La danza

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La sala è illuminata da un tripudio di luci calde, come per contrastare il freddo dell'esterno. Enormi lampadari pendono dal soffitto a volte incrociate, sui bracci tintinnano tante gocce di cristallo. Decine e decine di coppie, con i volti coperti da delle maschere, stanno già danzano sul pavimento in marmo, il suono dei violini riempie l'aria. Si dice che la sala abbia la forma di un pentagono, la figura prediletta dal padrone di casa, ma con tutte quelle vesti che volteggiano ti è impossibile verificarlo.

Possibile che sia stato così pazzo da lasciare un indizio tanto importante sotto lo sguardo di tutti?

All'improvviso, come risvegliato dai tuoi pensieri, ti si para davanti. Non è arrivato camminando, no. È come se fosse stato portato direttamente dal vento, scivolando sulle figure mitologiche che si affollano sotto i vostri piedi. Il tuo cuore manca un battito, non ti aspettavi che ti individuasse così in fretta. È vestito in nero, proprio come te, ma il suo volto è nascosto da una grande maschera ricoperta di piume, che raffigura un maestoso cigno. Il bianco sembra fare a pungi con l'oscurità sprigionata dal resto del completo. Il collo dell'animale gli copre il naso, la testa con il becco arancione si impone sulla fronte alta, le ali incorniciano il resto del viso, lasciando scoperti solo gli occhi e una piccola parte delle guance.

A toglierti ogni dubbio sulla sua identità sono sette piccole lentiggini, che formano una costellazione tutta loro. Tre a destra, quattro a sinistra.

Eccolo, il mostro, il demone che ha ordinato ai suoi scagnozzi di distruggere tutto ciò che amavi, solo per la brama di poter osservare altro dolore, dipinto in modo grottesco sui volti dei bambini, cantato dalle urla degli adulti.

Si ricorda di quel giorno di anni e anni fa o l'incontro è semplicemente casuale?

"Volpe" dice, osservandoti, e per un momento sembra che tutti i ballerini si siano congelati ai loro posti. Ma è solo un attimo. Riprendi il controllo e i suoi giochetti non hanno più effetto su di te.

La regola del ballo è chiamare tutti con l'animale in cui si identificano, quello che maschera loro il volto. Vorresti rivolgerti a lui urlandogli assassino, ma preferisci stare al gioco. "Cigno" rispondi, accennando un inchino con la testa.

Forse non conosce ancora la tua identità. Forse, questa potrebbe essere l'occasione perfetta per la tua vendetta. Sei al corrente del suo punto debole, quello che lo ancora alla sua forma mortale. Se colpisci lì, il più è fatto. Stringi la mano sull'impugnatura in ossidiana della daga, accuratamente nascosta dalle pieghe della gonna. Tuttavia, non puoi fare a meno di chiederti cosa abbia in mente.

Ti porge la mano per invitarti a danzare con lui e accetti senza esitazione.

Dopo tutto questo tempo, dopo tutta la fatica che hai fatto per riuscire ad essere qui, è finalmente giunto il tuo momento.

È ora di chiudere questa storia.

Iniziate a volteggiare per la sala, con la musica dei violini che si fa sempre più intensa. Nessuno sembra fare caso a voi. Cerchi di condurlo verso le ampie tende che coprono le finestre, per avere una via di fuga rapida. Il cuore ti martella contro il petto, come un uccellino contro le sbarre della sua gabbia.

La danza prevede adesso che i ballerini si separino dal partner e si scambino i posti. È l'attimo che stavi aspettando. Con un movimento rapido estrai la daga e la lanci, sperando che centri il bersaglio. Ma lui la evita con un movimento aggraziato, una lieve flessione del busto e delle gambe, che potrebbe apparire quasi casuale. La tua arma fende l'aria e scompare, come inghiottita da un mostro invisibile.

Adesso sì che sei nei guai.

Ora siete di nuovo faccia a faccia.
"Non sei tanto furba, per essere una volpe" ironizza lui. Puoi quasi vedere il ghigno che aleggia sul suo volto, anche se è coperto dalla maschera.
"E tu non sei certo ammirato come i cigni. Dico bene, Lucifero?" ribatti, la rabbia e la vergogna che ti esplodono nel petto.

I suoi occhi verdi sembrano lanciare scintille, come se il bosco che contengono stesse andando a fuoco. Odia quel nome.

Un peso familiare sul fianco sinistro ti fa notare con stupore che la tua daga è di nuovo lì.

Il Diavolo ha voglia di giocare.

Il ballo continua, mentre voi proseguite a volteggiare per la sala. Dall'esterno non sembra essere cambiato niente, ma per voi è tutto diverso. Tu cerchi di colpirlo e lui prova a confonderti. La musica dei violini è sempre più veloce, il suono sembra più cupo. È come se stesse per arrivare una tempesta.

Solo che non c'è nessun posto in cui puoi rifugiarti.

Il volteggiare dei vostri piedi si trasforma in una danza di morte. Ma tu sei sempre più stanca, mentre lui sembra quasi divertirsi.

Vorresti cancellargli quel ghigno dal volto.
L'odio ti rode l'anima come un cancro.

Ti lanci all'attacco con un ultimo, disperato grido. Ma nessuno si gira, nessuno ti sente. È come se steste ballando in una tempesta di fulmini, in un uragano.

Questa volta, lui riesce a disarmarti. Calde lacrime ti rigano il volto, mentre vorresti solo distruggere tutto. La sala, i ballerini, il suo volto che detesti così tanto, te stessa.

Lui si avvicina. Forse vuole ucciderti.

"Tanto meglio" pensi. "Basta che finisca questa tortura".

Invece, ti sussurra poche parole: "Vedi? Siamo più simili di quanto credi. Tu desideri la vendetta, aspiri alla gloria. Ma soprattutto, sei così sconsiderata da metterti contro qualcuno molto più potente di te. Ammiro queste qualità. Dovresti unirti al mio seguito".

La proposta ti coglie totalmente di sorpresa. Boccheggi.

"Mai" trovi alla fine la forza di dire, ma forse è più per abitudine che per una vera convinzione.

Nel suo sguardo compare una punta di delusione.

"Come vuoi" sussurra, malefico.

"Se pensi che finirà così facilmente, ti sbagli di grosso" sibili. "Ti conviene uccidermi ora, perché io riproverò a spedirti nel buco infuocato da cui sei venuto ancora e anc-"

"Oh, ma io lo so questo" ti interrompe lui con tono mellifluo. "Ecco perché ho intenzione di divertirmi ancora un po' prima di prendere la tua anima".

Un lieve movimento delle sue dita e, come in una sorta di trance, tutto si fa più piccolo: le luci si affievoliscono, i ballerini scompaiono. Restano solo un paio di occhi verdi che ti fissano. Poi, più nulla.

Ti ritrovi nella neve, i fiocchi ti vorticano attorno. Il freddo ti ghermisce le braccia nude. L'abito è a pezzi. Il respiro è mozzo, dei tagli sul viso stillano sangue.

Però sei viva.

Ed è persino peggio di quanto avessi immaginato.

Danza con il diavolo [one-shot]Where stories live. Discover now