Chapter 13

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T/n era avvolta in una coperta calda e soffice, senza però neanche percepirla, non riusciva ad avvertire nulla, a pensare a nulla.

Si sentiva tremendamente nuda, estremamente vulnerabile, come fosse da sola di fronte ad un branco di lupi affamati.

Eppure non era sola, non era nuda, probabilmente era anche fin troppo coperta.

Aveva la compagnia di Atsumu, il conforto di colui che aveva difesa, salvata, però era tutto tranne che tranquilla.

Sentiva ancora le sue mani addosso, l'odore della colonia che non dimenticherà mai, in bocca riusciva perfettamente a distinguere il sapore di tabacco che invadeva quella di Genjo.

Era in uno stato di foschia mentale tale che ancora non riusciva a capacitarsi di quello che era successo, eppure era tutto così vivido, tutto così reale.

I suoi ricordi erano confusi, la mascella serrata e gli occhi pieni di rabbia di Atsumu che teneva una mano stretta alla maglia del suo fratellastro, mentre gli intimava qualcosa, qualcosa che t/n non era riuscita a capire, chiusa nella bolla che le faceva rivivere in continuazione, a ripetizione, come un ciclo continuo, il momento.

La coperta che era appoggiata sulle sue spalle le era stata prestata da Atsumu, erano a casa del ragazzo, lui non aveva intenzione di lasciarla sola quella sera, sapendo anche che la sorella sarebbe rientrata tardi.

Lui che dopo aver mandato per conto di t/n un messaggio a Kimiko era andato a preparare un caldo tè.

La ragazza tremava impercettibilmente ma incessantemente, mentre oscillava tra la pressante voglia di lavarsi fino a scorticarsi ed il terrore di essere nuda anche se da sola.

Le mani di Genjo le sembravano ancora sul suo corpo, sulla sua intimità, sui suoi fianchi, il ginocchio che le impediva di chiudere le gambe lo sentiva ancora lì, prepotente, così come le sue labbra premure con forza contro le proprie.

Ancora lo percepiva ovunque ed era orribile non poter chiedere gli occhi per non vederlo impresso a fuoco dietro le sue palpebre.

Non aveva pianto, però, da quando le era staccato di dosso non aveva versato neanche una lacrima, semplicemente non ce la faceva.

Eppure lei avrebbe voluto piangere fino a consumarsi ed affogare nelle sue stesse lacrime.

-Il tè è pronto. Te lo porto lì oppure...?

La voce di Atsumu le arrivò come una doccia fredda a strapparla dai suoi pensieri.

Lei gliene fu profondamente grata.

-Qui, per favore.- il suo era un sussurro appena udibile, ma al ragazzo, che era attentissimo anche la più piccolo movimento di t/n, fu chiaro come il sole.

-Va bene.

Il ragazzo si sedette leggermente distante, in modo da non rischiare di farle avere contatti indesiderati seppur casuali.

Bevvero la bevanda in totale silenzio, Atsumu perché non aveva la minima idea di come comportarsi, t/n perché non aveva voglia di parlare.

-Atsumu?

-Si?- lo sguardo del ragazzo era settato sul suo viso abbattuto ed una fitta gli arrivò dritta al cuore.

-Abbracciami.

Un attimo di silenzio.

-Cosa? Ne sei sicura?

Lei annuì.

La ragazza aveva apprezzato la lontananza che Atsumu aveva messo tra loro sedendosi dall'altra parte del divano e temeva che anche il solo sfiorare qualcuno le avrebbe riportato alla mente Genjo, ma aveva anche il disperato bisogno di essere abbracciata e non lasciata più, sentiva che ne sarebbe dipesa la sua sanità mentale a quel punto, perché quella distanza, quel silenzio la stavano lasciando da sola con i suoi pensieri e lei ci stava affogando dentro.

Atsumu si mosse indeciso, timoroso di fare la mossa sbagliata.

Aveva letto non pochi articoli sull'argomento e sapeva benissimo che ognuno aveva una reazione diversa, ma anche che tutte le vittime di un episodio del genere condividevano la profonda avversione per il contatto, però la strinse a sé.

Lei si allontanò immediatamente, tremando, pur sapendo di averlo richiesto lei quell'abbraccio.

Poi lo guardo in faccia, vide l'apprensione che gli faceva aggrottare le sopracciglia e il timore che lo aveva subito spinto a scusarsi.

Quindi si sporse verso di lui, lasciando che le sue braccia si avvolgessero attorno al suo corpo tremante e che tentassero almeno un po' di farla sentire al sicuro.

Così, tra la consapevolezza di essere con Atsumu ed il terrore nelle ossa di ritrovarsi con Genjo, t/n scivolò in un sonno profondo ma pieno di mani indiscrete e di odore di tabacco.

Author
Allora, ecco il nuovo capitolo, sinceramente spero di aver trattato nel modo corretto un trauma del genere. Per favore fatemi sapere le vostre impressioni.
Spero vi sia piaciuto e se ne avete voglia lasciate una stellina :)

AD ASTRA || Atsumu Miya x readerWhere stories live. Discover now