Capitolo 1

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Mi precipito fuori dall'ascensore e quasi mi metto a correre, i miei tacchi vertiginosi risuonano sul pavimento tirato a lucido. È incredibile come nonostante la quantità di persone che transitano dentro e fuori la Anderson Company, tutta l'azienda sia sempre impeccabilmente pulita. Ordine e pulizia sono le uniche cose sulle quali nonno abbia mai fatto mettere bocca alla nonna circa il lavoro. E i risultati sono impeccabili come tutto quello che fa Elinor Anderson.

«Albert», dico, accostandomi al banco d'ingresso, «puoi avvisare mio padre che dovrà fare a meno di me alla riunione di stasera? Sto letteralmente scappando via, ma avevo proprio dimenticato un impegno.»

Mi allontano senza attendere risposta. Probabilmente Albert sta già digitando l'interno dell'ufficio di papà, l'auricolare otto ore infilato nell'orecchio. Per fortuna è solo la riunione mensile sull'andamento generale, niente di cui non possa farmi fare un riassunto da Sarah domani. Sgrano gli occhi e ficco la mano nella borsa alla ricerca del telefono.

«Sarah, sto andando via. Devi andare tu alla riunione», dico ansante in un vocale, mentre le porte scorrevoli della Anderson Company si chiudono alle mie spalle e vengo letteralmente catapultata nel caos di un pomeriggio estivo di Manhattan. «E cancella il resto degli impegni di oggi.»

«Ricevuto.» È la risposta lampo della mia assistente.

Mi sbraccio alla ricerca di un taxi libero, mi accomodo sul sedile posteriore, dico l'indirizzo e tiro un sospiro di sollievo. Come accidenti ho fatto a dimenticarmi?

Controllo la to do list del matrimonio. Praticamente è quasi tutto fatto, metà delle incombenze se le sono divise la nonna e Ivy, non ho avuto niente in contrario. Io e Zack sappiamo che sarà una cerimonia pomposa e piena di gente sconosciuta, ma è stato molto più facile così. Credo di essere una delle pochissime donne al mondo che non schiamazza all'idea di organizzarsi il matrimonio. Io semplicemente ho delegato.

«Ti va se andiamo da Carlo's, stasera?» Un messaggio di Zack.

Sorrido. «Ottima idea, siamo solo a metà giornata e sono distrutta», rispondo.

Mi manda una faccina sorridente di conferma.

La verità è che entrambi stiamo lavorando moltissimo in quest'ultimo periodo e non abbiamo proprio il tempo di pensare al nostro matrimonio. Ci amiamo, vogliamo sposarci, il come è un dettaglio.

Il taxi sfreccia tra il traffico cittadino, per fortuna l'aria condizionata funziona o arriverei con un aspetto disastroso. Sfioro con le dita la punta della mia coda di cavallo, i capelli sono di nuovo lunghi. Nell'ultimo anno la mia vita è stata stravolta sotto diversi punti. Zack si è trasferito a casa mia ed è decisamente un'altra cosa rispetto a quando avevo Carly. La nostra relazione ha subito un brusco passo avanti e ne ero terrorizzata, anche se devo ammettere che si è rivelato tutto naturale. Abbiamo i nostri tempi, i nostri spazi, le nostre abitudini e la totale fiducia e comprensione dell'altro. Mi ritengo fortunata. Certo, entrambi siamo stati completamente focalizzati sulla gestione delle nostre nuove attività e Zack ha dovuto subire il colpo dell'ostilità paterna. John Mason ha mantenuto la sua parola e non parla con suo figlio se non è strettamente necessario. Zack dice sempre che va tutto bene, ma quando provo ad approfondire non è di grandi parole. Così come non parliamo mai dell'altro fatto.

«Arrivati», dice il tassista distogliendomi dai miei pensieri.

Pago, ringrazio e scendo dal veicolo. Attraverso la strada ed entro nell'atelier.

«Solo mezz'ora di ritardo, quasi mi commuovo», mi accoglie la voce astiosa di nonna.

«Il traffico», mento.

TOGETHER (The Again Serie #4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora