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                                  Axel
<<Ho già detto che mi dispiace più di una volta, non crede che sia una punizione sufficiente?>>
<<Ragazzino chi ti credi di essere? Guarda che mi hai arrecato danni che dovrai pagare non ti conviene cercare di scamparla sei avvisato>>
Il fumo fuoriusciva in abbondanza dal tubo di scappamento dell’auto ammaccata del signor Wayne.
Axel stava facendo il suo giro in moto pomeridiano per schiarirsi le idee e all’improvviso quello che sembrava più un carro armato invece che una macchina era spuntato fuori dal nulla, deciso a rovinare il pomeriggio già tormentato del povero ragazzo.
Lui aveva urtato la vettura blu notte dal lato della portiera che si era piegata in due, e aveva per di più sbattuto la macchina contro un palo.
Al contrario la moto aveva solo un lieve graffio sul lato e lui per fortuna, o per sfortuna, era rimasto illeso.

L’uomo era uscito sbattendo la portiera come una furia con i suoi capelli a spazzola perfettamente dritti e la polo firmata mentre con i piccoli occhi neri inquadrava l’artefice di quel tragico disastro. Senza neanche chiedergli se stesse bene attaccò a urlare. Era ormai più di un’ora che discutevano sul da farsi, a pochi passi dalla casa di Axel.

Il suo cuore non aveva mai battuto tanto velocemente dalla paura, e intanto con i pugni chiusi affondava le unghie nei palmi delle mani.
Si perché chi avrebbe pagato per tutto quello? Il signore nonostante fosse probabilmente ricco si rifiutava di demordere e pretendeva un risarcimento, la madre sarebbe rientrata dal lavoro a momenti, era fuori discussione che assistesse a un simile teatrino.
<<Non c’è un modo conveniente per entrambi di risolvere la cosa? Abbia pietà non posso permettermi di pagare i danni>>
<<Farai bene a trovare una soluzione perché se non te ne occupi tu lo faccio io, e non ti conviene credimi>>
Con il suo sguardo raggelante il signore sgommò via, ovviamente non prima di aver sfrecciato davanti al vialetto di casa, dove stava accuratamente mostrando alla madre di Axel che a quanto pare conosceva, di cosa era accusato il figlio, e non senza un tono mostruosamente plateale.

I due si scambiarono i propri dati per vedere il da farsi in seguito, alla fine il signor Wayne sembrava addirittura tranquillo.
Appena entrati in casa, il giovane si tirò i capelli e iniziò a giocherellare con la manica della giacca in pelle rovinata, gesto in cui si rifugiava ogni volta che poteva quando doveva trattare argomenti delicati con la madre.
Lei si era appoggiata al bancone della cucina, con una bottiglietta d’acqua stretta fra le sue dita bronzee e affusolate.
Raccogliendo le idee Axel cercò di mantenere il proprio tono sicuro che rischiava di vacillare.
<<E’ sbucato dal nulla, ho cercato di spostarmi ma andava troppo veloce->>
<<Sai cosa? Non voglio saperlo, so che nel tuo mondo fatato una cosa del genere è inconcepibile, ma dico sul serio, non dirmelo.>>
Detto questo Janine uscì portandosi via la sua scia di profumo alla cannella e accartocciando spietatamente lo straccio di giustificazioni che il figlio stava per architettare, lo lasciò solo a pentirsi con gli occhi rivolti al cielo.

                               ***

Una porta sbattè violentemente, la madre di Axel era tornata.
Fuori oramai l’oscurità si era impadronita del cielo, nonostante i primi di giugno l’aria umida non stentava ad appiccicarsi ai vestiti dopo un giorno di pioggia, con gli alberi in giardino gocciolanti e il vialetto pericolosamente scivoloso.

Janine ciondolò per un po’ all’entrata per poi entrare di scatto. Aveva il vestito e gli stivali bagnati, i capelli ricci umidi, il trucco sbavato e gli occhi di un verde spento. La sua carnagione, solitamente abbronzata, era di un pallido insolito, quasi come se qualcuno le avesse succhiato via l’anima.
Poggiò le chiavi sul piattino all’ingresso, evitando categoricamente lo specchio e puntando al bancone della cucina, inciampò dopo due passi con goffi modi. Ancora a terra, emise un risolino a malapena percettibile e si strofinò il naso all’insù.
Nel mentre Axel scese di corsa le scale dal piano superiore, riconoscendo solo dai rumori i segnali evidenti di sua madre ubriaca. Si tirò esausto i capelli, sapeva che sarebbe risuccesso, ma perché così in fretta? Meno di un mese l’aveva portata dal gruppo di supporto e sembrava procedesse bene, invece ora questo. Era colpa sua? Probabile. Insomma aveva avuto la brillante idea di distrarsi alla guida di una moto proprio davanti ad un fuoristrada.                                                                
Sbuffando sonoramente la sollevò dalle braccia esili, cercando per lo meno di trascinarla ai piedi del divano. La madre aprì distrattamente gli occhi smorti e gonfi mettendosi seduta.
<<Sai uno pensa sempre di star facendo la cosa giusta, ma quando sembra andare tutto bene e abbassi la guardia, è proprio lì che rimani fregato ricordatelo>> disse lei sbiascicando le parole.
<<Di cosa stai parlando scusa?>> chiese il figlio evidentemente seccato mentre cercava di riscaldarla con una coperta.
Janine rise. <<Di te no? Si parla sempre di te qui. Ad esempio oggi ti sei chiesto perché quel riccone oggi se ne sia andato tutto contento?>>
Axel ripensò all’espressione del signor Wayne mentre usciva <<Beh veramente si…>>
<<Allora ti informo che abbiamo raggiunto un accordo: io sarei uscita con lui così lui avrebbe chiuso un occhio per la macchina, indovina dove sono appena stata geniaccio?>>
Axel strinse le labbra in una linea dritta e dispiaciuta, ora si che aveva senso. Molto probabilmente dopo una cena con quel tizio aveva pensato bene di rimanere a sbronzarsi, certo. “Dopo questo allora il minimo è portarla a dormire” pensò tra se e sé.
<<Scusa, dico davvero, dai ora ti aiuto ad andare di sopra>> disse alzandosi con uno slancio e offrendole la mano.
<<Non credere che con questo gesto galante te la caverai signorino>> sbiascicò la madre con un filo di voce <<Domani ne riparliamo stanne certo>>

                                   ***

<<TROVATO!>> esclamò Janine di prima mattina con un urlo di gioia, che fece sobbalzare il figlio dalla sedia mentre ingurgitava la terza tazza di cereali seduto al bancone della cucina.
Uno e forse l’unico vantaggio che la madre traeva dalla dipendenza dall’alcool era che dopo tanti anni il giorno dopo una sbronza era come nuova, il problema arrivava di sera però.
<<Il tuo entusiasmo mi fa paura, soprattutto a quest’ora>> disse Axel mentre masticava preoccupato.
<<Ma figurati è una sciocchezza, anzi se vuoi saperlo ci sono due buone notizie>> rispose lei sedendosi su uno sgabello
<<Vai informami>> sussurrò lui rassegnato
<<Per prima cosa, non dovremo ripagare i danni alla macchina, il signor Wayne mi ha mandato un messaggio poco fa>> spiegò lei con un sorriso compiaciuto.
<<Okay questa è una buona notizia te lo concedo, si vede che hai fatto colpo complimenti>> disse Axel ridendo sarcasticamente.
<<Si certo, ma è ora che arriva il bello: ho trovato la punizione adatta a te>> battè le mani in segno di vittoria.
Axel spalancò gli occhi <<Dimmi che non implica del lavoro d’estate>>
<<Oh no molto meglio, vedi oggi mi ha telefonato la zia Stacy dicendo che tuo cugino Benjamin ha appena finito il primo anno di scuola qui dopo essersi trasferito con i genitori, solo che non è riuscito ad integrarsi molto bene, ed è qui che entri in gioco tu!>>
<<Ripensandoci accetto volentieri di lavorare da qualche parte mi farebbe bene>> disse lui in un sussurro fingendo di non aver minimamente sentito ciò che la madre gli proponeva.

<<Andiamo non sarà così male, siete coetanei e non vi rivedete da quando avevate meno di cinque anni, la trovo una bella cosa dovresti ringraziarmi>> ribattè Janine portandosi una tazza di caffè fumante in bocca.
Lui assottigliò lo sguardo fulminandola <<Ho cose più importanti da fare che riscoprire parenti perduti>> disse in tono di scherno <<e poi so benissimo che lo fai solo perché odio socializzare se non è strettamente necessario>>
<<Pensa un po’ che lui invece vorrebbe molto avere degli amici, e non pensare che io non sappia che qui sei tutt’altro che sconosciuto agli altri>> disse lei rifilando una frecciatina al figlio.
Lui emise un grugnito di sdegno <<Capirai tanto lo vedrò una volta e stop>>
<<Io invece penso che magari ne nascerà qualcosa di buono, poi l’oroscopo dice che è tempo di cambiamento per gli scorpione, chissà>> ma mentre lei pronunciava queste parole, Axel era già montato sulla sua moto in cerca della tranquillità che con quella decisione sua madre aveva compromesso inesorabilmente, ma lui ancora non lo sapeva.

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⏰ Last updated: Jul 25, 2021 ⏰

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