399 37 25
                                    

Era ancora più bella.
Con le ciocche color ebano a ricaderle sulla pelle diafana del viso. Le iridi verdi brillavano come zaffiri lucidi e le striature azzurre guizzavano nei suoi occhi grazie al riflesso limpido della luce mattutina.
Taehyung non si aspettava questo cambiamento, e nonostante fosse passata già una settimana da quando Ara aveva cambiato colore di capelli, non riusciva ancora a farci l'abitudine.

L'aveva conosciuta la prima volta quando aveva ancora i capelli castani del suo colore naturale, e l'aveva vista provare e riprovare tinte dei colori più disparati sulle sue ciocche morbide e ormai non più lunghe come una volta.
Ma quel nero, così forte a impattare sulla sua pelle così chiara, provocava in Taehyung giramenti di testa ogni qualvolta la guardasse.
Le stava così bene e lui si chiedeva, da sempre ormai, come facesse Ara a sembrare perfetta, e ad esserlo, qualsiasi cosa facesse.

Una lacrima calda e solitaria scese lentamente sulla sua guancia, si posò sulle labbra dal colore vermiglio e provvide a leccarla via accarezzandola con la punta della lingua.
Ara gli mancava.
Gli mancava ogni giorno, ogni ora, costantemente.
Passava giornate intere a osservarla, dagli angoli più remoti, vivere la sua vita incosciente della sua presenza che vegliava su di lei.

Taehyung si considerava il suo angelo custode.
Buffo da dire per una creatura come lui, le cui sembianze erano tutt'altro che quelle di un angelo.
Ma si comportava proprio come tale.

Vegliava su Ara da lontano, non potendola avere con sé.
La osservava mentre usciva da scuola, mentre era al parco con le sue amiche, quando andava a fare shopping con sua madre, quando portava fuori Oliver e si sedeva sull'erba fresca per osservare i colori del sole stanco che ormai tramontava abbandonando nel cielo scie di rossi, viola e arancioni caldi.
La osservava quando sorrideva agli sconosciuti e avrebbe voluto ricevere anche lui uno di quei sorrisi da quella bellissima bocca rosea che gli mancava da morire.

Taehyung voleva morire.
Voleva morire piuttosto che vivere Ara solo da lontano, nascosto nei vicoli al buio, persino di giorno, per non rischiare di bruciarsi la pelle pallida e delicata.
Taehyung voleva morire, sarebbe voluto morire proprio il giorno in cui la conobbe la prima volta fuori da quel locale la notte di Halloween.
Sapeva che si sarebbe innamorato di lei.
E perciò voleva morire proprio quella notte così da lasciare il mondo col ricordo dei suoi bei occhi verdi stampati nella mente, le sue dita sottili, vellutate come gocce d'acqua, che quella notte gli accarezzarono la pelle infinite volte, e la sua voce morbida a risuonare nelle orecchie persino quando avrebbe raggiunto l'aldilà.
Sarebbe voluto morire piuttosto che doverla osservare mentre dimenticava tutto quello che era successo quella notte.

𝟑𝟏 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟏𝟔

Si accasciò contro il muro di quel vicolo buio in cui erano finiti e sorrise inspirando profondamente mentre il sapore del sangue era ancora vivo nella sua bocca.
Il freddo gelido di quella notte gli punzecchiava la pelle e si strinse meglio nella giacca di pelle sbuffando aria fredda.
-cazzo sono appena le 21 e sto già andando fuori di testa- girò lo sguardo seguendo la voce di Jimin intento a scrutare l'orario sull'orologio dal cinturino di pelle stretto al suo polso.
Il suo amico dai capelli biondi scosse leggermente il capo facendo cadere sulla fronte qualche ciocca chiara.
Il corvino distese il collo verso l'alto e inspirò rivolgendo il volto alla luna bianca e luminosa.
Le iride tinte di un rosso sangue brillarono un ultima volta prima di tornare al loro color caffè naturale. Strinse la bocca in una smorfia, le labbra si arcuarono in un ghigno e i canini estesi e visibili si accorciarono tornando alla loro forma naturale.
-bella serata quella di Halloween- ridacchiò dopo Jimin con tono malizioso ripensando alle già numerose vittime a cui aveva affondato i denti appuntiti nel collo morbido succhiandone il sangue come nettare.

𝐀𝐞𝐭𝐞𝐫𝐧𝐮𝐬 || Kim Taehyung, 𝐎𝐒Where stories live. Discover now