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Eveline
Per quanto tutta questa storia sia assurda, sentirsi ringhiare contro da un uomo come se fosse un cane rabbioso è forse più assurdo dell'assurdità stessa.

È stato strano, come se il suono provenisse dal fondo della sua anima, in un gesto più o meno controllabile ed è stato a dir poco terrificante.

Sono subito corsa in camera, con il cuore che batteva a mille nelle orecchie e ho impiegato diversi minuti per riuscire a calmarmi. Ed è stato a quel punto che mi sono resa conto di un particolare agghiacciante: non ho la possibilità di chiudere la porta della mia stanza a chiave.

L'ho cercata, la chiave, ma senza riuscire a trovarla.
Per quanto mi riguarda vorrei non uscire più da questa stanza perché sono stanca, spaventata e frustata, ma sfortunatamente la buona riuscita del trapianto dipende in maniera essenziale dalle medicine che devo prendere ad orari specifici, dopo e prima dei pasti e ciò significa che sono costretta ad uscire per procurarmi il pranzo.

Faccio un profondo respiro prima di aprire la porta e studio l'ambiente che mi circonda per decidere se possa effettivamente uscire. Sbuffo, come se potessi davvero decidere di non uscire. Faccio per incamminarmi verso l'ascensore quando una voce alle mie spalle che chiama il mio nome mi fa sobbalzare per lo spavento.

-Pranzo?- chiede solo il castano comparendomi accanto e io annuisco, un po' incerta. Ma passa il suo tempo fuori dalla porta della mia stanza aspettando che io esca?

Mi guida ancora una volta, illustrandomi una strada questa volta diversa da quella di questa mattina.
-Dove stiamo andando?- chiedo, ma la domanda riceve risposta appena Chris si ferma e spinge una porta che riconosco essere quella di una mensa. Una mensa piena di lupi seduti che mangiano piccoli animali vivi. Ok, non mangiano animaletti vivi, ma senz'altro mangiano carne, a giudicare dall'odore presente nell'aria.

È una stanza molto grande, con lunghe tavolate al centro e un bancone dietro il quale si possono intravedere le cucine. I lupi presenti, sebbene siano una cinquantina, sembrano pochissimi nel complesso.

Appena facciamo i nostro ingresso, decine di occhi si girano a guardarci e sebbene tutti i miei sensi mi mettono in allerta mantengo lo sguardo fisso davanti a me, lasciandomi guidare da Chris verso un tavolo qualsiasi, una decina i posti più avanti rispetto ad un gruppetto di quattro lupi.

-C'è qualcosa che non mangi?- mi chiede senza guardarmi, ma continuando a fissare il bancone, forse per decidere lui stesso cosa prendere.
-Sono vegetariana- dico facendolo girare velocemente verso di me.
-Sul serio?- mi chiede e sbuffo, facendo segno di no con la testa.
-No, ma è come se lo fossi. Non posso mangiare carni rosse- dico scocciata dalla cosa. Ho sempre amato la carne e rinunciare a quasi ogni sua tipologia è stato uno dei sacrifici che più mi son pesati da quando ho cominciato a star male.

Il castano scompare alle mie spalle, tornando dopo pochi minuti con un piatto con del pollo per nulla invitante e delle verdure per me e quella che ha tutta l'aria di essere una bistecca niente male per lui.

-Ho sempre odiato il pollo- mi lascio sfuggire quando ho ormai finito di mangiare, mentre mando giù contemporaneamente ben tre pillole di medie dimensioni. E pensare che prima avevo difficoltà ad ingoiare anche una sola pillola di paracetamolo.

-Anche a me non piace- mi da ragione il lupo mentre ci incamminiamo per tornare in stanza. Wow, che bella conversazione, così profonda e ricca di significati.

-Se non vuoi tornare in stanza posso chiedere a qualcuno di accompagnarti a prendere un po' di vestiti o in biblioteca. Non credo tu voglia passare tutto il tuo tempo chiusa in una stanza- mi dice quando ormai siamo davanti alla mia porta e rimango un attimo a pensare a ciò che ha detto. Per quanto non mi vada a genio l'idea di socializzare con delle creature al limite della mitologico, non so quanto tempo dovrò passare qui e sicuramente non voglio passarlo chiusa in stanza.

Heart's beatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora