La notte dei vampiri.

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-E’ così fredda.-

Ogni cosa intorno a lei era ricoperta di quel manto luminoso, la luce fioca della luna fletteva su di esso e tutto era di un fascino soprannaturale, mistico. Ma questo non era ciò di cui si interessava la piccola bambina, in mezzo a quel tappeto lucente : la sua mente era offuscata, come sedata, i pensieri viaggiavano con calma, con l’innocenza della sua tenera età. Tutto ai suoi occhi doveva apparire bello, tutto doveva apparire magico ma qualcosa nel suo cuore, qualcosa che sicuramente nessun’altro bambino avrebbe mai portato con se, tramutava la sua innocenza in pura apatia. Non era cosciente di niente, era capace di rimanere lì tutta la notte, al freddo. A malapena sapeva dare una definizione di “freddo”. Aveva sempre vissuto in quel mondo? E come si ritrovava lì? L’esistenza…poteva dire di esistere, adesso?

La neve è candida.

Una voce, forse fuori, forse dentro la propria testa, ma non se ne preoccupò minimamente. Era affascinata da quei piccoli fiocchi che cadevano leggere dal cielo e che si posavano sul suolo e da quel cumulo di neve fra le proprie mani. La presenza di quella voce soave né la faceva sentire al sicuro e né la spaventava. Era una presenza, qualcuno con cui parlare, qualcuno che le dava delle risposte forse troppo complicate per una bimba come lei. I suoi occhi amaranto fissi sulle proprie mani, i guanti umidi e il freddo che penetrava attraverso essi, sensazioni che non aveva mai provato nella sua piccola e breve vita.

-Che cosa vuol dire “candida”? Che cos’è la neve?-

Candida è qualcosa che non è rosso.

-Che significa qualcosa di rosso?-

Alzando lo sguardo, la propria voce flebile e tranquilla. Un colore che invece sapeva di conoscere. In quel momento, quando era invece convinta di essere totalmente sola, qualcosa dall’oscurità si fece avanti. Fissò dapprima con curiosità colui che si rivelava man mano che si mostrava ai raggi della luna ed ecco, qualcosa di rosso: gli occhi infuocati, ardenti come delle braci che sembravano accendersi ad ogni soffio di vento e poi quel sorriso, folle, inumano che mostravano zanne, affilate, affamate.

Lui è colui che succhia il sangue alle persone. Il mostro che assume forma umana.

E il signore parlava, ma la piccola non capiva, la sua innocenza l’avrebbe uccisa? Proprio ora che finalmente esisteva? E in un attimo egli le si scagliò addosso, con una pazza risata, sicuro della propria cena, sicuro di avere la propria preda in pugno. Quanto era buona la linfa vitale di una bambina nel fior fiore della sua crescita? Aveva tutta la vita davanti a sé ed e gliel’avrebbe tolta per allungare la propria. La vita, già la vita. Un predatore è colui che uccide per vivere, uno dei tanti che lotta per la sopravvivenza: la legge del più forte, la selezione naturale e di certo nessuno vorrebbe essere eliminato, ognuno si batte per se stesso. Ma nel momento in cui non uccide più per sopravvivenza, ma solo per puro divertimento …non sei più vivo, non stai vivendo. La bambina capì il pericolo e paralizzata dal puro terrore, nell’ultimo attimo in cui era sicura di non poter lottare più si sentì  gettare tra la neve. Rumore di un unico colpo, secco e intenso e un gemito di chi la vita ormai la stava perdendo. Alzò il viso e osservò la candida neve macchiata di quel rosso…oh, no, adesso non era più candida. Rimase qualche secondo senza respirare, senza parlare finché una voce calda gli riempì le orecchie e anche…il cuore. Era diversa da quella soave, era diversa da quella folle del mostro, era…unica. Forse l’unica voce che sarebbe rimasta ad ascoltare ore ed ore, l’unica che durante una guerra avrebbe potuto rassicurarla.

-Tutto bene?-

La piccola alzò lo sguardo e per un attimo rabbrividì: anche lui aveva gli occhi ardenti, anche lui, candido era macchiato di rosso. Eppure no, era diverso, non era un mostro. La voce soave si sbagliava. Posò la manina su quella che lui le stava porgendo e alzandosi non perse un attimo gettandosi fra le braccia del suo angelo candido macchiato di rosso.

Costui è un vampiro.

Un vampiro? No, era un angelo. Un angelo freddo che riusciva ad avvolgere il proprio cuore di calore e le sue forti braccia che la stringevano quasi con possessività. Alzò un ultima volta il viso per guardarlo, i suoi occhi erano tornati in quello che doveva essere il loro colore naturale: un rosso scuro, uno sguardo intenso e magnetico ma allo stesso tempo distante e profondo. Credeva di perdersi in esso, credeva di cadere in esso e non uscire più. E forse…non avrebbe mai voluto uscirne.

Non bisogna avvicinarsi a loro.

Se lo fai, sarai catturata da quei occhi.

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Salve bellissimi/e lettori/lettrici!

Ritorno con un'altra storia. Scusate se non continuo Nathaniel ma purtroppo ho davvero pochissimo tempo ultimamente. Questa volta mi sto cimentanto alla "trasformazione" di un anime o di un manga in un racconto/fan fiction. Seguirò la trama, cercherò di immedesimarmi al meglio nei personaggi. In questa serie non ho particolari difficoltà, poiché la amo molto e mi è entrata nel cuore e spero in qualche modo possa piacere anche a voi!

Lasciate un mi piace o un commento, vorrei davvero sapere cosa ne pensate!

Un bacio.

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⏰ Last updated: Feb 26, 2015 ⏰

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