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Erano passati due giorni da quella notte

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Erano passati due giorni da quella notte.

Due giorni dove Dylan non dormiva e si faceva rimproverare da ogni suo amico, perché aveva la testa sulle nuvole e non prestava attenzione a niente. Aveva addirittura quasi investito un gatto, quella mattina.

Non riusciva a pensare ad altro che non fosse lo sguardo di Margot che lo fissava, sull'Empire State Building. Poteva essere uno sguardo da mille cose, quello lì.

Ti odio però non sembrava tra quelle, e la cosa faceva leggermente sentire meglio il moro, mentre beveva il cappuccino al solito bar.

"Anche questa mattina nessuna brioche, devo preoccuparmi amico?" Disse una voce al suo fianco, e lui alzò gli occhi dalla pozzanghera di caffè e latte che stava fissando tra le sue mani.

Fece un sorriso leggero a Louis, il cameriere che ormai era diventato suo amico, che gli portava la sua solita colazione. Scosse leggermente la testa, "Sono giorni strani, tutto qui." Ed era vero alla fine.

Non sapeva che fine avesse fatto Margot, probabilmente stava male per le cose che le aveva detto e il pensiero lo faceva diventare triste. Non voleva farle male, sul serio. Ma era del parere che la vita è una sola, e se qualcuno provasse un sentimento tale, non dovrebbe mai tenerselo per sè.

Con questo non diceva di amare Margot, perché per quanto poco la conoscesse ormai lui poteva essere una persona completamente nuova, ma guardandola camminare o solamente posare lo sguardo intorno a lei, sapeva che la piccola donna che aveva amato anni prima si trovava nascosta da qualche parte.

E lui voleva solamente scusarsi con quella parte di lei dal profondo del suo cuore, e prendersi cura della nuova versione.

"Cosa c'è, qualche ragazza ti fa penare? Io lo dico sempre, meglio tante che una. Non vorrei mai finire a non fare la mia colazione come te." Disse scherzando, il ragazzo dagli occhi celesti davanti a lui, mentre asciugava l'interno di una tazzina di vetro. Dylan lo guardò, "Lo pensavo anche io molto tempo fa, ed ecco perché adesso quella che doveva essere la sola non mi vuole più vedere. La vita è strana, dovresti saperlo più di me." Louis scosse la testa, per far scansare dagli occhi il ciuffo castano che lo infastidiva. Guardò il ragazzo davanti a lui bere tutto d'un fiato il poco cappuccino che gli era rimasto nella tazzina, e rise. "Se pensi che bere un misero cappuccino come se fosse vodka ti faccia dimenticare, sei messo piuttosto male."

"Cosa dovrei fare secondo te?" Chiese, sentendosi tutto d'un tratto, quasi disperato. Posò gli occhi color cioccolato sull'amico, che gli sorrise dolcemente. "Vorrei dirti che c'è una soluzione a tutto, ma a mie spese devo dirti che non è così. Se hai provato già di tutto, e conoscendoti immagino di sì, non c'è nulla che puoi fare se non sperare che qualcosa cambi da sola. L'hai detto anche tu, è strana la vita. Ma dalle volte potrebbe regalarti delle sorprese, fa tutto parte del gioco." Dylan annuì sommossamente, per poi ridacchiare. "Da quando sei così saggio?"

𝙑 𝙛𝙤𝙧 𝙢𝙖𝙧𝙜𝙤𝙩// 𝙙𝙧𝙤.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora