Lucius

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Una ragazzina dagli occhi sempre alla ricerca di qualcosa di inordinario nella grigia metropoli indaffarata che è Roma sta seduta su una panchina di marmo bianco, abusata dall'inchiostro indelebile.

Lei stessa è l'inordinarietà, una vecchia felpa verde smeraldo che si muove goffamente per le strade, degli occhi scuri e grandi, che gli si incastonano perfettamente nella pelle bianca, simile a quella di un malato.

Un nasino dalla punta tondeggiante, leggermente all'insù e delle orecchie grandi pronte a catturare ogni suono circostante completano il suo volto, incorniciato da dei capelli castani corti e ricci, leggermente ammazzettati, quasi disegnati.

Se ne sta lì, sghignazzante, con le cuffie che le scrocchiano nelle orecchie non adatte alla voce alta di un certo cantante indipendente, che fa canzoni basate su un certo videogioco di guerra, troppo mainstream per non essere odiati una volta detto che ci piace.

Si scrocchia le dita, quasi arrendendosi alla mononotonia di quella giornata, valutando la possibilità di tornare a casa e mettersi a giocare ad un certo gioco di ruolo.

Poi quel ragazzo, apparentemente di una manciata di anni più grande di lei, dai capelli bianchi come il latte e gli occhi rosa come i primi fiori di ciliegio.
La curiosità gli si attacca addosso come una bestia affamata che, appena trovata la sua preda, la consuma.

Lui porta una tracolla nera adornata da delle scritte bianche, fatte palesemente a mano, tutti nomi di gruppi che lei conosce bene, dei jeans neri attillati e una felpa blu scuro.

Ridacchia una risata incontinente, iniziando a seguirlo, per vie intere, isolati, fermate della metro e del bus, con le mani in tasca e la testa china.
Testa che scatta alzata quando lui dice delle semplici parole, dopo essersi fermato in un vicolo ceco, rabbuiato dalle prime tenebre della sera.

"Stai seguendo la persona sbagliata"

Ai piedi del ragazzo si diffonde una luce calda, scaturita dal nulla.

L'espressione spavalda della giovane si muta velocemente in confusa, leggermente spaventata.

Gli occhi dell'albino ora sono rossi, non più delicati, ma intimoritrici e cattivi, la pupilla ridotta ad uno spillo.

"Questo tuo atteggiamento ti ha appena portato un grosso guaio, magari lo sapevi che sarebbe arrivato, ma non volevi crederci vero?"

In un attimo la situazione è invertita, lei verso il muro e lui verso la strada.
Strada che venne chiusa da un agglomerato scuro, illuminato dalla stessa luce che illuminava il cemento sotto i piedi del ragazzo, dalla cui testa si formarono due corna, fine e lunghe, contribuendo alla paura che uccide lentamente il cuore della mora.

"Buonanotte, Olive"

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⏰ Son güncelleme: May 17, 2015 ⏰

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