Lei

82 11 22
                                    

Mentre Ben decide che è del tutto inutile continuare ad opporsi all'ossessione dei suoi amici riguardo al mistero del campo, i ragazzi si fanno coraggio ed entrano nella roulotte; è una di quelle più isolate, si trova quasi ai confini, dove il prato è interrotto dall'asfalto.

June si porta davanti agli altri, puntando la torcia davanti a sé.

«Dovevo portare il rilevatore di ectoplasmi,» borbotta tra i denti. Gli altri ignorano questa sua uscita, che in una situazione diversa avrebbe fatto ridere tutti; sono tutti troppo tesi per prestarle attenzione. C'è ancora una poco rassicurante puzza di carne bruciata nell'aria, ma nessuno ci tiene a far notare la cosa.

Dietro di lei, Scott agguanta la mano di Keira, mentre Ben e Robin dissimulano sicurezza.

Anche l'interno di questa roulotte è stato divorato dalle fiamme, ma solo a un estremo, quello dove si trovano adesso; il posto del guidatore e i sedili sono praticamente carbonizzati, i vetri sono scoppiati e sparpagliati sul pavimento, scricchiolano sotto alle scarpe producendo un rumore ancora più sinistro.

June inizia ad avanzare, tenendo le braccia tese e il cellulare puntato davanti a sé, come in un film sugli esorcisti di serie B. Più vanno avanti, addentrandosi nel camper, più sembra che le fiamme si siano affievolite. Si vede chiaramente come l'incendio non sia arrivato fino a lì, e abbia creato danni solo in minima parte alla coda del camper; forse per via della sua posizione, nell'angolo più isolato del campo, è uno dei pochi ad essere rimasto almeno in minima parte intatto.

C'è un silenzio innaturale, inquietante. Nemmeno Ben riesce più a trovare qualcosa di sarcastico da dire; June sposta la torcia ai lati, per terra; illumina per qualche secondo gli oggetti di tutti i giorni che facevano parte della vita degli abitanti di quel camper, ormai rotti o semi carbonizzati.

Una volta giunti alla fine del camper, i ragazzi si ritrovano davanti un cumulo di vestiti e cuscini stesi su un materasso; alcuni sono intatti, altri sono rovinati o bruciati per metà.

Sembra quasi che qualcuno li abbia spostati lì dopo l'incendio.

«Qualcuno vuole rifarsi il guardaroba?» esclama finalmente Ben, strappando una risatina generale. Keira si finge innervosita, ma in realtà anche lei è sollevata dalla battuta del suo amico, che riesce ad alleggerire un po' la situazione.

«Non c'è niente da ridere,» sbotta invece June, voltandosi verso gli altri, ritrovandosi così di spalle rispetto al mucchio di vestiti. «Non vedete? Questa roba proviene da parti diverse del camper. Qualcuno è entrato qui prima di noi e le ha spostate!»

Mentre parla, June gesticola e indica alcuni dei vestiti, completamente intatti, e altri che invece sono pieni di buchi dove il fuoco li ha consumati.

«Non capisco il motivo,» fa Robin, giocherellando per il nervosismo con la sigaretta che tiene dietro all'orecchio. «Che senso avrebbe spostare della roba in un posto deserto?»

«Non è una buona idea chiedere a June il senso delle cose,» rimarca Ben; la diretta interessata lo guarda male e gli punta un dito addosso, pronta a rispondergli male, ma non fa in tempo a parlare che, nel silenzio assoluto del camper, si sente uno starnuto.

June resta ferma col dito a mezz'aria, gli occhi spalancati e le labbra appena schiuse.

«Chi è stato?» domanda, squadrando uno ad uno i suoi amici, e tutti scuotono la testa.

L'iniziale confusione della ragazza si trasforma in terrore quando si accorge che lo starnuto proviene da dietro di lei.

Dal cumulo di vestiti.

«Oh cazzo,» strilla Robin, indietreggiando di un paio di passi, mentre June si catapulta dietro agli altri, continuando a puntare la torcia verso il punto incriminato, quel mucchio di vestiti, coperte e cuscini.

Favole dalla DiscaricaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora