Capitolo 2: Un nuovo inizio

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Cari lettori miei, a che punto della storia eravamo arrivati? Oh giusto, esattamente a quando vi accennavo ad una grande opportunità che Agata avrebbe avuto per dare una svolta al suo futuro e, soprattutto, per farsi sentire. Ora vi starete chiedendo, ma quale sarebbe stata mai questa fortuna di cui io vi parlo? Per capirlo vi dovrò raccontare per filo e per segno cosa successe in quel determinato momento della sua vita…

Era una giornata di ottobre molto nuvolosa, sembrava quasi stesse per piovere. Si sentivano dei rumori, come richiami della natura stessa, per avvisare tutte le persone del posto, che sarebbe arrivato un grande acquazzone in men che non si dica, ma nonostante tutti gli avvertimenti, alla gente non importava, poiché aveva altre faccende più importanti da sbrigare, tanto che avrebbero preferito morire piuttosto che non finire i loro impegni, oppure non portare il pane. Il tempo, però, importava a qualcuno: ogni giorno in centro dalle sette di mattina fino all’una del pomeriggio, si radunavano dei gruppetti di piccoli commercianti e quindi erano presenti dei mercati verso quell’ora, in cui si poteva acquistare di tutto, anzi la nostra Agata avrebbe osato dire che qui era presente il mondo: seppur piccoli, potevi trovare quelli che vendevano i beni di prima necessità, fino a coloro che esponevano scarpette fatte di uno strano materiale, che attribuiva loro un colore molto chiaro e perlaceo, forse anche quasi scintillante. Agata sognava sempre di comprarne almeno un paio, peccato che, nonostante suo padre fosse benestante e lavorasse in una prestigiosa salumeria, in cui molti tra i cittadini del paese vi passavano ad acquistare i suoi prodotti più pregiati, non se le poteva permettere, in quanto costavano troppo. Agata, perciò, non poteva fare altro che usare l’immaginazione: tante volte, o in sogno, o mentre vagava tra i suoi pensieri più profondi, si immaginava di indossarle e di vivere proprio come Cenerentola, facendosi consegnare da un principe azzurro la scarpa che avrebbe perso durante quella fatidica notte per arrivare in carrozza prima dello schioccare delle mezzanotte.

Ritornando comunque al discorso sui mercanti, essi erano gli unici che si interessavano al brutto tempo di quella giornata, poiché avrebbero dovuto spostare tutta la loro merce prima che si bagnasse. Inoltre, in un giorno così grigio come le nuvole tristi di novembre, sicuramente non avrebbero potuto portare a casa un centesimo, benché comunque una parte di loro rimaneva in ogni caso, con la speranza, che qualche pazzo, nonostante il tempo, venisse ad acquistare da loro, per accumulare un po’ di denaro. Era come se lo facessero per non tornare a casa a mani vuote, poiché loro, a differenza degli altri erano coraggiosi e la grande preda pericolosa (il tempo) l’avrebbero affrontata; anzi, tirarsi indietro era una grande vigliaccheria, poiché la famiglia e il proprio sostentamento venivano al primo posto rispetto a tutto il resto.
Agata si sentiva proprio come questi mercanti, preoccupata per il tempo, poiché lei era dell’idea che una brutta giornata fuori sarebbe stata triste pure all’interno delle sue mura, anche se una parte di lei lottava nel farle cambiare idea, però senza buon fine. La questione interessante era che non si sarebbe mai aspettata che, dopo quell'improvviso maltempo, la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
Durante il pomeriggio, quando era seduta sulla sua sedia a dondolo preferita, mentre leggeva un gustoso libro sulle suffragette, mamma Gabriella si precipitò subito da lei e, tutta affannata, ma eccitata, le disse: 《Agata, vieni qua, questa è una lettera indirizzata a te!!》 aggiungendo: 《Non ci sarà mica un altro ragazzo che ti scrive, mandandoti poesie d’amore, o altre cose con una lettera?》 Disse ironicamente, felice tuttavia di pensare alla veridicità della sua frase.
Agata, stupefatta, non esitò a non mostrare la sua esaltazione, perciò si alzò subito dalla sedia e corse immediatamente ad aprire quella misteriosa lettera.
《Chissà cosa ci sarà scritto, anche perché da quel che mi pare di sapere, di contendenti per il mio matrimonio non ne ho mamma.》
《Aprila e lo scoprirai》 ribatté Gabriella.
Adagio, adagio la aprì, scoprendo che era una lettera assai diversa dalle altre, poiché il foglio, su cui c’era scritto il messaggio, era di un colorito rossastro acceso ed era di consistenza più spessa, ma non proprio ruvida.
Agata per prima - e che la lasciò perplessa - fu il luogo dell’emittente: Madrid.
Ora vi starete chiedendo: “Ma come mai Agata, che fino a quel momento non aveva mai viaggiato all’estero, aveva ricevuto una lettera del genere da un posto così lontano?”. Infatti è così, in quanto la lettera più lontana che avesse mai ricevuto era stata da Roma, dove sua cugina Letizia si era trasferita. Non ci è dato sapere di preciso il motivo della sua partenza, ma giravano delle voci in cui ella avrebbe avuto una relazione, che poi si rivelò esser vera, con uno dei figli di una delle famiglie più importanti del paese. Inizialmente a Letizia non importava delle critiche altrui, però tra un insulto dopo l’altro e con frasi come “che puttana lei col rossetto rosso, poi che non venga a piangere se la stupreranno”, oppure altre come “che sgualdrina, va con Oliviero solo per comprarsi borsette e scarpette di altissima qualità provenienti da Milano”. L’unica che non la criticava era Agata: Letizia veniva sempre vista da lei come l’esatto esempio di donna che doveva esistere e soprattutto emergere, infatti il suo motto era: mondo nuovo, donna nuova! e, in effetti Letizia rappresentava appieno questo aspetto, poiché, nonostante le critiche, gli insulti e le concezioni che la società aveva sulla femmina, ella a testa alta faceva quello che desiderava. Se si voleva mettere quel dannato rossetto sia per se stessa, che per Oliviero, lo faceva! Se intendeva baciarlo in pubblico, perché no? Insomma, viveva la sua vita da donna libera e fuori dagli schemi. Infatti è proprio per questo motivo, che nonostante fosse scappata col proprio uomo fino a Roma, Agata le scriveva volentieri, aspettando con ansia una sua risposta.
Comunque, tornando a noi, starete aspettando sicuramente ancora la risposta alla domanda che vi state ponendo, ma fidatevi, questo flashback non è assolutamente inutile.
Indovinate un po’? La lettera fu scritta proprio da Letizia! Ma che ci faceva in Spagna? Beh bella domanda: per rispondervi, o per togliervi qualche dubbio, cercherò a cuore leggero di riportarvi esattamente le parole della lettera, infatti recitava proprio così:

21 ottobre 1946, Madrid

Cara Agata,
In questi ultimi sei mesi so bene di non averti risposto e ti smentisco subito, non si tratta di un errore, poiché davvero non ti ho inviato alcuna lettera e inoltre si, Madrid è il luogo esatto da cui ti sto scrivendo in questo momento. Comunque sia, ti chiedo per favore di scusarmi già per codesto punto, in quanto so, cugina cara, quanto tu ci tenga a me.
Ti scrivo questa tempestiva lettera per raccontarti ciò che mi è accaduto in questi ultimi sei mesi e soprattutto per parlarti di una proposta molto importante che vorrei farti.
Esattamente pochi giorni dopo che mi mandasti la tua ultima lettera, Oliviero mi chiese di sposarlo e per non vivere tra le critiche quotidiane di uomini e donne ignoranti senza cervello, che sanno solo fare figli, invece di fare e trovare l’amore, mi propose di vivere con lui in Spagna, a Madrid per l’appunto, visto che aveva ricevuto una proposta di lavoro proprio lì. Ti dico inizialmente, Agata cara, che si, ero davvero convinta di sposarlo poiché lo amo tutt’oggi alla follia, tuttavia non volevo abbandonare ulteriormente la mia famiglia, seppur mi fossi già trasferita, però Oliviero insistette e mi rincuorò proprio come solo lui sapeva fare e quando mi disse che era solamente la paura, che invadeva il mio corpo, poiché aveva il terrore del "troppo nuovo" e delle avventure lontane, lontane non scherzava. Comunque fosse, nonostante fosse riuscito a placare la maggior parte delle mie ansie, rimase indelebile, ancora adesso, una paura in particolare: perderti per davvero, tesoro.

Perché non ti scrissi per sei mesi?
È una domanda con cui potrei risponderti in molteplici modi. Inizialmente, ovvero ciò che sta alla base della mia risposta, era la paura della tua reazione, non volevo che ti sentissi abbandonata, in quanto non era assolutamente mia intenzione, ma stava di fatto che avevo troppa paura di ferirti e l’idea di poterlo fare mi spezzava letteralmente il cuore in due; però ciò che lo avrebbe fatto ulteriormente era non scriverti più, non darti spiegazioni, perciò presi coraggio e lo feci, sebbene in realtà ammetto che non ti scrivo solo per dirti questo.
Quando io e Oliviero finalmente comprammo una casa lì, mi sembrò tutto un sogno cara cugina. Te lo giuro su tutto il mio cuore e su tutto il fiato che mi rimane ancora in corpo, che è un posto più che magico, dove regna un’eleganza modesta, dove puoi costruirti una nuova vita e farti una nuova idea di essa. Semplicemente dove puoi ricominciare da capo e guadagnarti nuove occasioni. È un luogo che ti si potrebbe addire cara Agata; infatti sentiresti odore di evoluzione spargersi da tutti i pori! È così magnifica Madrid…ma non quanto averti qui di fianco a me, come quando eravamo piccole.

Ed eccoci arrivati al fulcro di questa lettera: ti ho raccontato della maestosità di Madrid non a caso, ma per fare questa proposta a te e a zia Bri. Ricordi come nell’altra lettera mi dicesti che, nonostante tutti i tuoi studi e specializzazioni, non riuscivi a trovare il lavoro dei tuoi sogni?
Ecco… semplicemente in parole povere ti sto offrendo la possibilità di venire qui, in quanto Oliviero ti riuscirebbe a trovare un lavoro degno e rispettabile in un battibaleno! Ovviamente se accetterai ti finanzieremo tutto il viaggio e l’alloggio; inoltre se non ti riterrai soddisfatta, sei libera di ritornare a casa, ma per favore, fai un tentativo.
Ti faccio questa proposta proprio per scusarmi della mia assenza e anche per mostrarti, come, nonostante tutto, abbia davvero pensato a te per tutto questo tempo. Ti prego accetta e mi dispiace di nuovo.

Con affetto,
Tua cugina Letizia.

AgataWhere stories live. Discover now