Limpida rabbia-Capitolo 15

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Una forza stava crescendo dentro di me, ...limpida rabbia...tormento.

Mi rialzai, le catene erano ancora al loro posto; ma il loro tentativo di soffocarmi, ora mi pareva solo un futile pizzicorino.

Sollevai lo sguardo, in direzione del demone, - ora sapevo, ricordavo...la mia famiglia, la mia vera famiglia; il mio passato- e lo guardai negli occhi.

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-tutto questo tempo, nascosta in un mondo che non era il mio...ero finalmente riuscita a dimenticare ciò che ero, tutto il mio passato, tutto il male che avevo fatto...ma ciò che sono, ciò che sono sempre stata ,non si può cambiare; e io che ci speravo, mi ero davvero convinta di essere cambiata? ...No, mi ero solo illusa...
Ma dopotutto come si può sperare di cambiare un mostro?...per secoli mi sono nutrita del dolore, persino il mio cuore stava cessando di battere a causa della mia malvagità, e come speravo di poter cancellare tutto? Facendo una mini vacanza sulla terra? No, di certo non così, eppure... lontana dai miei poteri, dalla mia vera natura, dalle persone che odiavo ero riuscita, nel poco tempo a mia disposizione, a riscoprire i miei sentimenti; quei sentimenti che prima ritenevo troppo ' da angelo', ma che ero capace di provare.
Suona davvero strano, dopotutto non mi dovrei sorprendere poi così tanto...questa è la mia vera essenza: la perfetta unione tra bene e male, metà angelo e metà demone...ma in realtà non è mai stato così, non è mai stato facile essere me!...-

Poi, ritornai con i piedi per terra, visualizzando bene Cassian- quanto vorrei che fosse ancora piccolo, quando me ne sono andata era ancora un piccolo demone con gli occhioni ,che aveva sempre voglia di giocare ...Non mi sembra possibile che l' immortale davanti ai miei occhi sia il mio piccolo Cassian, l' ultimo dei miei fratellini, l' ultimo figlio di una persona che ho sempre odiato con tutta me stessa, Priscilla; la demone con cui mio padre, Caino ,si è risposato dopo la morte di mia madre, Arianna...-

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Ora non sembrava più, quel fotomodello da urlo...anzi, al contrario il suo aspetto era cambiato. Con sguardo fisso e penetrante se ne stava lì, in piedi davanti a me e più il tempo passava più i suoi occhi diventavano rossi...- ora si che fa paura!-pensai.

Poi ad un tratto iniziò a ridere, così, dal nulla. Quel suono risveglio in me sentimenti 'antichi', che ormai il tempo aveva cancellato. Una risata piena di cattiveria, di superficialità, all' orecchio quasi sgradevole; eppure in quel tetro suono riuscivo a scorgere una tinta di dolore, questo mi colpì...-che abbia sofferto anche lui in tutto questo tempo?...-

"Allora, ti vuoi decidere a parlare o vuoi rimanere a fissarmi ancora? Sto perdendo la pazienza stupido angioletto!..." Disse lui, spazientito.

- eh no, questo è troppo, ma guarda te se mi devo far trattare così da lui...-

"Beh, mi sembrava che tu avessi imparato le buone maniere, Cassian, e se non mi ricordo male te le ho proprio insegnate io...spero proprio che tu non le abbia perse del tutto!" Dissi in tono di sfida, al demone.

"Vedo con piacere che ti sei ricordata di me, Elisabeth...e dimmi, puoi cos' altro ti ho aiutato a ricordare?" Mi chiese lui,

"Abbastanza..." Gli risposi io, rimanendo sul vago...

"Abbastanza cosa?"mi chiese, inclinando leggermente la testa,

- No, lui non può essere la stessa persona di allora...è stato consumato dall' odio, dall' odio che prova verso di me...-ciò, mi rattristava molto, ma non potevo biasimarlo...

"Allora?" insisté.

- sa benissimo cosa mi ha fatto ricordare con i suoi poteri, vuole che sia io a dirli ciò che sa già, sta usando ciò che un tempo gli ho insegnato, ciò che sapeva fare bene anche allora: vuole umiliarmi, sta cercando di farmi cedere, ma non lo farò, non disprezzerò ciò che sono, non più; non cadrò nella sua trappola !-

"Già, grazie infinite per avermici costretto!" Esclamai io, avanzando di un passo, accorciando così la distanza fra di noi.

"Beh, che c'è, non mi dirai che ti sei offesa perché no ho usato i guanti con te, dopotutto un essere come te non merita trattamenti migliori; anzi, forse sono stato anche troppo gentile, vedrai, cercherò di rimediare...subito!" Queste parole furono pronunciate da Cassian con una quantità tale di disprezzo che al solo udirle mi si raggelò il sangue.

Detto questo si scaravento su di me, successe tutto in un istante...

Cassian era a pochi centimetri da me, aveva richiamato a se le sue catene, era pronto per combattere; ma io no...

Dovevo odiarlo, mi aveva quasi uccisa, mi disprezzava, era persino disgustato dalla mia vista; ma io non ce la facevo. Ogni volta che lo guardavo negli occhi, rivedevo quel bambino che era stato, che avevo cresciuto io stessa, non potevo fargli del male; allora feci quello che mi sembro più giusto: contrattaccai con i miei poteri angelici.

Basto un istante, raccolsi tutta la mia energia vitale in una unica grande sfera di luce, essa non lo avrebbe ucciso; ma lo avrebbe disarmato, ferito e così costretto alla fuga...e così fu.

Riuscii a liberare la mia energia nel momento in cui Cassian era a pochi passi da me.

Come da me previsto la luce lo avvolse, e lui, essendo una creatura degli inferi non riuscì a resisterli.

Udii delle grida di dolore, e poi: " Elisabeth, non finirà così! Ti è andata bene questa volta ma rammenta che non potrai scapparmi all' infinito...io ti troverò, ovunque tu sia, e ti ucciderò senza pietà!" Aggiunto ciò , dopo che la mia nube luminosa si fu dissolta, spari...

Avendo consumato tutta la mia energia, svenni...

' si dice che nel cuore di un uomo ci sia spazio per tutto, ma nel mio c' era posto solo per una cosa...dolore'

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