La spedizione

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«Cos'hai trovato?» fece Gillian allungando un po' il collo.
«C'è qua sul tavolino una busta. Che sia per noi?»
Nester prese la busta da lettere e la osservò alla luce del fuoco. «Mmh… strano.» mormorò aggrottando le sopracciglia.
«Che cosa? È per noi? C'è scritto qualcosa fuori? Magari sono cento euro per il mio compleanno!» scherzò Gillian divertita dal curioso mistero. Nester sorrise, guardò la ragazza e poi di nuovo il retro della busta. «No, non credo proprio! C'è un indirizzo, ma non ha senso. C'è scritto: “Damasco, Via della perdizione nº1, S.B.”» disse con un tono dubbioso.
«Damasco non è mica la capitale della Siria? E Via della perdizione non mi pare esattamente un indirizzo siriano. Che accidenti ci fa qui sta roba? Fammi vedere.» domandò Gillian. Nester passò di mano la lettera. La ragazza la rigirò tra le dita e confermò l'indirizzo. La busta era normalissima, di carta bianca e anonima. «Guarda, non c'è il francobollo. Secondo me non doveva nemmeno essere spedita. Vediamo che c'è dentro.»
«No, ferma!» si affrettò a dire Nester. «Evidentemente non è per noi, sarà sicuramente del vecchio Bill, l'avrà dimenticata qua prima di lasciarci la casa. Sai che è un tipo strano, a volte organizza attività per i bambini del paese, sarà uno scherzo per una caccia al tesoro o qualcosa del genere… lascia stare dai, non dovremmo aprirla.»
«Uff… e va bene.» Gillian restituì la busta e Nester si spostò per riporla sopra la mensola del camino.

Fissando ancora per qualche secondo la lettera, Nester tornò con la mente indietro nel tempo, quando anni prima era lei stessa a scambiarsi corrispondenza con Gillian. Avevano fin dalla prima estate instaurato una solida amicizia, ma la nostalgia si era fatta subito sentire dal momento che le vacanze furono finite e le bambine si ritrovarono separate durante la vita di tutti i giorni. Così Noah, che era contrario a lasciare uno smartphone in mano alla figlia in così tenera età, le propose l'idea di inviare una letterina all'amichetta. Nester trovò conforto nel poter raccontare a distanza le sue avventure a Gillian. Ogni giorno buttava giù qualche riga, e alla fine della settimana completava la lettera, la imbustava e si faceva accompagnare a comprare un nuovo francobollo. Le risposte di Gillian erano invece meno frequenti e poco entusiastiche. Scoprì alla vacanza successiva che l'amica era abituata a contatti più tecnologici e quotidiane uscite con altri amichetti.
Nester sorrise al ricordo di quel senso di tradimento che provò allora.

«Gillian, prepariamo le cose per domani?» domandò riscuotendosi dai suoi pensieri.
«Ma siamo appena arrivate! Potrò rilassarmi come si deve? Il viaggio in auto mi ha stremata!» bofonchiò di rimando Gillian. «Ma se hai dormito tutto il tempo! Non ti sei riposata abbastanza?»
«Noo… ero scomoda, e faceva troppo caldo. Adesso andrò a farmi una doccia fresca e poi vediamo.»
Nester rimase a fissarla a bocca aperta per qualche secondo, mentre lei andava verso le valige in cerca di un bagnodoccia.
«Incredibile…» mormorò Nester.
«Hai detto qualcosa amo?» Cinguettò Gillian dal disimpegno. «Vuoi… seguirmi di sopra?» chiese ancora facendo capolino oltre la soglia della porta con un sorrisetto malizioso. Nester ci pensò un attimo ma poi scosse la testa. «No, grazie. Devo controllare se ho preso tutto quello che mi serve.» Gillian con una leggera smorfia sparì ancora e prese a salire le scale. «Nessy, cavolo, avrai già controllato due volte a casa, oltre al fatto che hai compilato la tua solita lista. Hai sicuramente tutto, non ti preoccupare. Vedrai che per stasera avanzerà abbastanza tempo per fare e disfare lo zaino altre quattro o cinque volte. Penso che dovresti proprio salire e smettere di preoccu…» Le ultime parole si persero in rumore di fondo, segno che era già arrivata in bagno e chiuso la porta alle sue spalle. Nester sorrise al pensiero di quella ragazza, così distratta e incurante di tutto.
Quando si sentì lo scorrere dell'acqua, Nester aveva già iniziato a disporre l'attrezzatura ai piedi dello zaino per controllare se le luci, le telecamere e i microfoni erano tutti al loro posto. L'indomani avrebbero cercato nel bosco qualcosa di estremamente importante per lei.

Gillian stava assaporando il denso ma delicato aroma al miele del suo detergente preferito quando si accorse di essere osservata. Nester, con appena un piede oltre soglia del bagno, guardava assorta i lunghi capelli bagnati della compagna appiccicarsi davanti e dietro le spalle, lasciando scorrere dalle punte tinte di biondo alcuni rivoletti d'acqua sul resto del corpo.
«Resti lì a guardarmi come una rimbambita o entri con me?» chiese Gillian canzonatoria.
«Eh? Ah, scusa… no, penso che mi darò una rinfrescata più tardi. Ho controllato lo zaino e c'è tutto, dobbiamo solo pianificare la nostra spedizione.» Gillian passò in un secondo da un'espressione delusa a una divertita. «SPEDIZIONE! AH!» rise di quella parola. «Chi siamo? Indiana Jones e Lara Croft per caso? Per quanto hai intenzione di stare in giro nei boschi? Non possiamo goderci la nostra reggia, il lago, e fare questa cosa con calma e senza stressarci?» Nester si imbronciò leggermente. «Lo sai Gilly che questa cosa è molto importante per me. Non sono nemmeno troppo sicura del momento in cui potremmo trovare qualcosa più facilmente. Penso che dovrei setacciare l'habitat anche di notte, dovrebbe essere più facile trovare qualcosa.»
«DI NOTTE?! Stai scherzando spero! Io preferirei starmene tranquilla sul divano con te la sera, ci possiamo guardare un film sul notebook, farci le coccole… e poi mi pare che abbiano aperto una pizzeria a meno di 10 kilometri da qui, magari ce la portano anche a domicilio.»
«Sì Gillian, si potrebbe fare una sera, te lo prometto. Però sono troppo ansiosa di portare avanti la mia ricerca. Ormai ci siamo. Sono ben equipaggiata, tu mi potrai dare una grossa mano sul campo per girare il documentario, sei anche brava nell'editing… e soprattutto ti voglio al mio fianco.» Gillian si sciolse in un'espressione compiaciuta. «Ma certo Nessy, io sarò sempre al tuo fianco, lo sai. Ma sei proprio sicura dell'esistenza di quel che cerchi? Quelle che ci raccontavano da piccole in fondo erano semplice leggende, nient'altro.»
«Sì ok, ma io ho visto qualcosa nel bosco! Ne sono certa» piagnucolò di rimando. «Lo so che le storie che ci raccontavano erano inventate, ma secondo me c'era comunque un fondo di verità. Ti dico che c'è qualcosa di strano attorno al lago e te lo dimostrerò! Abbi fiducia in me Gilly, ne ho davvero bisogno.» Gillian le sorrise dolcemente. Era abbastanza convinta del fatto che in realtà la sua era stata una semplice illusione, un sogno ad occhi aperti che una bambina dalla fervida immaginazione come Nester poteva aver fatto, dopo tutti quei racconti del mistero che le propinava Noah. Erano solite infatti, in quelle fresche estati della loro infanzia, radunarsi attorno al fuoco ad ascoltare strane storie, a volte tramandate di generazione in generazione, a volte inventate di sana pianta sul momento, raccontate loro dai loro simpatici papà: Noah e Gray.

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⏰ Last updated: Aug 13, 2021 ⏰

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