The chaos chapter: Freeze, YOU - CHOI YEONJUN

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Era un venerdì soleggiato, banale, come tutti gli altri.
Seoul era caotica come ogni altro venerdì di ogni mese.
I taxi sfrecciavano, i treni puntuali al secondo, i semafori lampeggiavano nelle strade trafficate segnando il passaggio di pedoni e ciclisti.
Era un venerdì soleggiato, banale, come tutti gli altri e il mondo, proseguiva la sua quotidiana routine.
Il mondo, eccetto due ragazzi.
Per Mei, Yeonjun era il primo vero amore, quello per cui il tuo cuore batte all'impazzata, quello per cui vale la pena prendere una D durante un test di verifica.
Per Yeonjun, Mei era una boccata d'aria fresca, una luce dopo le sue precedenti relazioni pesanti e opprimenti.
Con lei, si sentiva bene, si sentiva libero, si sentiva davvero Yeonjun.
Entrambi non avevano esperienza dell'amore, quello con la A maiuscola.
Era tutto nuovo.
Ogni giornata era per loro sconosciuta ed eccitante, proprio come quel soleggiato e banale venerdì.

Yeonjun, arrivato nel cortile del liceo di Mei, mise un piede per terra, spense il motore e levandosi il casco, scosse la testa, sistemandosi i capelli schiacciati dalla visiera, in modo naturale.
Amava la sua moto, forse era l'oggetto a cui aveva tenuto di più nei suoi ventidue anni di vita.
Finalmente avrebbe avuto occasione di fare incontrare le due donne più importanti per lui, Mei e la sua Rose.
Aveva soprannominato così la sua moto, sebbene non fosse rosa, ma di uno splendido rosso brillante.

Incastrò il casco nel manubrio e tirò fuori il secondo nuovo di pacca, acquistato per questa occasione speciale.
Rigorosamente bianco e rosa, colore preferito della sua ragazza.
Nonostante Mei se ne sarebbe fregata e ne avrebbe anche fatto a meno, lui non avrebbe mai acconsentito a portarla in giro senza, non se ne parlava assolutamente.
Lo adagiò delicatamente sul sellino posizionandogli affianco quello nero, il suo.

Erano come il sole e la luna, come il giorno e la notte.
Però, forse, era proprio per questo che erano una coppia tremendamente invidiata.
Invidiata dalle coetanee di lei, che sognavano il fidanzato più grande, invidiata dagli amici di lui, che volevano una storia senza troppe complicazioni da adulti, ma allo stesso tempo criticata dai genitori di lei che non volevano assolutamente che frequentasse un ragazzo così indipendente, troppo per una della sua età.

Ma Mei era fatta così, non le interessava il parere altrui se andava contro la sua felicità, perché sì, lei, con il suo Yeonjun era felice.
Non le faceva mai mancare nulla.
La copriva con la copertina quando la sera, a casa di lui, si addormentava sui libri per la stanchezza.
La portava a mangiare in quel ristorante di sushi in cui "fanno il sashimi che non sa di plastica".
Le ricordava di prendere gli integratori per la pressione quando, persino sua madre, se ne dimenticava.

Adesso, ad esempio, Yeonjun, era corso da lei, appena aveva detto che le mancava vedere il suo viso.

Ed eccolo lì, appoggiato al muretto di un edificio scolastico, luogo da lui tanto odiato all'età di Mei, in attesa che la sua studentessa preferita terminasse chissà quale noiosa lezione che, probabilmente, poche ore dopo avrebbe già scordato.

Controllò l'orario sul suo cellulare.
12:30.
Era parecchio in anticipo, ma non stava più nella pelle, non capitava spesso che Mei gli esternasse in quel modo i suoi sentimenti.
La mora di fatti, era molto esuberante ed estroversa, ma lo era con tutti, a differenza sua.
Yeonjun non era restìo a nuove conoscenze, tuttavia non era abituato a mostrarsi subito per come è.
La gente lo giudicava in base al suo aspetto, era sempre stato così, e così sarà per sempre, pensava.
Invece, un bel giorno, forse era stato proprio un venerdì, l'alunna migliore del liceo migliore della città lo notò e, come se niente fosse, gli si avvicinò, domandandogli un semplice 'Ciao! Sai per caso a che ora passa l'ultimo autobus?'.
Questa frase, bastò questa comune frase a fare scattare qualcosa dentro Yeonjun, che colse la palla al balzo e poi... Il resto è storia.

Tamburellò con le dita sul suo ginocchio, ma alla fine decise, non avrebbe atteso oltre.
Scavalcò il cancello che lo separava dall'istituto e si avventurò per il giardino, spiando nelle varie classi, alla ricerca della sua Mei.
Sfortunatamente per lui, l'aula della ragazza si trovava all'ultimo piano, così, arreso per non averla trovata, ritornò alla sua moto.
Quando credeva di doversi rassegnare e aspettare altri quindici minuti, intravide, in alto, un luccichìo a lui familiare.
Il fermaglio di Mei si notava perfino dal pianoterra.

Sorridendo, il castano, si mordicchiò il pollice, continuando ad osservarla.
Era bellissima.
Ma anche parecchio distratta.
Anche se, in una normale situazione l'avrebbe ripresa, in quel momento non voleva, non poteva.
La capiva perfettamente perché entrambi si trovavano sulla stessa barca.
Fremeva, il sangue gli scorreva veloce nelle vene, le labbra non riuscivano a rimanere ferme.
Non vedeva l'ora di riabbracciarla e di baciarla, di chiederle come fosse andata la giornata a scuola e poi di baciarla ancora.
Il suono della campanella, segnò la fine delle lezioni e la fine delle loro pene.

Mei scese le scale con lo zainetto su una sola spalla. Un cordino era più lungo dell'altro e le pendeva fino al polpaccio, rimbalzandole, ad ogni passo, sulla gamba nuda.
Era davvero sbadata, non faceva caso a quelle cose che invece Yeonjun notava subito.

Appena arriva glielo regolo.

Pensò il ragazzo, non staccandole gli occhi di dosso.
La mora invece, salutò le sue amiche con due innocenti baci sulla guancia e iniziò a scrutare attorno alla ricerca di Yeonjun.
Gli avrebbe gettato le braccia al collo e lo avrebbe abbracciato talmente stretto, che avrebbe avvertito il suo profumo naturale della pelle.
Poi lo avrebbe baciato, e infine gli avrebbe raccontato di quella stronza di biologia, che aveva interrogato ingiustamente un suo compagno.

Finalmente i loro sguardi si incrociarono.

Lei cominciò a correre verso di lui e rallentò appena si accorse della moto a cui era appoggiato.
Gli si fermò esattamente di fronte, e sorridendo la indicò.

"È Rose????"

Yeonjun annuì e aspettandosi un bacio, rimase di stucco quando lei, dolcemente,  accarezzò la carrozzeria.

"Ciao Rose! Piacere di conoscerti, Yeonjunnie mi ha parlato molto di te!"

Il ragazzo arrossì sentendosi chiamare con quel vezzeggiativo tanto colloquiale.
Sebbene fosse stato più grande di tutte le sue ex fidanzate, in realtà nessuna l'aveva mai chiamato così, o almeno non così amorevolmente.

Mentre Mei era chinata ad osservare la moto, le sì avvicinò e nella stessa posizione, ma dietro la sua schiena, le strinse i fianchi, infilò la testa tra i suoi capelli e le baciò il collo, delicato.

"Come è andata oggi?"

La mora rabbrividì a quel contatto inaspettato.
Yeonjun era molto fisico, e lei, ancora non ci aveva fatto l'abitudine.

"Te lo racconto se mi porti a fare un giro con Rose!"

Se lo aspettava, se lo aspettava eccome.
Ammiccò al casco femminile poggiato ancora sul sedile e le fece cenno di indossarlo.

"Non era necessario il casco anche per me!"

Esclamò lei, visibilmente contenta di poter indossare qualcosa di così tanto figo.
La conosceva bene, Yeonjun.

Dopo averle regolato la spallina dello zaino, sistemato il cinturino del casco e abbassata la visiera, la aiutò a sedersi per poi montare anche lui.

"È la prima volta?"
"Sì!"
"Tieniti forte, d'accordo?"
"Va bene"

La ragazza gli afferrò le anche sotto la giacchetta di pelle, attaccandosi con il petto alla sua schiena.
Yeonjun diede di gas e partirono.
Mei non si aspettava un tale contraccolpo, eppure lui si era raccomandato di tenersi forte.
Le mani di lei finirono per cingergli l'intera vita, ma per fortuna, le ci vollero pochi metri per abituarsi, alla fine il rumore del motore e del vento, erano abbastanza piacevoli.
Non capiva perfettamente come mai lui adorasse così tanto andare in moto, ma di sicuro, da quel momento in poi, l'avrebbe accompagnato ovunque lui avesse voluto.

Tomorrow by together || SHOTS ||Where stories live. Discover now