- Capitolo 3 -

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Si avvicinarono al tavolo, verso Kuroko, ma ovviamente furono subito notati, di conseguenza, allarmandosi tutti, si alzarono immediatamente .

Pessimo errore.

Nel baccano creatosi contro il gigante, il biondo passò inosservato, e potè aggiungere la dose.
Allontanatosi, si recarono verso l'uscita sereni, consapevoli che almeno avevano avuto la loro vendetta.

Oltre quell'intoppo, la serata passò piacevolmente, ed essendo ancora presto, si intrattenerono a casa di Kagami.
Appena arrivati, Aomine notò che Kuroko aveva un'aria ambigua.

- Oi Kagami - richiamò l'attenzione del rosso
- Che c'è? - rispose
- Non ti sembra che Kuroko sia un po' strano? Sembra anche più pallido del solito -
- Ma no, sarà solo una tua impressione -

Per un pò il blu ignorò quel campanellino d'allarme che continuava a suonargli in testa, ma, preso dai dubbi, chiamò l'interessato in disparte per accertarsene.

- Oi Tetsu -
- Si, Aomine-kun? -
- Devo parlarti un secondo -

Con la coda dell'occhio Kagami vide i due appartarsi in camera sua e la gelosia crebbe, non voleva pensare che semmai avesse confessato i suoi sentimenti, non sarebbe mai stato ricambiato.

Che sciocco, ma come sappiamo,la paura blocca chiunque.

- Cosa c'è, Aomine-kun? -
- Ti vedo strano, va tutto bene? Hai una cera orrenda-
- Fisicamente sono solo intontito, mi gira un po' la testa -
- Moralmente? -

Non volle rispondere, ripetè la domanda più volte fino a quando la maschera calò.
Stava piangendo come non aveva mai fatto, ormai non aveva senso trattenersi, soprattutto con lui. Lo conosceva più di chiunque altro, si fidava di lui.
D'istinto, il più grande cercò di confortarlo con un abbraccio, e, avvicinandosi a lui, gli mise una mano intorno alla vita e l'altra gli accarezzava dolcemente i capelli.

- A te piace molto Kagami, eh Tetsu? - domandò sottovoce

L'aveva capito quando vide i loro sguardi incrociarsi e un luccichio attraversò entrambi.

- Si, lo amo tanto - rispose singhiozzando, sapeva che l'amico l'aveva capito da un bel pezzo, non doveva più nasconderglielo.

Nel frattempo qualcuno si avvicinò spiando dall'uscio della porta, senza farsi vedere e tenendosi a debita distanza.

- Che cosa vuoi tu - domandò serio
- Che mi ami, solo questo -

A quelle parole l'ascoltatore sgranò gli occhi, senza fiatare. Kagami non poteva crederci, tutte le sue paure si erano appena avverate. L'istinto gli suggeriva di irrompere nella stanza, ma il buon senso prevalse e si allontanò. L'aveva sempre saputo, in cuor suo, di non essere abbastanza.

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