...E come faccio ad essere sicuro di ciò che provo?
Le emozioni rientrano in un argomento tanto affascinante quanto terrificante... si torna sempre al punto di partenza: che senso ha la vita?
Come fa la gente ad essere felice? Cos'è la felicità? Sto impazzendo, credo proprio di star dando di matto. Cosa vedono gli altri? Qualcuno lo noterà? Qualcuno capirà dal mio sguardo a cosa sto pensando?
Non riesco a respirare, mio Dio... non riesco a muovermi.
Cercherò di restare calmo. Vediamo... com'è che mi aveva insegnato quel ragazzino?
Uno, due, tre... inspiro e di nuovo uno, due, tre... espiro.
Avrò sbattuto le palpebre a sufficienza? Non è che gli altri passeggeri mi hanno visto fissare il vuoto come un ebete? No, ebete non è il termine adatto. Meglio "svitato". Sì, sono proprio uno svitato. Tanto per ritornare al discorso dell'ammattirsi di colpo.
Mio dio, quanto odio i bambini piccoli: tutti quegli strilli, le madri che li rincorrono impacciate per i vagoni, quelle gambette esili ma abbastanza forti da farli correre da una parte all'altra... Sparerei a tutti.
Ma perché le donne si ostinano a procreare all'ultimo? Poi si chiedono come mai i bambini nascano storti o mezzi ritardati. Con quale senno lo domandano? Incoscienti! Se io mettessi incinta una donna a quest'età (anche se non succederà, sto solo facendo un esempio) la costringerei ad abortire.
Come cazzo fanno quelle fighe di legno a cagare bambini dopo i trentacinque anni? Impensabile, davvero mostruoso... le infibulerei dalla prima all'ultima. Zoccole che se le cercano tutte pur di tenersi il marito...
D'altronde il problema è il genere umano in sé, no?
Io non sono altro che uno dei tantissimi problemi di questo mondo; sono certo che per eliminarli tutti dovremmo fare uno sterminio di massa.
E se avvenisse un genocidio globale?
L'artefice potrebbe chiudere in bellezza con un suicidio ed il genere umano si estinguerebbe!
Mi entusiasma la sola idea... potrei rivestire io quel ruolo. Mi ci rivedo abbastanza.
E chissà se...Nel galoppare dei miei pensieri s'intromette lo squillo della fermata e la voce registrata che annuncia l'apertura delle porte: Piazza Duomo.
Quanta gente sogna di lavorare qui con un posto fisso, magari pure per qualche marca famosa.
Si sa che, se si lavora con dedizione, alla fine del mese il capo potrebbe concedere ai dipendenti delle rese: veri e propri capi firmati in regalo.
Diamine che sole... è appena dicembre... surriscaldamento globale di merda!
...Altra piaga del genere umano, a quanto dicono.
Se avessi già risposto alle mie domande, a quest'ora non vivrei più. Non ne avrei bisogno.
Il lavoro è solo la corona della mia vita: io sono ben altro: non mi identifico con esso, no di certo.
Mi serve solo per mangiare. Se potessi viver d'aria, ne farei anche a meno."Signor Palmieri, buongiorno!"
Ahhh... quella testa di cazzo di Biagio Ricci... se avessi saputo (ai tempi del colloquio) che avrei dovuto lavorare con un elemento simile, avrei fatto domanda per l'Allianz, in Piazza Tre Torri.
Non c'entra nulla col mio lavoro, ma l'ambiente di quegli uffici m'ispira parecchio.
Attualmente sono un bibliotecario.
Non sto alla Mondadori, purtroppo... o almeno, non sto nella Mondadori grande.
Non posso vedere la cattedrale dalle vetrine.
Mi hanno affibbiato un posto alla Rizzoli, alla fine della Galleria Vittorio Emanuele II.
Comunque siamo sempre lì, insomma. Un centinaio di passi e il Duomo ce l'ho sotto il naso.
Era un semplice capriccio...
Ma con quel Ricci... Ricci non è un peso, è una maledizione!
"Buongiorno a lei!" e rimango sempre cordiale, ma volutamente distaccato.
Se non ci fosse la prassi gli avrei già da mò ridotto a brandelli quelle maledette tonsille da pettegolo che si ritrova.
Piccola osservazione, impossibile da trascurare: tutti puntano sempre al turno in cassa, per non fare nulla, giocare con il cellulare e starsene seduti in santa pace. Io ho una mente pensante e attiva, perciò faccio il contrario.
Come al solito, vado contro corrente e frego il posto agli stolti che lo disprezzano.
Mi piace sistemare gli scaffali ed aggiustare le vetrine: mi tengo impegnato, mi muovo, sembro vivo.
Devo curare di più l'espressività, evitare di fare facce strane o essere del tutto strano, ma per il resto ci so fare con i clienti.
Sono molto pacato.
Anche la mia altezza mi aiuta a svolgere ogni compito in maniera piacevole: sono l'unico che riesce a sistemare i volumi fino all'ultimo ripiano e ne vado orgoglioso.
Talvolta finisco dietro, negli uffici, a scartabellare fogli e buste, raccomandate e scartoffie, ma è piacevole, perché mi fa sentire impegnato.
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QUELLO CHE AMAVO
HorrorUn signore di quarant'anni, residente nella città metropolitana di Milano, conduce una vita apparentemente normale. Non ha né moglie né figli e passa abbastanza tempo a lavoro. Nessuno lo conosce bene fuori dall'ambito lavorativo e lui sembra voler...