Capitolo 2.1

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                                                    Il segreto di Mirko

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                                                    Il segreto di Mirko


Se qualcuno mi avesse detto che ero in grado di andare in giro dove volevo senza muovermi con il corpo, tre settimane prima avrei ribattuto che era impossibile; ora, invece, sapevo che non lo era affatto.

Dall'ultimo viaggio astrale che avevo avuto erano passati sette giorni, durante i quali avevo dormito sonni profondi e indisturbati.

La mia vita era di nuovo normale, scandita in modo ripetitivo da materie economiche, amiche e genitori.

Mirko mi dedicava un saluto ogni tanto e io ricambiavo, ma avevamo poche occasioni per parlarci. Lui seguiva in prevalenza le lezioni del secondo anno e solo una del primo, diritto pubblico, che avremmo avuto tra venti minuti, momento in cui ci saremmo probabilmente rivisti.

Pensavo spesso al ragazzo nel quale mi ero imbattuta allontanandomi dal mio corpo. Non avevo la minima idea di chi o cosa fosse, anche se lui sembrava saperlo di me. Il ragazzo era apparso, mi aveva intimato di non proseguire ed era poi scomparso, senza presentarsi o dirmi altro. La dinamica del nostro incontro, così inaspettata e veloce, mi aveva lasciato molti dubbi.

Uscii dalla biblioteca dell'università, dove mi ero fermata fin dalle prime ore del mattino per riscrivere alcune parti degli appunti e mi diressi verso l'aula di lezione.

Entrai con anticipo e mi sedetti in una fila a metà, tenendo il posto per Fabiana e Nadia. Estrassi dalla borsa l'astuccio, il quaderno e iniziai a leggere il libro di studio.

«Sei già sui diritti inviolabili dell'uomo?»

Alzai gli occhi verso Nadia, che si era seduta vicino a me, mettendo in bella vista la sua borsa color crema.

«Sì, sto guardando la libertà personale e la libertà di domicilio.»

«Brava, ti porti avanti. Ne vuoi uno?» Mi porse un cioccolatino alle nocciole. «Ci vorrebbero intere scorte di dolci per tenerci sveglie durante la lezione.»

«Dai, il prof non spiega poi così male.»

Nadia fece un'espressione poco convinta.

«Proietta sempre quelle inutili slide piene di scritte.»

Fabiana prese posto accanto a lei, togliendosi il cappotto e la sciarpa marrone.

«Parlate delle slide sintetiche che vedremo tra circa dieci minuti e per due ore di fila?»

«Sì, siamo prevedibili.»

«Oggi meno del solito.»

In effetti, Fabiana arrivava sempre in anticipo in aula, mentre Nadia e io di rado.

Il professore, un uomo sulla cinquantina dallo sguardo autoritario, fece ingresso in aula e gli studenti ancora fuori si affrettarono a rientrare, prima che lui chiudesse la porta dietro di sé.

Astral - Il nostro pianoWhere stories live. Discover now