Capitolo 6

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Beatrice

Passai al bar per un panino e mi diressi verso la De Luca Editori, non avevo l'auto di conseguenza mi ci vollero ben più di cinque minuti per raggiungere la meta ma non me ne preoccupai molto.

Incrociai Liliana in ascensore, probabilmente stava andando a pranzo.

" Ehi Bea! Non ti vedo da due giorni dove sei finita?"

" Ho avuto da fare, sai com'è De Luca" lei annuì comprensiva

" A tal proposito, oggi è fuori di se ha fatto fuori due stagiste e un fattorino! Sai che gli prende?" accidenti se lo sapevo! Ero proprio io la causa di tutto quel casino.

" No, non direi ma quell'uomo è peggio di una donna in fase premestruale quindi non c'è da stupirsi" il suo sguardo indugiò su di me

" Sembri diversa" sorrisi ed espirai

" Mi sento diversa" le porte si aprirono e io mi fiondai nella baraonda

" NO! Quelle saranno pubblicate giovedì e non domani, domani c'è la conferenza per il saggio di Stevia!" chiuse il telefono e lo scaraventò sul divano.

" Ok adesso calma tigre sono qui" dissi tranquilla togliendo il cappotto e mettendomi comoda sulla sedia.

" stai fuori tutto il giorno lasciandomi nei casini e mi dici di stare calmo!?"

" ti ho portato il caffè" gli indicai il bicchiere sul tavolo della scrivania

" e sì, devi stare calmo ,sederti in quella bella sedia e aiutarmi a sistemare i tuoi casini" lui mi guardava come se fossi un alieno

" chi sei tu e che ne hai fatto della mia segretaria?"

" sono la tua assistente e non segretaria e comunque sono sempre io solo leggermente più sbroccata, è un problema?" lui si guardò intorno e i foglio sparsi per tutta la stanza lo fecero sbiancare.

" No non lo è... solo, non andare via mai più" sembrava stanco e disperato, lo avevo ridotto io in quel modo e anche se non lo avrebbe mai ammesso quell'uomo aveva bisogno di me.

***

Passammo ore a sistemare quel pasticcio ma alla fine tutto andò per il verso giusto, le date e gli orari coincidevano e i manoscritti corretti e sistemati pronti per la fase editing.

Mi stiracchiai allungando le braccia al cielo e Samuel mi guardò in modo strano, abbassai lo sguardo e vidi che un bottone della mia camicia era aperto lasciando posto ad una scollatura meno casta del solito.

" Oh scusa..." riabbottonai la camicia e arrossii per l'imbarazzo.

" sto morendo di fame, ti va se andiamo a cena?" sgranai gli occhi per lo stupore, De Luca / Akbar il mio capo stronzo ,egoista, dalle personalità multipla, mi sta chiedendo di andare a cena con lui.

" Beatrice non ho intenzione di mangiare te" il suo tono suadente e calcolatore mi fece arrossire ancor di più

"ehm.. si va bene, prendo la borsa" il tremolio mi accompagnò per tutto il tragitto fino al ristorante. Samuel mi aiutò a scendere dall'auto e mi scortò dentro poggiando una mano sulla mia schiena.

" un tavolo per due per cortesia" il cameriere ci mostrò il nostro tavolo e ci illustrò il menù.

Io presi gli spaghetti al nero di seppia mentre lui ordinò un piatto strano con un nome impronunciabile.

" ti si coloreranno i denti di nero"

" e a te verrà un indigestione, cosa diavolo c'è in quel piatto?"

Una Divina TragediaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora