42. La stagione dei temporali

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«Ho delle novità da raccontarti» annuncio alla mia psicologa ancor prima di sedermi di fronte alla sua scrivania.

«Cioè? Cos'è successo in questi sette giorni?»

«I miei genitori si sono momentaneamente separati.»

L'espressione scioccata di Margareth non ha bisogno di parole, neanche lei si aspettava una notizia del genere. Del resto è dura da digerire, soprattutto perché questa separazione è arrivata come un fulmine a ciel sereno.

«Oh, e come ti senti?»

«Benino, sto iniziando ad abituarmi alla situazione attuale, ma non ti nascondo che una parte di me vorrebbe che tornasse tutto come prima» le confesso, ricavando dalla mia psicologa uno sguardo apprensivo. «Vorrei poter fare qualcosa, ma mi sento incapace di dare un aiuto ai miei genitori. Ecco, io... non so come comportarmi con loro.»

«Perché ti senti in dovere di doverli aiutare?»

«È come se mi sentissi in colpa» provo a spiegarle.

«In colpa per cosa?» Mi osserva con attenzione e allora sposto lo sguardo sul suo computer in parte, sul monitor nero.

«Hanno discusso a causa mia e non riesco a smettere di pensare che se non ci fosse stato questo maledettissimo litigio loro starebbero ancora insieme.»

Margareth sospira, dal suono del suo respiro capisco che non è concorde con le mie parole.

«Secondo te, cosa ha scatenato questa improvvisa bufera?»

«Sembrerebbe l'arrivo di un mazzo di fiori, anche se non ne sono certa. Mio padre si è infuriato per qualcosa che ha fatto mia madre, ha ammesso di essere stanco di doverla proteggere da quelli che lui ha definito sotterfugi.»

«Sarà stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso» commenta Margareth ancora visibilmente stupita.

Un tuono squarcia la quiete della stanza, fuori sta piovendo forte, la pioggia si sta trasformando velocemente in grandine. Fa quasi paura. Vedo lo sguardo della mia psicologa spostarsi verso la finestra, rapita anche lei dal temporale. È iniziata la stagione dei temporali, penso dentro di me.

«Temo sia andata così, il problema è che nessuno dei due ha intenzione di parlarne. So che c'entro qualcosa e che al momento della discussione era presente sulla penisola della cucina un mazzo di fiori misterioso, non destinato a mia madre» le spiego dettagliatamente quello che so.

«Può essere che fossero destinati a te?» ipotizza, voltandosi.

La sua teoria mi fa riflettere, non avevo pensato a questa ipotesi.

«Può essere, ma c'è qualcosa che non mi torna, chi avrebbe spedito dei fiori a casa dei miei genitori?»

«Forse sarà stato un ammiratore segreto o un tuo lettore» replica Margareth.

«Non lo so, mi sembra strano e i lettori non dovrebbero conoscere il mio vecchio indirizzo.»

«Però potrebbero averti vista entrare in quella casa. Sappiamo che tua madre non approva la tua scelta di essere una scrittrice e vedere quei fiori probabilmente avrà acceso in lei una reazione forte.»

Le congetture di Margareth non mi convincono appieno, però ne parlerò con i miei genitori e cercherò di capire se è vero che mia madre ha sfogato le proprie frustrazioni su quei poveri fiori.

«Potrei chiedere a mio padre, anche se secondo lui deve essere mia madre a parlarne, lei però continua a volermi nascondere la verità per paura di recarmi una sofferenza.»

L E A HWhere stories live. Discover now