Capitolo 6

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Mattheo pov:
Cominciammo a giocare ad obbligo o verità.

Dopo svariati giri toccò a me. Ovviamente, come pianificato, feci la solita domanda, obbligo o verità, ad Isabell. Lei rispose verità, così mi inventai una cosa totalmente a caso, chiedendole quale fosse, secondo i suoi gusti, quale fosse il ragazzo più carino in quella stanza.

Lei rispose: "Hardin".

HARDIN?!

La mia espressione cambiò immediatamente sentii pronunciare il suo nome. Come può dire che MIO FRATELLO la attrae più di me?! Non è possibile! È un incubo!

A quelle parole mi si serrò la mascella e fissai il mio sguardo glaciale in direzione degli occhi di Isabell, la quale, vedendo il fratello infastidito e incazzato per la mia domanda "scomoda", si avvicinò a lui, abbracciandolo e sussurrandogli qualcosa all'orecchio.

La stavo ancora fissando, fino a quando Astoria, con un pizzicotto, mi riportò alla realtà.

Astoria: (sottovoce) Ehy, svegliati! Hai fatto un casino!
Mattheo: (sottovoce) Lo so lo so, appena mi capiterà un'altra opportunità mi vendicherò.
Astoria: (sottovoce) Vendicarti di cosa? Hai solo sbagliato domanda...oh...oppure lei...

Capendo dove voleva andare a parare le tappa la bocca con una mano.

Mattheo: (sottovoce) Non ci pensare nemmeno troia!
Astoria: (sottovoce) Okey okey, scusa...

Dopo questo inutile battibecco ricominciammo il gioco. Sentii dei obblighi e delle verità davvero noiose e superficiali, quasi mi addormentai, fino a quando non toccò nuovamente a me.

Ovviamente non persi l'occasione per mettere in imbarazzo Isabell, sia per vendicarmi della facilità e spensieratezza con cui prima aveva pronunciato il nome di mio fratello, così da definirlo il più bello dei ragazzi presenti nella sala, sia per divertirmi e provare, finalmente, ciò che mi era stato negato per tanto tempo, e per soddisfare quel senso di incompiuto che mi era rimasto dall'ultima volta in biblioteca.

Con l'aiuto di Astoria riuscimmo a farle "scegliere" obbligo.

Mattheo: Ti obbligo a baciarmi.

Rimase qualche minuto a fissarmi incredula, come se dovesse elaborare quelle parole, mentre il fratello stava per saltarmi alla gola.

Isabell lo impedì, abbracciandolo e stringendo maggiormente a sé. Successivamente cominciò a fissarmi e, non staccando i suoi occhi dai miei, si alzò. Con passo felino si avvicinò, sotto lo sguardo incredulo di Malfoy, si accovacciò davanti a me e si sporse, avvicinandosi sempre più pericolosamente verso le mie labbra.

Ero così eccitato, non vedevo l'ora. Ero elettrizzato, finalmente le avrei dato quel fatitico bacio che da tanto aspettavo, anche se avrei voluto di più. Ovviamente questa era solo attrazione fisica nient'altro.

Le sue labbra carnose quasi sfiorarono le mie, sentii i brividi espandersi per tutto il corpo, facendomi rabbrividire, fino a che Isabell spostò le sue labbra e mi rispose un dolce e delicato bacio in fronte.

Rimasi a bocca aperta sia per lo stupore, di essere stato preso in giro da lei, sia per un briciolo di rabbia...ancora una volta non ero riuscito ad ottenere le sue labbra carnose...ancora una volta mi era sfuggita per poco.

Cercai di riprendermi invano...come riesce quella ragazza a mandarmi così tanto fuori di testa?! E perchè solo è proprio lei?! Una cazzo di Malfoy!

Dopo essermi "ripreso" mi alzai e vidi Isabell uscire con suo fratello verso i dormitori femminili, probabilmente la stava accompagnando in camera.

Decisi allora di andarmene, poichè la festa era diventata assai noiosa, Astoria digrignava i denti, ancora furiosa per l'offesa rivoltagli da Isabell, mentre gli altri urlavano e ballavano ininterrottamente per quanto erano ubriachi e, inoltre, il mio obbiettivo ovvero, l'unica persona per cui ero venuto, era probabilmente già tornata nella sua stanza da letto.

Mentre uscivo dalla sala presi una bottiglia di vodka e me la portai in camera.

Durante il tragitto ripensai alle sue labbra soffici sfiorare le mie, come se volesse provocarmi e poi lasciarmi lì a bruciare. Non so come, forse perchè ero troppo ubriaco, ma cominciai a dirmi che fosse davvero brava a baciare...se solo avessi finito il lavoro quella volta...ora non mi ritroverei in questo stato...

Arrivai in camera e entrai sbattendo la porta alle mie spalle. Non feci caso al rumore prodotto dalla chiusura di quest'ultima, poichè non avevo il timore di svegliare nessuno, infatti, essendo un prefetto avevo la stanza da letto totalmente a mia disposizione.

Mi resi conto che puzzavo di alcol, così mi tolsi i vestiti e feci una doccia veloce. Una volta uscito, asciugato e cambiato provai a dormire. Inutile dire che fu tutto inutile. Mi rigiravo ogni tre fottuti secondi, sudavo e appena mi addormentavo cominciavo a sognare quella brutta faccia e quella maledettissima risata diabolica di Voldemort, ronzarmi per la testa.

Non l'ho chiamato "padre" perchè un essere come lui,  non può essere definito uomo né tanto meno padre.

Poteva solo essere un mostro, un demonio, un...un...assassino...

Su quel pensiero non riuscii a chiudere occhio per tutto il tempo che mi separava dalle lezioni.

D'altronde non riuscivo mai a dormire serenamente...ero sempre e, sempre sarò, tormentato dal mio demone.

La mattina seguente ero pallido e provato in viso...avevo delle grandi occhiaie e sbadigliavo ogni cinque secondi...ero tutto sudato...la doccia di ieri sera non era servita a nulla.

Con grande fatica mia alzai e decisi di non andare a lezione, prendendomi del tempo per me.

Rientra in doccia e, bagnato dall'acqua calda, quasi mi addormentai. In una stato quasi di ipnosi non so dire quanto tempo rimasi sotto la doccia...fino a quando non sentii un tonfo provenire dall'interno della mia stanza.

Mi svegliai di scatto, portandomi un asciugamano in vita e avvolgendomelo, presi la mia bacchetta, che portavo sempre dietro per ogni tipo di evenienza e, con passo felpato, mi avvicinai alla porta del bagno. La aprii lentamente cercando di fare meno rumore possibile.

Quando la spalancai del tutto, con mia grande sorpresa, vidi Isabell fissarmi con occhi terrorizzati, probabilmente per lo spavento.

Mattheo: Cosa ci fai tu qui? E come hai fatto ad entrare?
Isabell: Innanzitutto la porta non era inchiavata e, comunque, prima di entrare ho bussato. Per quanto riguarda il motivo della mai "visita" è per consegnarti questa lettera da parte del professor Piton.

Mattheo pov:
Mi passò la lettera che posai sul comodino affianco al letto. L'avrei letta subito se non ci fosse stata lei.

Quando alzai gli occhi la vidi con la testa girata da un lato e con le guance leggermente arrossate. A qual punto mi ricordai di avere solo un asciugamano che mi ricopriva la vita. Improvvisamente mi venne un'idea malsana e, con sguardo malizioso le dissi...

Mattheo: Dì la verità Malfoy...ti piace quello che vedi...

A quelle parole arrossì un pò di più. Ma riuscì a contraddirmi, inutilmente.

Isabell: Non so di che parli Riddle...di sicuro ti starai facendo un sacco di film mentali...peccato che ora io debba andare.

Stava per uscire quando con un incantesimo le bloccai la porta davanti e, prima che potesse riaprirla le presi la sua bacchetta, lanciandola dalla parte opposta della stanza.

Isabell: Che cazzo stai facendo?! Fammi uscire subito!

Ovviamente non le diedi retta e, con passo felino, mi avvicinai a lei e la sbattei sulla porta, così da bloccarla.

Velocemente, prima che potesse dire qualcosa, le presi il viso tra le mani, costringendola a guardarmi negli occhi.

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Ciao a tutti!
Scusate per l'attesa...ecco il capitolo.
Spero vi piaccia. Bye<3.
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