola 'cornacchia che si sta strozzando' >>
<<M: vaffanculo! Io sono bravissima>>
<<S: l'ho sentito guarda>>
Gli feci il medio e per dargli fastidio cantai con un tono di voce altissimo. In effetti aveva ragione, sembravo un gatto stitico, ma non m'importava. Il mio ragazzo cominciò a scuotere la testa ridendo.
<<S: tu sei da sposare Madison Lodge>>
Mi bloccai di colpo e rendendosi conto di ciò che aveva detto lo fece anche lui. Eravamo entrambi in imbarazzo, ma il mio cuore stava per scoppiare dalla gioia.
...
Sweet Pea mi lasciò a casa e andò poi a prendere Bella. Gli avevo chiesto di allungare il tragitto perché per farmi perdonare volevo prepararle la sua torta preferita.
Quando tolsi la giacca misi le mani nelle tasche, com'ero solita fare, per vedere se fosse rimasto qualcosa dentro.
Trovai un pezzetto di carta con scritto "non è finita..."
Diedi poco peso a quelle parole e andai a cucinare
...<<S: amore siamo a casa *chiuse la porta*>>
<<M: sono in cucina *alzai il tono della voce*>>
<<B: che odoe>>
<<S: vero, ora andiamo dalla mamma *andò in cucina con la bambina in braccio*>>
<<B: cioccolato! *indicò la tavoletta sul tavolo*>>
<<M: ho preparato la tua torta preferita>>
<<B: davveo?>>
<<M: sìsì, mi dispiace per come mi sono comportata oggi, non dovevo arrabbiarmi in quel modo con te>>
Lei sorrise e si sporse verso di me. La presi in braccio e la strinsi a me finché il telefono non squillò. Misi Bella a terra e risposi alla chiamata. Era Toni.
<<M: ehi nanetta>>
<<T: M-Madison *singhiozzò*>>
<<M: Toni che succede?>>
<<T: i b-bambini, non possiamo più adottarli>>
<<M: cosa?! Perché?! Avevate già firmato tutto>>
<<T: l-lo so, ma non ho idea di c-cosa sia potuto accadere>>
Sgranai gli occhi ripensando alle parole del bigliettino.
<<M: penso di avere già un'idea di chi sia stato>>
<<T: c-chi?>>
<<M: Hiram>>
<<T: ma perché avrebbe dovuto farlo?>>
<<M: avete testimoniato contro di lui...è tutta colpa mia, Tony mi dispiace>>
<<T: no invece, tranquilla>>
<<M: troveremo un modo per risolvere la faccenda>>
<<T: va bene, grazie, ciao>>
<<M: ciao...>>
Chiusi la chiamata e guardai la finestra.
Aveva veramente oltrepassato il limite e questa volta l'avrei fatto patire.