III

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Mi svegliai lentamente e anche con malavoglia a causa della luce che entrava dalla finestra. Improvvisamente mi ricordai della serata precedente, della mia casa e di aver dormito con Bucky.
Toccai la parte del letto dove sarebbe dovuto esserci, era vuota, ma ancora calda, questo mi fece capire che si era svegliato da poco.
Mi stropicciai gli occhi e scesi le scale, lo trovai in cucina che litigava con la macchinetta del caffè.
«Buongiorno.» sorrisi prendendolo alla sprovvista.

«Ti stai vendicando per ieri?» chiese ridendo mettendosi una mano sul cuore, io risi.
«Buongiorno.» disse poi.

«Non va la macchinetta del caffè?» chiesi rubando un biscotto dal tavolo.

«No, useremo la moka.» fece spallucce prendendo l'oggetto, preparando il tutto e mettendola sul fuoco.
«Dormito bene?» mi chiese con un sorrisetto sulla faccia mentre prendeva la marmellata e le fette biscottate.

«Sì, ho dormito bene.» risposi mentre lo guardavo correre da una parte all'altra della cucina, cercai di aiutarlo ma mi bloccò dicendo che voleva fare tutto da solo.

«Per fortuna» sorrise «Ho anche la torta se non ti piacciono le fette biscottate, oppure la frutta, oppure i biscotti, oppure-»

«Le fette biscottate sono perfette.» sorrisi sorpassandolo dopo avergli dato un bacio sulla guancia. Era stato così dolce e gentile con me, dovevo ricambiare, no?
Presi due tazzine e ci versai dentro il caffè con un cucchiaino di zucchero, poi mi sedetti di fronte a lui.
Mangiammo tra una chiacchiera e l'altra, lui stava per raccontarmi di una sua missione ma qualcuno bussò alla porta.
«Vado io, tu finisci di mangiare.» mi pulii la bocca con il tovagliolo e poi, con una corsetta, raggiunsi la porta e l'aprii.
«Buongiorno Agente, prego entri pure.» mi spostai dall'uscio e feci accomodare l'uomo sul divano.
Bucky spuntò fuori dalla cucina e si mise al mio fianco a braccia conserte, solo ora mi accorsi della nostra grandissima differenza d'altezza.

«Mi dispiace Signorina, il fuoco ha distrutto tutto...» iniziò togliendosi il capello e portandoselo al cuore «eccetto questa foto.» e dicendo ciò me la porse.

Afferrai la foto sporca di cenere e bruciacchiata agli angoli, ritraeva me, mia madre e mio padre.
Bucky fece dei passi indietro, lo guardai in faccia, ansimava e mi guardava terrorizzato come se io potessi strangolarlo da un momento all'altro. I miei morirono pochi giorni dopo aver scattato quella foto.
Appoggiai la foto sul tavolino basso e mi avvicinai a Buck, lo abbracciai. Rimase immobile senza muovere un muscolo, strinsi di più le braccia intorno al suo collo per fargli capire che doveva abbracciarmi perché ne avevo bisogno, avevo bisogno di quel contatto.
Lentamente accarezzò la mia vita, poi la mia schiena ed infine mi abbracciò.
Sapevo che lui era ferito tanto quanto me, sapevo che lui non aveva mai desiderato ferire quelle persone e rivivere quei momenti gli recavano incubi. Doveva solo capire che io c'ero per lui nonostante mi avesse tolto un pezzo della mia vita.
Dopo quel lungo abbraccio ci staccammo, ringraziai l'agente e lui uscì da casa Barnes.
Presi la foto dal tavolino basso e la piegai in due, in modo da non far vedere, ne a me ne a Bucky, le facce dei miei genitori.

«A questo punto devo trovarmi un alloggio.» sbuffai sedendomi sul divano e portandomi le mani sul viso.
Sentì Bucky sedersi vicino a me e appoggiarmi il suo freddo braccio in vibranio sulla coscia.
«Non scherzare, puoi restare da me tutto il tempo che vuoi.» sorrise.

«Non posso Buck, sei già stato troppo gentile e se rimanessi è come se stessi approfittando di te.» dissi guardandolo negli occhi.
Sul suo viso comparì un'espressione dura e piegò leggermente la testa di lato.

«Ti chiedo per favore!» mi pregò, io scossi la testa. Mi sarebbe piaciuto stare con lui ma davvero, aveva già fatto molto, se non troppo.
«Una sola settimana, ti aiuterò a trovare un alloggio ma nel frattempo resterai con me, dì di si.» mi sorrise di nuovo.

Sospirai e poi riportai lo guardo su di lui.
«Va bene, una sola settimana però.»

«Affare fatto.» disse guardandomi negli occhi. Rimanemmo così, in silenzio, a guardarci. Mi persi nei suoi occhi azzurri che mi scrutavano ormai da non so quanto, parevano ore, se non giorni.
Il telefono interruppe quel momento magico, quando capii che fosse la mia suoneria mi alzai di corsa e risposi alla chiamata.

«Pronto?» chiesi.

«Liv, tesoro, stai bene! Quando ho letto l'annuncio sul giornale stavo per morire di crepacuore!» disse Sarah a raffica.

«Tranquilla sto bene.» dissi sorridendo mentre guardavo Bucky, quando si accorse di ciò si morse il labbro. Mi feci scappare un sospiro a quella vista e subito pregai che Sarah non se ne fosse accorta.

«Dove sei ora? Hai un posto dove stare? Se vuoi puoi venire da me, i miei ragazzi ti adorano, lo sai.» disse con il suo solito fare da mamma iperprotettiva.

«Calmati Sar. Per questa settimana starò da James, lui mi aiuterà a trovate un appartamento dove potrò stare.» spiegai giocherellando con una ciocca di capelli come una quindicenne innamorata.

«Uhuhuh. Vedi? Nella sfortuna sei stata fortunata. Ora abiti da quel gran tocco di manzo di James.» disse ridacchiando.

«Sarah, mi è bruciata casa.» le ricordai tirandomi uno schiaffo sulla fronte.

«Vero. Scusami, era fuori luogo. Mi dispiace.» si scusò.

«Almeno hai ragione.» dissi a bassa voce senza farmi sentire dal preso in causa. Lei, come risposta rise.

«Divertiti ma non troppo, ci siamo capite. Sei hai bisogno di qualsiasi cosa puoi contare su me e Sam.» si raccomandò «Ti vogliamo bene Liv.». Riesco a vederla sorridere dall'altro capo del telefono.

«Vi voglio bene anche io. Ciao.» la salutai e chiusi la chiamata.

Bucky nel frattempo aveva sistemato la cucina e si era anche cambiato i vestiti.
«Se starai più tempo da me allora ti serviranno diverse cose, immagino.» mi disse incrociando le braccia al petto.

«Credo proprio di sì, mi cambio e arrivo subito.»

Incredibile come è strana la vita, un giorno sei la migliore amica di Captain America e l'altro esci a fare shopping con il suo migliore amico.

The future shine before us || Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora