CAPITOLO 1

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Sento dei rumori assordanti intorno a me. Il pavimento trema. Non so dove mi trovo ma non riesco a muovermi e non vedo niente. Mi sembra di sentire oggetti che sbattono, forse degli scatoloni, ma non ne sono certa. Una cosa la so però, sto salendo verso l'alto, molto velocemente. Mi sento schiacciare dall'aria sempre più verso il pavimento.
Un colpo brusco e violento mi fa sobbalzare leggermente e avverto che il buio attorno a me è sparito. Non vedo ancora niente, non ho neanche la forza di aprire gli occhi ma mi sembra di sentire qualcuno. Tante voci tutte attorno a me che bisbigliano. Sto impazzendo?
Il pavimento trema e sento qualcuno avvicinarsi con cautela. Non sento bene, come se le voci fossero una sopra l'altra, forse ho sentito "ragazza" ma non ne sono sicura.
Qualcun'altro dev'essere sceso nel posto in cui mi trovo. Potrebbero essere più delicati? Il mio corpo percepisce ogni colpo e risponde di conseguenza sobbalzando, fa un po' male.
"La prendo io" la prima frase che sono riuscita a cogliere per intero. È un ragazzo, una voce pacata e che, per quanto possibile in un momento così, riesce a tranquillizzarmi.
Mi sento sollevare. Chiunque sia ha un tocco leggero. Mi prende in braccio dolcemente e sento di starmi allontanando dal brusio e dalla confusione di voci che mi stavano facendo girare la testa.
L'aria fresca sulla pelle e il profumo dell'erba risvegliano qualcosa in me. Riesco ad aprire gli occhi a fatica, in fondo, lontano, un gruppo di persone ammucchiate mi fissa. Che sta succedendo? Dove sono?
È tutto così confuso. Inizio a sclaciare, molto debolmente, ma più forte che posso, finché la persona che mi teneva in braccio mi depone dolcemente a terra, dove l'erba fresca si infila tra le mie dita.
Lo guardo spaventata, è un ragazzo dai lineamenti orientali, molto alto e muscoloso. Mi fissa con i suoi occhi piccoli e stretti. Sono terrorizzata, dove sono? Chi è? Cosa vuole farmi? Mi allontano trascinandomi all'indietro con le mani ma non ne ho la forza. Cerco così di alzarmi, sembra funzionare ma rimango in piedi per qualche secondo fino a quando mi sento girare la testa e ricado sulle ginocchia indolenzite. Tutto questo mi sta facendo impazzire.
"Forse è meglio se ti fai portare in braccio ancora un po', tu che dici?" - si accuccia per guardarmi dritta negli occhi e studiarmi meglio. Sorride. Potrei essere spaventata e lo sono. Tanto. Ma qualcosa nel suo tono di voce mi fa sentire al sicuro.
Allungo le braccia attorno al suo collo e mi lascio riprendere in braccio. È forte. Io di certo non sono leggerissima ma per lui sembra essere una passeggiata.
Non so dove mi stia portando ma tengo gli occhi chiusi. Devo faticare un sacco per tenerli aperti, soprattutto con la luce del sole che picchia così forte.
Entra in una capanna, facendo attenzione a far sì che io non sbatta da nessuna parte e mi depone su un materasso non troppo comodo e dalle molle consumate.
Non dice nulla. Esce semplicemente dalla capanna, richiudendosi la porta alle spalle e lasciandomi qui. È tutto così confuso, forse sto sognando? Mi addormento...e se è un sogno spero di svegliarmi.

La ragazza della raduraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora