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AARON.

Poterla stringere in quel modo era stata una delle sensazioni più belle di tutta la mia vita.

Non riuscivo a smettere di pensarci, era dalla sera precedente che Wyn si era impossessata della mia mente e non aveva alcuna intenzione di uscirne, come avrei fatto con lei?

Mi aveva fatto molto male, eppure, sempre per colpa sua, non riuscivo ad avvicinarmi ad altre ragazze, l'università ne era piena e non avrei di certo avuto difficoltà a trovarne una per me, ma io volevo solo Wyn, non potevo farci nulla.

—perché cazzo Emerson si è messo dalla sua parte ieri sera?— domandò Jordan incazzato dalla cucina, dopo ieri sera, Emerson era sparito e stamattina non era ancora uscito dalla sua stanza.

Io e i miei amici vivevamo insieme in una casa a due piani in un quartiere poco distante dall'università. Nessuno di noi aveva intenzione di andare in un dormitorio o in una confraternita, dovevamo essere solo noi sei, senza gente estranea, avevamo un piano da mandare avanti.

—ne hai mai capito qualcosa dei comportamenti di Emerson?— domandò Julián arrivando, molto probabilmente, dalla palestra. Ognuno di noi aveva dei turni in palestra, visto che tutti noi eravamo giocatori di basket dovevamo mantenerci in forma anche quando non avevamo gli allenamenti.

—non può comportarsi così solo perché si fa venire i sensi di colpa. Lei non ne ha avuti quando ci ha denunciati, non può volerla aiutare— rispose Jordan. Capivo la sua rabbia, ormai non riusciva a provare più nessun'altra emozione, il suo rapporto con i genitori era già in bilico allora, con l'arresto il tutto si era rovinato. Wyn non aveva la minima idea di quanti danni aveva causato ad ognuno di noi, che in un modo o nell'altro eravamo stati segnati da questa esperienza di cui avremmo potuto perfettamente fare a meno.

—non lo farà più se sa bene chi è la sua famiglia e chi sono i suoi nemici— commentò Sebastián scendendo le scale, in poco tempo tutti eravamo riuniti in cucina pronti per pensare alla prossima mossa.

—adesso che sa cosa abbiamo in mente, come procediamo?— domandò Cameron a braccia conserte, Emerson sospirò —adesso sicuramente farà di tutto per evitarci, non riusciremo a incontrarla da sola— fece notare, non aveva tutti i torti, dovevamo fare in modo di averla tutta per noi, senza occhi indiscreti addosso, sarebbe stata nostra... Sarebbe stata mia. Che le sarebbe piaciuto o meno era con me che sarebbe finita a passare il resto della sua vita, sapevo che infondo lo voleva anche lei. Mi ero stancato di desiderarla, di doverla guardare da lontano e preoccuparmi di non risultare troppo insistente per non destare sospetti ai miei amici, faceva male non poterla avere, faceva male desiderare quello che avrei solamente dovuto odiare.

Al liceo stavamo bene, anche se ci vedevamo di nascosto sapevo che entrambi eravamo felici, lei sembrava felice quando stava con me, perché lo aveva fatto? Ancora non avevo una spiegazione, e sapevo che lei non sarebbe stata disposta a darmela, sapevo che non voleva avere nulla a che fare con me, era come se mi avesse completamente cancellato dalla sua vita, come se quello che avevamo vissuto, tutti i pomeriggi insieme, le risate, gli abbracci, i baci, non fossero stati assolutamente nulla per lei.

Aveva frequentato qualcun altro in quei tre anni? Mi aveva mai pensato almeno per una volta? Pensava di vivere meglio senza di me o mi voleva ancora al suo fianco?

Cazzo. Se si fosse scusata, se fosse stata sincera con me, se si fosse avvicinata e mi avesse detto tutto ero anche disposto a fermare la furia dei miei amici. Se si fosse scusata anche con loro tutto questo lo avremmo potuto evitare, sarebbe potuta andare d'accordo con loro e saremmo potuti andare avanti.

'perché non mi dici nulla, Bronwyn? Ho bisogno che tu mi dica qualcosa, qualsiasi cosa'

—Aaron?— Cameron mi chiamò premendo una mano sulla mia spalla, riportai l'attenzione sui miei amici, non mi ero reso conto di essermi perso con lo sguardo nel vuoto per il tanto rimuginare su Wyn.

My Secret DesireWhere stories live. Discover now