XXIII

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Eyfura ansava ed era lorda di sangue e terra. Aveva sepolto nel bosco la testa di sua madre. Le avrebbe reso gli onori funebri in un altro momento. La seguivano da vicino e l'avevano aiutata nel seppellimento le sue scudiere, nove in toto. Non l'avrebbero mai abbandonata. L'ululato di un lupo la rabbrividì, ma pure lei aveva il suo branco.

Quando aveva rapportato a Kari e Hillevi quello che era successo, avevano voluto uccidere subito Svafrlami. Ma la principessa di Gardariki aveva risposto loro che questo era impossibile, che non avevano altra scelta se non fuggire, così che ora si trovavano in piena notte in mezzo alla foresta. Un altro lupo ululò.

«Maledetta sia l'ora in cui gli ho salvato la vita!» Kari digrignò i denti.

«È mio fratello ed è il re. Non avete fatto nulla che non sia stato buono e giusto. Come potevamo indovinare che sarebbe accaduta una calamità del genere?»

«Sembra che un cattivo spirito si sia impossessato del suo corpo.» Delle foglie secche scricchiolarono sotto i passi di Hillevi.

«Quei nani hanno combinato qualcosa di grave. Si sono vendicati. E non posso dire che abbiano avuto torto. Gli uomini dovrebbero fare più attenzione nel molestare creature che non conoscono bene.»

L'ululato di un lupo si fece più vicino. Malgrado l'assenza di vento, alcune foglie si mossero. Eyfura si guardò dietro le spalle.

Sagome di canidi emergevano dalla vegetazione. Almeno non ringhiavano. Le scudiere snidarono le spade che erano nelle guaine e un orso spuntò in mezzo alle ombre dei lupi, cogli occhi luccicanti. La luna gli illuminò il volto. Era invero un gigante che indossava la pelle di un orso. Pure i lupi erano tutti uomini in pelle di lupi.

«Sono dei berserkers!» Kari roteò la lancia innanzi a sé.

«Possibile che qualcuno abbia avuto l'idea di razziare Holmgard prima di noi?» Si strofinò il naso quello dalla pelle d'orso, accanto al quale Svafrlami, che non era un uomo di bassa statura, sarebbe sembrato un nano.

Eyfura fece un segnale alle scudiere, sollevando la mano, e tutte abbassarono le armi. Kari piantò la lancia nel terreno. Nonostante i loro aspetti, quei barbari non sembravano ostili. Alcuni di loro portavano in mano torce fiammeggianti.

«È una cosa sorprendente imbattersi in una graziosa fanciulla che cerca rifugio in un luogo selvatico come questo.» Il capo dei berserker la fissò in un modo che le parve che la stesse vedendo spoglia di tutti i suoi abiti, ma non ebbe l'impressione che avrebbe cercato di violarla. «Non oso immaginare da quale pericolo tu stia scappando dopo il ritorno del re.»

«Ho le mie buone ragioni per darmi alla fuga.»

«Ad essere onesto, ho sentito alcune cose spaventose sul re di Gardariki. Quando siamo arrivati qui, la città era ancora sotto assedio. Ho saputo che egli ha sormontato agevolmente quello strangolamento, per poi schiacciare il nemico sul campo di battaglia. Dicono che sia un re senza paura.»

«E cos'altro dicono?» Quest'uomo mi spaventa, ma oggi meno di mio fratello. Quando penso a Svafrlami, non riesco a fare alcun passo indietro!

«Tu non aver paura di me. Riesco a fiutare la tua paura. Tu e le tue compagne siete al sicuro in mezzo ai lupi. In effetti, fiuto altre cose oltre alla paura, come il tuo profumo di nobiltà, che il sangue e la melma non hanno spazzato via del tutto. Forse so chi sei... E dicono anche del re tuo marito che sia rimasto appeso per ottantuno giorni a una quercia, senza mangiare né bere, e che sia sopravvissuto con il sostegno di Loki, altro che con l'aiuto di Odino! Non ti giudichiamo male perché fuggi.»

«Il re non è sposato, dunque non posso essere sua moglie. Ti sbagli.»

«Sei comunque una benedizione per noi, un regalo di Odino, perché se non sei la moglie del re, non avendo l'età per esserne la madre, allora puoi soltanto essere la sua sorella!»

«Oppure una cugina.»

«Non sei una semplice cugina. E fuggi perché Loki si è impossessato di Gardariki. Fiuto anche l'odore di bruciato. Ma non preoccuparti, perché ti proteggerò. »

«Non so se hai osservato con attenzione me e chi mi è attorno. So benissimo come proteggermi.»

«Allora vieni tu a proteggermi! Non mi dispiace invertire i ruoli. Tanto in questo mondo tutto sembra capovolgersi!» Il gigante sorrise e, malgrado qualche dente affilato come quello di una belva, non era del tutto orrendo. La folta barba castana odorava non di orso, bensì emanava un effluvio legnoso. «Stavamo andando verso nord, ma visto l'attuale stato di questo regno, molto più povero e desolato di quanto ci aspettassimo, cambieremo marcia verso sud. Prenderemo il largo con le nostre navi, che hanno la testa di lupo come prua, e percorreremo dapprima le acque del Volga per poi raggiungere la Babilonia. Ci divertiremo con l'oro dei saraceni, del quale torneremo carichi! Non ti sembra un'offerta allettante?»

Non credo di avere scelta. Meglio sopportare il caldo del deserto che il freddo di Hel, Eyfura lo fissava negli occhi, ch'erano due grandi falò.

«Ah, prima che me ne dimentichi: il mio nome è Arngrim.» Non arretrò, anzi si avvicinò, cosa che poteva solamente stimolarla.

«Il mio è Eyfura. Sono figlia di Sigrlami e pertanto principessa di Gardariki.»

«Il mio olfatto non si sbaglia mai.»

«Fa freddo. Potresti provvedere delle pelli di lupo per me e per le mie compagne?»

«Molto volentieri. Per te anche una pelle d'orsa.»

«Questa forse la richiederò in futuro.»

Kari, che si era messa accanto ad Eyfura, era molto agitata. La mano le tremava. Forse avrebbe preferito risollevare la lancia, ma la principessa di Gardariki la calmò, posandole le dita sul polso.

Hillevi aveva invece inguainato la spada e abbassato le mani. Era più chiaro che mai che non ci sarebbe stata nessuna lotta, per quanto gli sguardi di alcuni di quei lupi fossero inquietanti.

Ricevettero le loro pelli, affratellandosi così con le lupe del branco.

Eyfura aveva appena indossato la sua e qualcosa si mosse tra i cespugli vicini. Non era stata nessuna delle lupe, che si erano appropinquate con volti in prevalenza sorridenti ben di fronte agli occhi della sorella di Svafrlami.

Dunque chi o che cosa si era mosso? Andò a frugare lì in mezzo e trovò una volpe che nella sua defezione divenne una fiammella che subito svanì.

«Che cosa cerchi?» le domandò una delle donne berserker.

«Qualcuno ci spiava. Ed è scappato.»

Il Verme del SangueWhere stories live. Discover now