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La sera è arrivata ben presto e la paura con essa.

Connor,dove sei?

Non l'ho più visto dopo che Alex lo ha mandato via.

Connor,in che guai ti sei cacciato?

Mi mordicchio le unghie in preda all'ansia.

Connor per favore torna.
Torna da me.

Fisso la porta della stanza aperta da lui ore prima,sperando che da un momento all'altro potesse spalancarsi rivelando la sua figura.

Questo però non accade.

Sono stanca di aspettare,vado a cercarlo.

Prendo una giacca ed esco.

Nessuno sembra fare caso a me,così corro fuori da quell'odioso hotel,da quella che oramai pare una gabbia di matti.

I miei passi non rallentano tra i fitti alberi,anzi,aumentano di velocità assieme alla mia agitazione.

"Connor!"Urlo.
Il cuore sembra volermi uscire dal petto.
Richiamo ancora il suo nome.
Sembra un suono così dolce e così aspro allo stesso tempo,mi uccide e mi risana.

Continuo a insinuarmi nel bosco ma di lui non c'è traccia.

Mi accovaccio per terra con le mani sul viso.
Se perdo lui rischio di diventare pazza.
Se perdo lui posso dire addio a qualsiasi possibilità di farcela.
Se perdo lui non parliamo più nè di me,nè di lui...parliamo di noi.
Se perdo lui ho perso noi,ed io non voglio perderci.

Mi alzo,pronta a tornare indietro.
Giro i tacchi verso l'hotel ma poi un rumore mi fa voltare lo sguardo alla mia destra.

Seguo quel rumore che si fa sempre più vicino.

Scosto qualche ramo e mi ritrovo davanti uno spettacolo mozzafiato.
Un lago immenso si apre dinanzi ai miei occhi stupiti.
Il buio lo fa sembrare quasi nero ma la luna,che prima non mi sembrava tanto amica,ora lo rende rassicurante.

Di nuovo quel rumore.

Qualcuno sta facendo rimbalzare dei sassi sull'acqua.
Mi sembra di riconoscere quel qualcuno.
Quel qualcuno è proprio Connor.

Il mio petto si gonfia di felicità e gli occhi mi si fanno lucidi,ho davvero temuto il peggio.

Senza pensarci due volte gli corro incontro.

Lui sentendo i miei passi si volta.

Mi getto su di lui portandogli le braccia attorno al collo.

Lui rimane sorpreso ma poi mi stringe.

"Hey."Sussura dolcemente.
"Stai bene,pensavo ti fosse successo qualcosa."La mia voce trema.
"Sono qui."Mi risponde.
È tutto ciò che volevo sentire.
Sorrido.

Quando ci stacchiamo mi domanda:"Come mi hai trovato?"
"I sassi,fanno rumore sai?"Gli spiego con un filo di ironia.
"Giusto."Lo vedo sorridere.
"Però sei arrivata fin qui,è parecchio lontano dall'hotel."Fa questa constatazione.
"Beh si,io ero...preoccupata."Ammetto guardando le mie scarpe,che in questo momento mi sembrano molto interessanti.
"Adesso ti preoccupi per me?"Domanda ridacchiando e continuando a tirare sassi.
"Sei l'unico che sa di me...oltre ad Alex."Mi giustifico falsamente.
Lo vedo rabbuiarsi.
"E così glielo hai detto."La sua voce lascia intendere un pizzico di fastidio.
"Già."
"E come l'ha presa?"Si volta a guardarmi.
"Inizialmente non bene,ma poi si è ripreso."Gli racconto.
Annuisce leggermente.

"È successa una cosa strana con lui."Dico.
"Del tipo?"Domanda.
"Mi sono arrabbiata perché non mi credeva e mi si sono illuminati gli occhi.Mi chiedo se capiti ogni volta che uso la magia."

Connor ha un espressione interrogativa sul volto.

"Fa vedere."Mi incita.
"Ora?"
"Si,ora."
"Ma come faccio?Ancora non sono brava con tutto ciò!"Non voglio farlo,non di nuovo.
"Vuoi sapere o no se succede sempre?"Chiede spazientito.

Sospiro pesantemente cominciando a guardarmi intorno.
Abbasso lo sguardo sui sassi ai nostri piedi.
Muovo le mani in maniera circolare e questi cominciano ad alzarsi a spirale.
Alzo la testa verso Connor che però rimane impassibile.
Li faccio ricadere a terra,mettendo fine a quel teatrino.

"Allora?"Domando.
"No,erano sempre gli stessi occhi."
Sbuffo.
"Bene,ora va a capire perché prima sono diventati di un verde luminoso.Sembravano due fari."Dico nervosa con le mani sui fianchi.
"Magari succede solo con le emozioni forti,eri arrabbiata no?"
Annuisco.
"Allora ecco svelato l'arcano."Dice cominciando a incamminarsi di nuovo verso l'hotel.
Lo seguo in silenzio.
Poi lui si blocca girandosi verso di me.
"E comunque intendevo che sono sempre gli stessi,bellissimi occhi."Il suo complimento mi fa arrossire ma cerco di non farmi notare imbarazzata.
"Grazie."
Lui sorride e poi riprende a camminare.

Arrivati in hotel filiamo dritti in camera prima che qualcuno possa vederci,o meglio,speravamo che nessuno ci vedesse.

"Piccioncini!Fuga romantica?" Louis si trova alle nostre spalle con le braccia incrociate.
"Oh ciao Louis,no...siamo semplicemente andati a cercare del cibo,avevamo fame."Gli dico.
"Ah si,capisco."Poi si avvicina lentamente.
"Sogni d'oro cuginetta."La frase è indirizzata a me ma il suo sguardo è diretto a Connor al mio fianco.
I denti di mio cugino sono tanto stretti tra di loro che potrebbero logorarsi.
Poi se ne ritorna in camera sua.
Sono scioccata,perché sembrano tutti arrabbiati con noi ultimamente?
"Andiamo in stanza,non pensarci."Connor mi riporta alla realtà prendendomi la mano.

Arrivati lì mi stendo immediatamente sul letto a pancia sotto.
Connor ride leggermente e poi si siede dove sono io.
Mi sposta i capelli lunghi e mossi ricadutimi sul viso.
Io lo guardo in silenzio sentendomi in pace con me stessa.
"Vai prima tu in bagno a prepararti per la notte,così ti addormenti il prima possibile."Mi dice notando la mia stanchezza.
"D'accordo."Affermo alzandomi.

Faccio come mi ha detto e poi torno a stendermi.
A questo punto è Connor a recarsi in bagno e io chiudo gli occhi per lasciare che il mondo dei sogni mi inghiotta.
Nonostante la stanchezza però,sembra che Morfeo non mi voglia con lui.

Connor arriva e si posiziona per dormire sul suo letto affianco al mio.
Mi da le spalle ma pochi minuti dopo lo vedo girarsi verso di me fissandomi.
"Che c'è?"Gli domando.
"Non stai dormendo."Dice.
"Già,perspicace."Lo prendo un po' in giro sorridendo.
"Non riesci?"Chiede.
Scuoto la testa in segno negativo.
"Vuoi parlare di qualcosa?"Domanda ancora,ricevendo nuovamente un segnale muto di negazione.

Dopo pochi minuti passati a fissarci,agisco di istinto.
Porto una mano davanti a me,rivolta verso il rosso.
Lui corruga la fronte.
Mi concentro sul mio bisogno di volerlo vicino.
Il suo letto si sposta attaccandosi al mio.
Lui sorride e io mi perdo in quel sorriso.
I nostri visi ora sono molto vicini ma la cosa non mi infastidisce,come forse dovrebbe.

"Perché lo hai fatto?"Chiede con ancora il sorriso sul volto.
Alzo le spalle.
Allungo il braccio per accarezzargli il viso.
"È stata la mia testa a dirmi di fare così."Gli dico.
"È stata la tua testa o il tuo cuore?"Credo che a questa domanda lui già abbia la risposta.
"Forse entrambi."Gli rispondo.
"Forse il secondo a prevalere sulla prima."Non ho tempo di ragionare su ciò che gli ho appena rivelato perché mi addormento beatamente con la mia mano,che nel frattempo è scesa sulla sua spalla,ancora su di lui.

Strada sbagliataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora