Chapter 5

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Hotel California, Eagles.

"Mh, sei sicura che sia una gita priva di rischi?"

"No, ma è per questo che siamo supereroi, no?"

Avevo salutato ancora una volta Laura e i ragazzi, e ora ero sulla soglia aspettando la macchina di May che avrebbe portato me e Peter all'aeroporto.
Clint mi stava facendo le ultime raccomandazioni, sebbene sapesse che non ne avessi bisogno visto che me la sarei cavata piuttosto bene.

"Sì, certo, ma ora è diverso..." disse, facendo il vago.

Io lo guardai inclinando il capo.
"Perchè?"

L'arciere sorrise.
"Perchè ora posso dire di essere il tuo protettore, tesoro, e quindi devi stare attenta ed essere pronta a tutto." mi raccomandò, con le mani sulle mie spalle e lo sguardo, potevo vederlo, un po' apprensivo tipico dei genitori.

Annuii.
"Lo sarò." garantii, e proprio allora sentii un motore avvicinarsi: dal sentiero che portava alla tenuta dei Barton, sbucò la macchina che mi avrebbe dato un passaggio.

Mi voltai e abbracciai Clint ancora una volta.
"Ti voglio bene, sta' attenta." mormorò, prima di lasciarmi e fare un cenno di saluto a May Parker che nel frattempo si era fermata davanti a casa e aveva abbassato il finestrino.

"Carica la valigia nel bagagliaio posteriore tesoro, poi siamo pronti per partire!" esclamò allegra come sempre.

Feci come suggerito e poi salii in macchina, nei sedili dietro, salutando i ragazzi che si erano affacciati alla finestra.

"Ci vediamo tra qualche giorno, a presto!"

"Divertitevi!"

La macchina ripartì e ci recammo all'aeroporto tra le chiacchiere.
Una volta là mi ricongiunsi a Theo Barnes, il mio migliore amico e compagno di banco fisso sin da prima del blip.
Era da un po' che non lo vedevo ad essere onesta, ed ero felice che a quella vacanza prendesse parte anche lui.

A quel punto, vidi Peter parlare con quello che doveva essere Ned Leeds, il suo migliore amico.
Una ragazza, poi, mi si avvicinò, e mi studiò con uno sguardo che, in realtà, non seppi decifrare.
Aveva i capelli scuri un po' ricci, la pelle ambrata e un viso fine. Per questo, non mi immaginai che mi dicesse:
"Tu devi essere Grace. Peter parla sempre di te, ed è piuttosto seccante."

Aggrottai le sopracciglia.
"Sì, sono io. E tu sei...?"

"Michelle, ma gli amici mi chiamano MJ."

E così capii essere l'amica di Peter, il pezzo mancante del trio che formava insieme al mio ragazzo e a Ned.
Erano solo loro due, infatti, a sapere della sua identità da supereroe, e quindi immaginai che Peter avesse detto loro di me.

Infatti, arrivò in quel momento presentandomi anche Ned, e tutti insieme salimmo sull'aereo, pronti per un viaggio di nove ore che ci avrebbe portati dall'altra parte del globo.
Ma suvvia, per me non era niente di che, ero stata anche nello spazio!

"Ho un adattatore doppio per cuffie, se vuoi possiamo-"

Tappai la bocca a Peter con la mano.
"Shh. - vedendo il suo sguardo confuso, tolsi la mano - Ci pensavo stanotte... cosa vuole Nick Fury da noi? Ti ha più chiamato?" chiesi sussurrando.
Sebbene la gente sapesse chi fossi io, non sapevano che Peter Parker fosse Spider-Man.

Lui scosse il capo.
"No, ma ho sentito Happy. - mi informò. Happy Hogan era il capo della sicurezza di Tony Stark, e dalla sua morte diciamo che Happy era un libero professionista. L'ho conosciuto di persona solo al funerale di Tony, e da allora non l'avevo più visto - Dice anche lui che Fury mi chiamerà... crede sia per dei lavoretti sa supereroe, ma non credo che chiamerebbe me. Insomma, ci sono moltissimi altri supereroi al mondo, se fosse importante chiamerebbe loro."

"È quello che ho pensato anche io. - mormorai - E se fosse successo loro qualcosa? Se fosse per questo che ci ha chiamato, per salvarli?"

Peter arricciò il naso.
"Se fosse successo qualcosa agli Avengers, fidati che Nick Fury non ci avrebbe chiamato, sarebbe piombato in casa nostra o dovunque noi fossimo e ci avrebbe rapiti per portarci direttamente alla sua base segreta che, attualmente, non ho idea di dove possa essere, costringendoci a trovare una soluzione." commentò.

Sospirai.
"Sì, hai ragione. È che... - mi fermai appena in tempo. Non volevo raccontare a Peter dei miei incubi notturni, ma tutto portava lì. La chiamata di Fury non faceva che alimentare la mia paura riguardo al fatto che quei sogni avessero un senso e un collegamento con la realtà che speravo non avesse, e che Wanda non aveva riscontrato. Se si fosse sbagliata? Se fosse tutto un presagio? - ...da quando il signor Stark non c'è, mi sembra di sentirmi le spalle scoperte. Nessuno che ci protegge."

Il ragazzo al mio fianco annuì.
"Sì, ti capisco. Ma ci siano l'uno per l'altra, no? L'abbiamo promesso al signor Stark." mi ricordò.

"Lo so. - sussurrai, prima di abbandonare il capo contro la sua spalla. Sospirai, pronta a lasciar perdere il discorso per non deprimerci, visto che stavamo andando in vacanza - Ora dimmi di quell'adattatore..."

Lui sorrise.
"Possiamo guardarci un film?" propose, e i suoi occhi brillavano.

"So già che dirai Star Wars." commentai.

"Beh, se a te va bene..."

Annuii, e lui non se lo fece ripetere due volte: e così guardammo Star Wars sull'aereo, l'una appoggiata all'altro, ridendo ogni tanto per le battute del film, come due ragazzi normali che non eravamo ma quanto avremmo pagato per esserlo.

****

Venezia era proprio bella.
Anzi, bella era poco.

Eravamo arrivati da poco, e ora stavamo raggiungendo in gondola il nostro hotel, attraversando i canali d'acqua tipici di questa città costruita all'interno della laguna.

"Questa città è pazzesca!" esclamò Theo, sporgendosi per guardare gli edifici eretti tipo su delle palafitte, o per avvistare appena le cupole della Basilica in Piazza San Marco.

"La Repubblica di Venezia l'aveva visto giusto a costruirla sul mare... chissà che commercio." commentai, guardando i ponti che univano serie di edifici vecchi e nuovi.

Arrivammo al nostro hotel, e nonostante non sembrasse proprio il massimo, dovetti ammettere che le stanze erano belle, comode e spaziose.
Depositammo i bagagli e poi uscimmo per andate a visitare le bellezze della città.

Passeggiai con Theo, MJ e Betty, per un attimo persi di vista Ned e Peter ma sapevo che probabilmente avevano avvistato qualcosa da nerd e quindi non mi preoccupati più di tanto. Visitai piazze, attraversati ponti con parapetti in pietra bianca e solo su uno di quelli mi ricongiunsi con i due ragazzi.

"Che fine avevate fatto?!" esclamai ridendo, prendendo la mano a Peter e facendolo avvicinare al parapetto, mentre Betty ci scattava una foto.

"Beh, ehm, tu non collezioni calamite delle varie mete che visiti? Perché io sì, e quindi ho chiesto a Peter di accompagnarmi." spiegò Ned.

Mi affaccia dal ponte e guardai l'acqua sottostante. Era schiumosa, e nonostante fosse vicino agli attracchi delle barche non mi sembrava fosse così sporca come pensassi.
Solo allora, vidi due scie a fior di acqua, che si muovevano lentamente.

Diedi di gomito a Peter.
"Guarda laggiù." feci, indicando con il dito le scie che in quel momento si erano allontanate dal canale per  raggiungere una zona d'acqua più ampia.

E solo allora l'acqua si sollevò tipo uno tsunami, scatenando il panico e provocando grida tra la folla.
Ma non era quella la parte spaventosa: piuttosto, lo 'tsunami' aveva un volto.

Guardai i miei amici, e loro mi guardarono con tanto d'occhi.

"Che diavolo è quella roba?" strillò Theo per farsi sentire.

Scossi il capo.
Non ne avevo idea.
Diamine, ma quella non doveva essere una vacanza?!

𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒: 𝐓𝐡𝐞 𝐒𝐮𝐫𝐯𝐢𝐯𝐨𝐫𝐬 (SOSPESA)Where stories live. Discover now