Diario degli errori

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Ho scritto sulle note di
Problems di DeathbyRomy
per chi amasse leggere
accompagnato dalla musica

~•~

He doesn't know
how to communicate
his mind is in a
different place.

~•~

La luce filtrava dalla finestra scoperta dalle tende rosse, illuminando la stanza in penombra. I raggi ancora caldi di Settembre accarezzavano le pareti della stanza da caposcuola dai colori Grifondoro, soffermandosi su una chioma riccia che spuntava dal lenzuolo ancora impregnato di sospiri assonnati.

La quiete fu svegliata da un rumore sordo, che si librò in aria, rimbombando tra le quattro mura. Sembravano dei rintocchi, o magari qualcuno che bussava.

Hermione aprì prima un occhio e poi l'altro, uno sbadiglio a scapparle dalle labbra.

Mugugnò qualcosa, rigirandosi un paio di volte tra le lenzuola. Era veramente stanca.
La notte trascorsa non era stata il sogno di sonno che aveva immaginato. Aveva dormito poco e male, forse a causa delle domande che vagavano a piede libero nella sua testa dopo ieri sera, o forse la colpa era solo degli incubi persistenti che non accennavano a volerla lasciare stare.

«Hermione, sei sveglia?» Trillò una voce inconfondibile, continuando a battere ripetutamente il pugno contro la porta del suo alloggio, facendola sobbalzare.

Hermione si riprese dal flusso dei suoi pensieri, considerando per un solo attimo l'ipotesi di fingersi addormentata e finendo per scartarla quasi subito. Guardò fuori dalla finestra, il chiarore soffice del sole tingeva le nuvole bianche panna. La sua sveglia non era ancora suonata, perché Ginny l'aveva svegliata?

Alzò la testa dal cuscino controvoglia, infilandosi le calde pantofole di pelo. Grattastinchi saltò giù da letto insieme a lei, seguendola nella sua camminata strascicata verso la porta del soggiorno.

Con un sospiro finale, aprì la porta, rivelando la sua figura assonnata alla sua migliore amica, che la fissò sorridente.

«Dì un po', che ne hai fatto della vera Ginevra Weasley?». Le chiese Hermione, alludendo al suo essere improvvisamente mattiniera, mentre soffocava uno sbadiglio nel palmo della sua mano.

Si spostò a destra, permettendole di entrare, dirigendosi poi verso il divano e lasciandocisi andare a peso morto.

«Ho pensato di dover cancellare certe vecchie e deleterie abitudini». Borbottò sedendosi al fianco dell'amica, che emise un mugugno di approvazione in risposta.

Tutto quello che voleva in quel momento era solo rimanere a letto ancora un po', senza pensare a niente e farsi cullare del tepore delle pesanti coperte che la proteggevano dai suoi interminabili problemi.

«Vorrei solo dormire». Ammise con la voce impastata dal sonno sprofondando la testa contro il cuscino del divano, come a voler diventare tutt'uno con esso e nascondersi dalla sua migliore amica, che sembrava voler iniziare uno dei suoi soliti interrogatori mattutini.

«Dai Hermione! Non vorrai fare tardi proprio il primo giorno!». Brontolò di nuovo Ginny, cercando di fare leva sul buonsenso dell'amica, per riuscire a farla alzare.

«Perché, che ore sono?». Borbottò contro il tessuto morbido. «La mia sveglia non è ancora suonata». Si grattò la testa, confusa.

«Sono le otto passate, Hermione».

«Come le otto passate?!». Strillò l'altra, alzandosi bruscamente dal divano. «Non potevi avvertirmi invece che startene lì seduta a guardarmi perdere tempo?».

Around the black lake // DramioneWhere stories live. Discover now