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"È compatibile al 99,997% al sangue di Oliver, Merlyn diceva la verità...Oliver è morto."

Il mondo ti cade addosso, senti le gambe molli e l'aria sembra svanita.
Cadi in ginocchio con le lacrime agli occhi che ormai scendono senza freni.

"Roy..." John si avvicina a te, prova ad appoggiarti una mano sulla spalla ma tu scatti in piedi e corri via dalla base.

Corri fregandotene delle game che ti fanno male, dei polmoni che bruciano e della vista che si appanna, scappi lontano da quel posto così pieno di lui e di suoi ricordi. Arrivi al porto, lo stesso porto dove un'anno prima ti salvò la vita. Ti guardi attorno quasi spavento e cadi di nuovo in ginocchio sul cemento bagnato e urli, più volte mentre le lacrime non vogliono fermarsi, urli maledicendo il cielo per averti tolto il tuo ragazzo, il tuo migliore amico. Di nuovo ti alzi e corri a casa vostra, entri e ti chiudi nella vostra camera. Ti butti sul letto e silenziosamente continui a piangere, ogni tanto il tuo corpo e scosso dai singhiozzi ma nessun lamento o sospiro trapela dalle tue labbra, quale crudeltà è toglierti Oliver? Ci hai messo 6 mesi a capire che lo amavi e ti è stato portato via, non lo hai protetto, non lo hai salvato.
Mille vocine ti accusano della sua morte accavallandosi l'una sull' altra, stringi forte il cuscino e soffochi un urlo sul tessuto.
Solo verso tarda sera riesci ad addormentarti sempre se così si possa dire. I tuoi sogni sono incubi popolati da immagini del biondo con te, della vostra prima volta, del vostro primo bacio e ti svegli urlando, ti volti dalla sua parte sperando di vederlo lì al tuo fianco che dorme tranquillo, ma non è così.
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Quanti giorni sono passati? 2,4,9? Non lo sai, sei in un'angolo della stanza.
Non mangi da allora e ormai hai esaurito le lacrime, ti scoppia la testa.
Continui a non rispondere alle telefonate di Felicity e di John, secondo te credono morto anche te. Un po' lo sei, il dolore della perdita ti ha ucciso per metà.
Senti l'ennesima volta la suoneria del telefono e questa volta rispondi.

"Roy? Oddio Roy stai bene?" la voce ansiosa della ragazza bionda ti riempie le orecchie e per un'attimo ti stordisce.

"Ciao Felicity, si sto bene." fai fatica a parlare, ti brucia la gola.

"Ok, lo so che non mi crederai ma indovina chi è tornato?"

"Felicity, è morto...non può essere tornato. Smettila di prendermi per il culo!" le ultime parole le hai praticamente urlate, te ne penti subito e cominci a tossire forte.

"Roy ti giuro che...ehi!" Felicity è interrotta da qualcuno che gli strappa il telefono dalle mani.

"Roy..." senti la sua voce, è a malapena un sussurro ma la senti, non ci credi.

"Olli?" chiedi sussurrando.

"Si Roy sono io."

"Non può essere, sei morto, abbiamo avuto i risultati qualche giorno fa." sei incredulo, le parole escono da sole e tu non te ne accorgi nemmeno.

"Qualche giorno fa? Roy è passato un mese!" è passato tutto questo tempo? Davvero? Non te ne sei accorto.

"Vieni qua a casa, io non riesco a muovermi."

"Ok piccolo arrivo." e chiudi la telefonata, ti accorgi di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo.

Da una parte sei al settimo cielo, dall'altra non ti fidi, magari è uno scherzo della tua mente, un sogno.
Senti la serratura scattare, qualcuno che entra e che poi richiude la porta, trattieni il fiato. Senti dei passi che si avvicinano finché non si fermano davanti alla porta della camera, pochi secondi dopo è aperta.

"Roy?" la voce accende la luce e tu chiudi gli occhi infastidito, hai tenuto la luce sempre spenta.

"Oddio Roy..." apri gli occhi e credi di star male.
Davanti a te c'è Oliver in tutto il suo fascino.

Solo in quel momento di accorgi di come è la stanza: il letto sfatto, vetri ovunque e hai dei brutti graffi sulle nocche dalle quale esce sangue.
Oliver si avvicina a te e si mette alla tua altezza, alza una mano e ti fa alzare il viso. Appena senti il contatto spalanchi gli occhi e gli salti al collo rischiando di farlo cadere all'indietro. Non ti importa come sia sopravvissuto, ora lui è qui e non ti importa più del resto.

"Ti prego non svegliarmi." supplichi, lui ride piano.

"Ehi, non preoccuparti...sono qui piccolo, sono qui."

Ti stacchi un pochino per poterlo guardare in faccia e poi lo baci, un bacio disperato, bisognoso e in qualche modo 'sollevato'.
Lui risponde ma un tuo gemito lo fa staccare, non ti ha fatto male sei tu che hai fame.

"Ho fame...non mangio da un po' " tu gli sorridi mentre lui ti guarda preoccupato.

"Non mangi da un mese?!" tu scuoti la testa e sorridi di nuovo, lui ricambia; ti prende in braccio e ti porta in cucina per farti mangiar qualcosa, poi ti medica le ferite, fate la doccia assieme e andate a dormire. Appena lui si stende accanto al tuo fianco tu appoggi l'orecchio sul suo petto, all'altezza del cuore, quando lo senti battere ti addormenti finalmente sereno, non prima di avergli dato un bacio sulle labbra.

Fine.

Oliver è morto...o no?Where stories live. Discover now