La prima volta

16 1 0
                                    

Nester e Gillian erano più che semplici amiche.
Ogni anno, il giorno del loro anniversario lo passavano in una romantica baita di fronte a un lago, esattamente quella in cui si erano viste per la prima volta parecchi anni prima.

*

Erano soltanto ragazzine, dolci e ingenue fanciulle in campeggio con i propri genitori.
Entrambe le famiglie avevano prenotato una lunga vacanza in quel verde angolo di paradiso, ma per un errore organizzativo la casa venne promessa dal proprietario sia all'una che all'altra per lo stesso periodo.
Quando il locatore si accorse dello sbaglio, era già troppo tardi. Arrivarono gli Uan per primi alla consegna delle chiavi e, quando i Galver giunsero sul vialetto, videro i volti di alcuni bambini sbirciare attraverso le due finestre al piano superiore. È un peccato che non avessero riconosciuto il proprietario di casa incrociarli sulla sua Mini verde cedro ad un tornante. Si sarebbero forse accorti che qualcosa non andava e avrebbero avuto una reazione meno esasperata più tardi alla vista degli usurpatori della loro preziosa baita.

«Papà! C'è qualcuno fuori dalla porta!» Si sentì gridare dal piano di sopra.
Gray Galver guardò la moglie con aria stranita. Qualcuno raggiunse silenziosamente l'ingresso e aprì la porta verso l'interno. Noah e Gray si squadrarono per qualche istante.
«Salve, cercate il signor Morris per caso? Perché se n'è andato dieci minuti fa.»
Gray aprì la bocca, guardò di nuovo la moglie e poi ancora l'uomo alla porta. «Mi scusi!? Bill Morris? Sì, doveva consegnarci le chiavi. Abbiamo prenotato la casa da oggi per un mese intero!» Gray iniziò a diventare rosso in volto. «Amore, tranquillo, ci penso io» intervenne la donna avanzando e schiarendosi la gola. «Salve, sono Gaia, e questo è mio marito Gray.» Noah si ritrovò a ricambiare la sua delicata stretta di mano senza nemmeno accorgersene. «Ci dev'essere stato un errore» continuò Gaia. «Il signor Morris ci aveva assicurati la disponibilità della baita fronte lago, e questa è l'unica che c'è in zona.» Disse con un sorriso appena accennato.
«Beh, lo so bene signora» rispose con un tono quasi divertito Noah. «Abbiamo passato qui due settimane nello stesso periodo esattamente un anno fa, e oggi ho ricevuto le chiavi proprio da Morris in persona.» spiegò, passandosi una mano sui capelli rasati della nuca.
Stavolta fu Gaia a guardare suo marito. Gray sembrava abbattuto, guardandosi col capo chino la punta delle scarpe da trekking.
Qualcosa lo scosse da una manica. Era il suo figlioletto Greg. «Non possiamo stare qui, papà?» l'uomo guardò ora il piccolo, ora la sua bambina dietro di lui che accarezzava il cane e infine la moglie che sorrideva imbarazzata a Noah.

«Mi dispiace rovinarvi le vacanze signori, ma forse ho un'idea che potrebbe tamponare la situazione» annunciò l'uomo alla porta cercando di allentare la tensione. «Ah sì?» Fece raggiante Gaia portandosi le mani al petto.
«Sì, diciamo che..» continuò Noah con un sospiro «mia figlia, Nester, adora l'aria aperta e mi ha convinto a comprare una tenda da tre posti e anche a portarla qua, nonostante abbiamo dei veri letti a disposizione. Noi siamo in quattro: io, mia figlia e i due gemelli. La casa ha due stanze, ma se facessimo a turni per usare anche la tenda penso che potremmo anche goderci del tempo assieme, se siete d'accordo.» un paio di bambini corsero giù dalle scale e si avvinghiarono alle gambe del padre, sorridenti.
«Oh! Ma ciao!» Esclamò Gaia, con la bocca aperta in un sorriso raggiante. «Mmh» rifletté sonoramente Gray «non è una cattiva idea signor.. ehm, come ha detto che si chiama?» «Non l'ho detto, perdonami, mi chiamo Noah. Diamoci pure del tu.» «Ok Noah, credo sarebbe carino, soprattutto per i bambini» disse guardando prima i gemelli e poi Greg e Gillian. «Ma penso che dovremmo comunque comunicarlo a Morris e pretendere un risarcimento di almeno metà affitto!»
Gaia roteò gli occhi e continuando a sorridere disse «Greg? Gillian? Vi piacerebbe passare le vacanze insieme ad altri bambini?».

*

«Cavolo, ti ricordi, Gillian?» Fece Nester prendendo la mano alla ragazza al suo fianco.
«Che cosa, amo?» Sbiascicò lei ruminando una chewingum alla fragola.
«Ma come cosa!? Il punto esatto dove ci siamo conosciute! È proprio lì!» indicò la panchina sotto la finestra della cucina di casa. Gillian roteò gli occhi sospirando. «Ma certoo! Cioè, veniamo qua da una vita e non c'è estate che tu non me lo chieda. Come potrei anche solo immaginare di dimenticarmelo? Amo però adesso andiamo dentro, fa un po' freddo stamattina».

Le ragazze girarono la serratura e varcarono la soglia. Nester ripose il grosso zaino nell'angolo del sottoscala e Gillian mollò i due trolley a caso nel disimpegno. Poco dopo il caminetto della sala guizzava di vivaci fiamme gialle, mentre l'infreddolita Gilliam prese una coperta e affondò nella sua poltrona di velluto preferita.
Nester notò una lettera appoggiata al tavolino di vetro tra il divano e il camino.
«E quella da dove arriva?»

Cuori VacanzieriOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz