Capitolo 50 Epilogo

1.6K 136 131
                                    


 Al braccio di Nihat, fasciata da un abito bianco che ne esaltava la figura minuta, con le guance leggermente arrossate per l'emozione, Sanem avanzava lentamente verso Can che la stava aspettando all'altare. Cercò il suo sguardo per tranquillizzare il proprio cuore che batteva all'impazzata e quando lo trovò, come d'incanto, tutto tornò a posto. Gli sorrise timida, poi lasciò il braccio del padre per afferrare la mano di quell'uomo al quale avrebbe giurato amore eterno e nulla le sembrò più giusto di quelle promesse, che a breve si sarebbero scambiati.

Lei gli apparteneva, anima e corpo e lo stesso valeva per lui. Non aveva più dubbi, non si chiedeva più perché: era così e basta. Una forza più potente di loro, delle loro volontà, li aveva fatti incontrare e li aveva spinti l'uno verso l'altra. Non c'era nessuna spiegazione logica in questo, cercarla sarebbe stato inutile e sarebbe stata solo una perdita di tempo. Can aveva abbattuto tutte le sue difese, si era impossessato del suo cuore e lo aveva fatto piano, in silenzio, con pazienza, finché lei si era resa conto che ogni battito era solo per lui ed allora si era arresa e si era affidata a lui completamente, senza riserve e senza più paure ed aveva cominciato a vivere.

Mentre la guardava avanzare verso di lui, bella come non mai, Can sentì un groppo salirgli in gola e le gambe farsi molle. Cercò i suoi occhi, quegli occhi che lo avevano catturato fin dal primo istante, e quando li incrociò li incatenò ai propri e tutto tornò a posto, come per magia. Perché lei era magia. Con Sanem accanto era sicuro di poter affrontare ogni cosa la vita avesse in serbo per lui e non aveva paura. Le prese la mano ed insieme si rivolsero all'ufficiale civile per suggellare legalmente quell'impegno che i loro cuori avevano già preso da tempo.

Oltre ai genitori, gli amici più cari: Osman, Serkan, Luke e Marco, condivisero la loro gioia e furono partecipi di altri momenti altrettanto indimenticabili negli anni a venire, come la nascita dei loro 4 bambini.

Per seguirli al meglio Sanem abbandonò la scuola di ballo, nonostante il parere contrario di Can.

"Possiamo assumere una qualcuno che ti dia una mano e che stia con loro mentre sei via" cercò di convincerla, ma lei fu irremovibile.

"C'è un tempo per ogni cosa" diceva "e adesso il mio, è di fare la mamma e la moglie e ne sono entusiasta."

Ed era vero. Sanem era raggiante. L'amore che provava per la sua famiglia e per Can, che le aveva regalato quella famiglia, traspariva in ogni suo gesto, in ogni sguardo, in ogni parola.

Adesso riusciva a comprendere meglio suo padre ed anche il sig. Ferit. Capiva il perché delle loro scelte e capiva, anche, quale peso dovevano aver sopportato negli anni, perché, se da una parte l'amore paterno non aveva dato loro la possibilità di comportarsi diversamente, dall'altra la consapevolezza di fare qualcosa di sbagliato aveva creato in loro dei sensi di colpa che li avevano accompagnati per il resto della vita.

Per questo motivo, quando il sig. Yilmaz morì, Sanem depositò sulla sua tomba un mazzo di fiori, per dirgli che non gli serbava rancore e che la sua anima poteva volare libera.

Poi fu la volta di Nihat che lasciò questa terra in seguito ad un attacco di cuore. Sanem ne fu devastata perché lui rappresentava il suo punto di riferimento, le sue radici, ma le braccia di Can furono pronte a stringerla e a confortarla e lei ci si tuffò grata.

E lo stesso fece Sanem quando il lutto toccò Can, perché l'amore è soprattutto questo: donare la propria presenza nel dolore e condividerlo. Non servono parole o gesti, basta essere lì, accanto a chi soffre, in silenzio, perché sono i nostri cuori a parlare.

Col passare degli anni Can scoprì anche quanto fosse stimolante litigare con Sanem. Era intelligente e quando sapeva di aver ragione non mollava la presa, finché lui non diceva: "ne riparliamo stasera!". Quello era il segnale della resa, perché significava che lui avrebbe riflettuto tutta la giornata fino a convincersi che lei era nel giusto. In caso contrario esclamava: "Sanem Aydin sei una gran testarda, ma io lo sono più di te!" ricordando ad entrambi, con quelle parole, quanto era accaduto anni prima alla Green Cosmetics. Allora si guardavano negli occhi e scoppiavano a ridere perché, per quanto discutessero, non riuscivano mai ad arrabbiarsi l'uno con l'altra.

Il loro amore, la loro complicità e dedizione furono un esempio per i figli.

Una sera, mentre erano sedute in veranda a sorseggiare un te, la maggiore, Eda, chiese a sua madre: "Mamma non ti sei mai pentita di aver rinunciato a tutto e, in un certo senso di aver rinunciato anche a te stessa, per dedicarti unicamente a noi e a papà?"

Sanem rimase colpita da quella domanda, posò la tazza e si prese qualche attimo prima di rispondere: "Perché pensi questo?" chiese stupita.

"Beh, guardati...il tuo mondo è tutto qui!" rispose prontamente sua figlia.

Can, intanto, dalla cucina, involontariamente, aveva udito qualche sprazzo della conversazione ed ora voleva sentire cosa avrebbe detto Sanem perché il dubbio di Eda era anche la sua paura più grande.

" E tu non pensi che questo mondo, come lo definisci tu, sia sufficiente a rendermi felice? "

Eda fece spallucce: "non lo so" rispose.

"Lo dissi a tuo padre tanti anni fa ed ora lo ripeto a te. Da quando l'ho conosciuto e me ne sono innamorata, non c'è stato altro posto in cui volessi stare se non al suo fianco, non ho desiderato altro che essere amata da lui, perché lui mi fa sentire unica, speciale. Con lui ho creato una famiglia che, sono certa, ha delle basi solide e dalla quale, spero, nascano altre famiglie...per cui non credo proprio, Eda, di aver sprecato la mia vita, al contrario le ho dato un senso."

Quella stessa sera, mentre erano a letto abbracciati, come era ormai abitudine per addormentarsi, Can le chiese: "Sanem, mi vuoi sposare?"

Lei si scostò leggermente alzando il capo per guardarlo, perplessa "Ma siamo già sposati" gli fece notare.

Lui le sorrise baciandole la fronte: "Lo so, ma quest'anno è il nostro 20° anniversario e pensavo sarebbe bello rinnovare le nostre promesse davanti ai nostri figli...Che ne dici?"

Un' espressione di pura felicità si dipinse sul volto di Sanem che, senza un attimo di esitazione, rispose: "Evet!"


F I N E

GRAZIE INFINITE !!!!!!  

LA MAGIA DELL'IMPERFEZIONEWhere stories live. Discover now