JJ Maybanck

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Presi un respiro profondo prima di alzare lo sguardo verso lo specchio davanti a me. Dovevo sembrare una kook, ma non mi avvicinavo minimamente alla ricca bellezza che loro possiedono.
Il vestito rosso che indossavo seguiva le curve del mio corpo, anche se alcune pieghette dimostravano che mi stava leggermente largo, mentre il trucco minacciava di sciogliersi da un momento all'altro.
"Y/n, sei pronta?" tenni gli occhi puntati sul mio riflesso, passando le mani sulla mia vita, come se così facendo avessi potuto stringere il vestito.
"Ei, y/n ci sei?" questa volta spostai lo sguardo sulle scarpe che mi aveva prestato Kiara. Scarpe rosse come l'abito che avevano l'aria di essere davvero scomode se venivano tenute per molto.
"D'accordo y/n, adesso entro, mi stai facendo preoccupare" la porta si aprì di scatto, facendomi sobbalzare lievemente. Osservai JJ entrare nella stanza, cercandomi con lo sguardo, e quando mi vide spalancò gli occhi.
"Wow" le mie labbra si piegarono in un piccolo sorriso, mentre voltai nuovamente il viso verso lo specchio.
"Y/n, sei stupenda" la sua voce era sincera, e le parole avevano lasciato le sue labbra quasi in un sussurro, eppure ancora non riuscivo a convincermi. Con quel vestito non mi sentivo bella, non mi sentivo me stessa.
"Non é vero"
"Cosa stai dicendo?" mi voltai verso di lui osservandolo. Lui si che sembrava un kook. La camicia, i pantaloni eleganti neri, il gilet e perfino il papillon lo facevano sembrare serio.
"Non sono stupenda. Il vestito mi sta largo e, mio dio, il trucco sembra che non veda l'ora di sciogliersi. Per non parlare di quelle scarpe, cristo, sembrano così scomode" mi osservò ancora una volta prima di spostare lo sguardo sulle scarpe rosse con il tacco a spillo poste di fronte allo specchio.
"Oh si, sembrano davvero molto scomode" risi leggermente alla sua affermazione. Quel ragazzo aveva questo super potere, era in grado di far ridere chiunque in qualsiasi momento, anche se lui stava morendo dentro.
"Però siamo costretti, non vorrai mica fargli prendere l'oro senza nemmeno ostacolarli un po'" sorrisi abbassando lo sguardo, per poi scuotere la testa in segno di negazione.
"Perfetto, allora mettiti quelle scarpe signorina, la festa di mezza estate ci aspetta"

"Kiara spiegami come fai a camminare con queste scarpe" dissi spazientita voltandomi verso la ragazza che camminava armoniosamente sui tacchi lilla, rivolgendo sorrisi cordiali alle persone che le passavano di fianco.
"Pensa che siano delle scarpe da ginnastica, é questo il segreto se non vorrai maciullarti i piedi" mi guardai i piedi, cercando di immaginarmi le mie amate scarpe al posto di quei sandali, ma non ci riuscii.
"Si, beh, ci proverò" annunciai guardando attentamente il viale di ghiaia facendo attenzione a dove mettevo i piedi in modo da non inciampare.

Il porticato della villa dei Cameron si avvicinava sempre di più, e la mia ansia aumentava ad ogni passo incerto che facevo. Osservai gli altri, Kiara guardava avanti, con lo sguardo perso nel vuoto, senza più sorridere a coloro che ci passavano di fianco, Pope guardava i suoi piedi, camminando con le mani in tasca, mentre JJ si guardava intorno, guardando la gente che ci passava di fianco e che per una volta non ci diceva nulla ma si limitava ad osservarci scambiandosi delle chiacchiere tra loro. Eppure nella mia testa sentivo un senso di confusione, un caos enorme che non dava il minimo segno di voler smettere.
"Ei, ragazzi, io vi raggiungo tra un attimo, ok?" vidi i loro sguardi preoccupati, che liquidai con un piccolo gesto della mano facendo proseguire Kiara e Pope, seppur incerti, mentre JJ mi osservava.
"Ei, tutto ok?" mi posò una mano sulla spalla, cercando di captare il mio sguardo, fallendo miseramente.
"Si, é tutto ok" aggrottò le sopracciglia spostando la mano libera sulla mia guancia, facendo incontrare i nostri sguardi.
"Che cos'hai y/n?" presi un respiro profondo, cercando di regolare il mio battito cardiaco che continuava ad accelerare.
"Io, io non mi sento a mio agio, per niente. Tutte queste persone, tutte quante, é come se mi gridassero in faccia i peggio insulti, e sai perché?" feci una breve pausa, respirando profondamente mentre il ragazzo si limitava ad osservarmi.
"Perché non sarò mai come loro, non potrò mai competere con loro. Loro sono i kooks cazzo, l'alta società, gli unici che possono dire di vivere in modo dignitoso. Io non ce la faccio, non riesco a guardarli senza essere invasa da un senso di angoscia, e mi dispiace per il piano di John B, ma tutto questo mi sta opprimendo" il mio fiato in quel momento era corto, la mia voce tremolante, una piccola lacrima cadde dal mio occhio percorrendo la mia guancia, e io la lasciai correre.
"Ei, ei guardami" mi costrinse a guardarlo. I suoi occhi azzurri erano puntati sui miei, probabilmente rossi e gonfi a causa delle lacrime che stavo cercando di trattenere.
"Loro saranno pure l'alta società, ma noi siamo coloro che li tengono in piedi. Siamo noi che gli doniamo la ricchezza, senza i dipendenti nelle loro fabbriche loro in questo momento starebbero strusciando a terra senza nemmeno un paio di mutande. E sai una cosa y/n?" scossi la testa, mentre un'altra lacrima abbandonò i miei occhi, ma questa volta fu asciugata dal pollice di JJ, mentre i suoi occhi scrutavano i miei in modo dolce.
"Nessuno, e dico nessuno, riuscirà mai a competere con te, perché tu sei troppo forte, riusciresti ad uccidere chiunque con una semplice occhiataccia" sorrisi, tirando su leggermente col naso in modo decisamente poco elegante, per poi stringere il ragazzo tra le mie braccia, sussurrandogli un grazie all'orecchio e lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.
"Sai che cosa ti dico adesso? Andiamocene, andiamo in una spiaggia e passiamo la serata là, non ti farò soffrire per uno stupido piano"
"Ma, JJ, devi dare il biglietto a Sarah"
"Non mi interessa, mi scuserò con John B domani"

"Allora, vuole scendere signorina?" lo guardai allungare la sua mano verso di me, sorridendomi lievemente.
"Certamente" afferrai la sua mano, aiutandomi a scendere con essa. Avevamo raggiunto la spiaggia più vicina e si poteva sentire distintamente la musica lenta che proveniva dalla villa dei Cameron.
"Si sente la musica" dissi sorridendo lanciandogli uno sguardo.
"Non c'é da stupirsi, la tengono altissima"
"Mai alta quanto la teniamo noi" ridemmo quasi in maniera sincronizzata, mentre le nostre mani ciondolavano avanti e indietro strette tra di loro.
"Ei, JJ, aspetta un momento" lasciai la sua mano abbassandomi fino ai piedi, era arrivato il momento di togliere quelle scarpe, in fin dei conti nessuno ci avrebbe visto e sarebbe stato un peccato sporcarle di sabbia.
"Sei un caso perso y/n" lo raggiunsi in poco tempo, afferrando nuovamente la sua mano, sorridendogli automaticamente.
"Prova a dirlo senza ridere" lo sfidai, iniziando a correre verso il mare, lasciando ancora una volta la sua mano.
"Ei, aspetta!" lo guardai da lontano togliersi i mocassini velocemente per poi correre verso di me, cercando di raggiungermi.
"Prova a prendermi!" corsi sulla sabbia, i cui granelli mi solleticavano la pianta dei piedi.
"Sai che ti raggiungo!" sorrisi, tentando di aumentare la velocità, spingendomi fino al mio limite sentendo la brezza marina solleticarmi il viso, quasi faticai a tenere gli occhi aperti.
Sapevo che JJ era più veloce di me, e sarebbe stata una questione di secondi prima di venire catapultata per terra. E così fu, dopo poco tempo mi ritrovai a qualche centimetro dal suolo.
"Presa" non dissi nulla, mi limitai a sorridere cercando di riprendere fiato, cercando di far entrare più aria possibile bei polmoni.
"Sapevo che mi avresti presa, prima o poi" gli dissi a bassa voce, alzandomi facilmente da terra.
"Lo so che lo sapevi" ci guardammo per un tempo indefinito, vedevo i suoi occhi luccicare a causa della luce fioca che arrivava dalla luna. Si avvicinò piano, mentre io continuavo a sorridergli, inspirando ed espirando profondamente.
"Ho sempre pensato che tu fossi fantastica, ma adesso" fece una pausa posando la mano destra sulla mia guancia, accarezzandola piano con il pollice.
"Adesso credo che tu sia bellissima" trattenni il respiro, mentre i nostri visi si avvicinavano l'uno all'altro, fino a rimanere a pochi centimetri di distanza.
"Posso baciarti?"
"Certo" e successe tutto velocemente. Le sue mani sulle mie guancia, le sue labbra sulle mie, le mie braccia attorno al suo collo. Un mix di emozioni mi travolse, tutto era perfetto in quel momento, così perfetto che dimenticai perfino di essere alle Outer Banks, in cui niente può essere perfetto.

ImmaginaWhere stories live. Discover now