3. Bess Beatrix Bainard

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"Maîtresse Beatrix?"

"Dimmi Ekaterina."

"Ho bisogno dell'archiatra."

"Siamo in una casa di lusso, Ekaterina, non a corte. E perché mai avresti bisogno del medico?"

"Credo di essere rimasta gravida, maîtresse Beatrix."

"Hai preso il sublimato di mercurio che regolarmente vi consegno di persona nelle vostre stanze?"

"Sì, maîtresse Beatrix."

"Allora non sei gravida Ekaterina. Avrai il solito ritardo. Ora vai e lasciami lavorare che i conti non si fanno da soli." Bess la richiamò poco prima che uscisse. "Ah Ekaterina..."

"Sì, maîtresse Beatrix?"

"Non scordarti di nuovo di avvisarmi quando avrai il flusso mensile. Non vorrei giustificarmi coi clienti e offrire loro prestazioni gratuite per non rischiare di perderli. Se succede ancora tratterrò la mancata entrata dal tuo stipendio."

Ekaterina assentì ed uscì dalla stanza.

Bess ricordava benissimo la giovane russa la prima sera che prese servizio nel suo lupanare di lusso. L'aveva trovata una tarda sera estiva in un vicolo buio secondario. La ragazza versava lacrime amare per uno squallido rapporto fugace, consumato con un vecchio popolano bavoso per pochi spiccioli in cambio. L'aveva presa sotto la sua ala protettrice, aveva curato a dovere le sue ferite e rimesso in sesto il suo aspetto esteriore. Ekaterina era di una bellezza da togliere il fiato, tipica delle ragazze dell'est. I suoi capelli biondo ghiaccio incorniciavano voluminosi il perfetto ovale del suo viso aggraziato. L'incarnato ricordava le porcellane pregiate ed era impreziosito da due occhi grandi da cerbiatta e chiari come il mare cristallino. Gli uomini impazzivano letteralmente per quella perla rara che li portava ad assaporare una sensazione di trasgressione orientale.

Le aveva offerto di rimanere a lavorare nella sua lussuosa casa di appuntamenti e la ragazza aveva accettato subito, ben consapevole di aver trovato l'ambiente giusto a garantirle protezione e trattamenti migliori rispetto a quelli ricevuti in mezzo ad una strada.

Ekaterina era rimasta sempre una delle ragazze più richieste. Per Bess era un'ottima fonte di guadagno, anche se bisognava mettere in conto il suo carattere sognante e svampito. Era convinta di essere a chissà quale corte imperiale russa e si atteggiava da nobildonna con spesso pretese improponibili. Tuttavia Bess sapeva esattamente come manipolare la ragazza e tranne piccoli disguidi non le arrecava grossi problemi approcciarsi in modo corretto verso Ekaterina.

Bess sospirò e alzò lo sguardo dall'intricato mondo dei calcoli per soffermarsi ad osservare la propria immagine riflessa nello specchio appoggiato al muro difronte la scrivania di legno pregiato.

Aveva quasi trent'anni oramai, eppure gli uomini ancora le facevano una corte spietata. Bess era bella e dannata allo stesso tempo. Bella perché aveva ereditato i delicati lineamenti di sua madre. Un fisico asciutto e slanciato, un viso delicato e perfetto. Dolci occhi leggermente a mandorla di un colore verde intenso, un naso piccolo e ben delineato, delicate labbra a forma di cuore e una indomabile zazzera di capelli mossi color castano chiaro. Il suo aspetto poteva ingannare chiunque, perché dietro la delicatezza di quella rosa si celavano delle spine ben acuminate. La più famosa maîtresse di Londra era conosciuta da tutti con il soprannome di La luce fredda, bella come la luce del sole e fredda e pungente come il ghiaccio.

Bess portava quasi sempre i capelli raccolti in elaborate acconciature che mettevano in evidenza il loro movimento ondulato. Quando usciva di casa copriva il capo con un cappellino all'ultima moda, come tutte le signore rispettabili e di buona famiglia. I suoi abiti erano confezionati su misura dalla miglior sarta della città. Non mancava nulla a Bess, o quasi. Per quanto si fosse prodigata, non era riuscita a trovare alcune risposte a determinate dichiarazioni tra i documenti di sua madre. Si era arenata nella ricerca delle verità da molto tempo ed era decisa più che mai a tornar smuovere le acque.

THE WIDOWWhere stories live. Discover now