"CINQUE PETALI BASTERANNO A DECRETARE SE M'AMI?"

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Ad ogni tramonto,
Taehyung gli avrebbe indicato un punto fisso oltre le colline,
e Jimin,
sorridendo dolcemente con quelle sue labbra rosa come l'interno d'una conchiglia,
ne avrebbe sempre ammirato ogni più minuscola sfumatura.

Ora che lui non era più qui,
il rosa oltre le loro adorate alture era sparito senza lasciar traccia.

⠀⠀

« (Come ho fatto a sopravvivere senza di te?) »

❝L'uccellin nato nel mese più caldo dell'anno
perse le ali.❞

❝E perché mai, caro?❞

❝In un giorno sfortunato
trafisse il cranio del tasso
col suo stesso becco,
e per il troppo cordoglio
si disse che non meritava più di spiccar il volo.❞

Jimin, caro, dove hai sentito questa storia?❞

❝Mio dolce Tae, l'ho vista svolgersi dinanzi ai miei occhi un po' opachi.❞

Jimin viveva troppo in alto e non poteva nemmeno notar le lacrime che come fiumi levigavano le guance secche e incavate di Taehyung.

Guardarsi negli occhi era pressoché impossibile e loro lo sapevano bene, per questo quando il fiore chiese "si può essere soli in due?", con tumulto nel cuore, la dionea rispose...

Si.

E poiché i loro cuori battevano all'unisono, Jimin si ritrovava sempre a fidarsi delle sue parole.
Taehyung era per lui l'oracolo,
la certezza su cui basare l'intero roteare del pianeta e il cambiamento delle sue stagioni;
mai, si sarebbe privato di lui.
Mai, sarebbe sopravvissuto senza l'assaporar ancora il suo lene baritono accompagnato da caldi tocchi ambrati come le zanzare intrappolate nella resina dei loro amati faggi.

Quando la dionea lo reggeva alto fra le braccia,
sentiva che persino il cielo avrebbe dato loro la propria benedizione,
ma non importava quanto potesse impegnarsi: Jimin sarebbe sempre stato un po' ignaro e per sempre destinato ad errare.
Si ricordava ancora la prima volta in cui incontrò il suo amato Tae; aprì gli occhi e... la vita era come d'incanto iniziata.

La dioena non possedeva il coraggio per rivelare a Jimin che,
quest'ultima,
avrebbe trovato fine altrettanto velocemente.

Taehyung amava, amava il suo fiorellino, e se non immensamente, più della sua stessa vita!
S'era promesso che un giorno sarebbe riuscito a giunger alla sua altezza, e magari baciarlo dolcemente in fronte, ma per ora si sarebbe accontentato solo dell'osservar del tramonto sotto un cielo condiviso di color rosa.
Sotto quello stesso cielo, la dionea raccontava storie al suo bocciolo.

E Jimin, obbediente come il bravo fiorellino che era, in religioso silenzio stava ad ascoltare immerso fra le sue solite coccinelle e finocchietti.

I racconti di Taehyung non erano reali, la terra lo abbracciava fin troppo stretto perché lui potesse viaggiar in ogni dove, ma riuscivano comunque a tener distratto Jimin dalla tragedia che sotto al suo naso si stava compiendo.

Più soli sorgevano,
più storie s'esaurivano,
e più il fiorellino si faceva bello...
fin quando,
in una sera particolarmente calda,
Jimin richiese il suo solito racconto.

Si spezzò a metà, nel realizzare che non ce ne sarebbero più stati.

"cry, little flower" gracchiavano i corvi cattivi, pieni di risa derivanti dall'accaduto.
Da quel bel fiore che ora strappandosi tutti i petali di dosso, se ne stava disteso in mezzo a miriadi di teste morte.

Niente più tramonti rosa per la venere acchiappamosche e il suo fiorellino dai cinque petali.

teste morte d'una venere acchiappamoscheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora