Oʙʙʟɪɢᴏ ᴏ ᴠᴇʀɪᴛᴀ̀?

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Silenzio.

Non penso che avesse capito bene come funzionava quel gioco, perché non sembrava avere la minima intenzione di rispondere, era in silenzio da qualche minuto dopo quella domanda, ma se pensava che mi sarei stufata si sbagliava di grosso.

Non ho intenzione di muovermi da qui senza qualche risposta in più.

Devo sapere cosa gli passa per la testa, è sempre così freddo e distaccato, ma non riesce mai a nascondere quando si arrabbia, e stasera si era arrabbiato. Parecchio anche.

"Dovevo aspettarmela una domanda del genere." Borbottó.

Oh finalmente si era deciso a dire qualcosa.

"Allora?"

Levi:"Non te ne andrai finché non ti avró risposto vero?"

"Vero. E comunque, hai accettato tu di giocare."

Levi:"Mi ha dato fastidio. Contenta?"
C'erano voluto un sacco di tempo, ma avevo ottenuto quello che volevo ma non sembrava intenzionato a continuare, quindi feci per alzarmi e andare a dormire.

"Obbligo o verità, t/n?"

Merda.



Mi fermai poco prima della porta.
Gli avevo proposto io di giocare no? Non posso tirarmi certo indietro.
Mi girai facendomi coraggio.

"Veritá."
Tornai al tavolo e mi sedetti davanti a lui, che intanto aveva preso una delle bottiglie di vino rimaste in tavola, non ancora aperte, e stava versando da bere a entrambi.

Per esperienza so che sta sera non devo ubriacarmi come mio solito. O finirebbe molto male.
E già mi preoccupa la sua domanda.

Finalmente alzó gli occhi dal tavolo e incroció il mio sguardo.

Levi:"Ti è piaciuto quel bacio?"
Ma seriamente?
Mi scappó una risatina.
Grosso errore, ormai avrei dovuto sapere che ridergli in faccia se già era arrabbiato non era una buona idea.

Levi:"Ti sembra divertente?"
Ecco,ovviamente stava alzando il tono di voce.
"Sì, abbastanza. E no, non mi è piaciuto quel bacio come non mi piace Jean. È solo un ottimo amico. E abbassa la voce se non vuoi svegliare tutti."

Levi:"Mh. Veritá."
Mi anticipó prima che potessi fargli la domanda.

"Cosa provi per me?"



Forse ero stata cattiva, ma meritavo delle risposte.
Mi aspettavo un altro silenzio, invece rispose quasi subito.
Levi:"Ne abbiamo parlato nel bosco quando siamo andati a prendere la legna, ma forse non ti ho detto proprio tutto."

Probabilmente si accorse che avevo cambiato espressione, perché subito mi tranquillizzó.
Levi:"Finiscila di pensare cose negative. Penso che anche i muri hanno capito che nessuno qui ti deve toccare oltre a me. Nessuno."

Sentii lo stomaco contrarsi.
Sembrava quasi avesse fatto una capriola nel petto.

Levi:"Che c'è?"
Lo stavo fissando come se avesse appena detto di essere un gigante probabilmente.
"Niente tranquillo. Veritá."

Avevo paura a dire obbligo, anche se prima o poi sarebbe dovuto succedere.


Levi:"Cosa provi tu per me?"

O gli dico due paroline, o gli dico tutto quanto, fregandomene di cosa possa pensare. Non ho altre opzioni.

Bene, forse era arrivato il momento di guardare in faccia i miei sentimenti.

𝚄𝚗 𝚌𝚞𝚘𝚛𝚎 𝚍𝚒𝚟𝚒𝚜𝚘 𝚒𝚗 𝚍𝚞𝚎.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora