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Ennesima mattinata uggiosa a Londra, ennesima sveglia presto, ennesima colazione al volo.
La mia vita era un loop infernale, nelle ore libere o mi rinchiudevo in camera o uscivo con gli amici.
Andrew, il primo ballerino, ci provava con me, solo un cieco non se ne sarebbe accorto, ma non volevo complicare il rapporto di lavoro che c'era, avrebbe influito sulla nostra danza.
Forse anche lui per evitare casini, non faceva mai un passo di troppo per sbilanciarsi e ammettere qualcosa che a tutti era evidente.
I: Andrew bene la presa, sembra che tu stia tirando su un sacco di patate.
A: si mi scusi.
I: ripetiamo dall'inizio.
Sbuffai, oggi era più pesante del solito.
Lo chiamavamo Ivan il terribile.
Presi per bene lo slancio e mi lancia per essere presa da Andrew, perse l'equilibrio e ci ritrovammo a terra, la mia caviglia era incastrata sotto di lui, urlai dal dolore.
I: Andrew spostati.
Ivan si fiondó su di me, la sua preoccupazione era evidente, e il dolore che sentivo era sempre maggiore.
I: chiamate un ambulanza.
In poco tempo mi ritrovai in ospedale, in una sala visita.
C'erano medici che mi visitavano, per fortuna il dolore era diminuito grazie agli antidolorifici.
Doc: signorina Cullen dobbiamo operarla.
Amy: cosa??? No c'è la prima del balletto, io sono la prima ballerina, non posso mancare.
Doc: lei ha una frattura scomposta della tibia, non può ballare.
Urlai ma non per il dolore, ma dalla rabbia, lo sapevo benissimo che Andrew non c'entrava nulla, ma avrei voluto picchiarlo, come poteva sbagliare una presa così semplice, che sapeva eseguire ad occhi chiusi?
Amy: e poi?
Doc: e poi tanta fisioterapia e vedremo come recupererà. Non le nascondo il fatto che potrebbe non tornare più a ballare, la frattura è veramente brutta e ha interessato anche la zona del perone e non è escluso che anche l'articolazione del ginocchio ne abbia risentito.
Amy: perfetto, rischio che la mia carriera sia finita a 26 anni.
Doc: magari no, con una buona riabilitazione e un ottima fisioterapia potrebbe tornare come prima. Se vuole le consiglio qualche ottimo specialista.
Lo ringraziai, non avrei mai chiesto a mia mamma, anche se quello poteva essere un ottimo banco di prova per lei e per vedere quanto ci tenesse a me.
Dopo poche ore ero in reparto, la mattina dopo mi avrebbero operato, odiavo le operazioni e non c'era nessuno li a tranquillizzarmi.
Fissavo il soffitto della stanza quando il mio telefono vibró.

Messaggio da mamma:

-ti posso chiamare tra un ora?
-no, non posso...
-quando posso chiamarti?
-appena avrò tempo... Tanto il tuo bambino è lì con te...
-tu sei mia figlia, ho fatto tutto per te.
-ultimamente fai tutto per lui. Ora devo andare.

Entrò il chirurgo e mi disse cosa sarebbero andati a fare il giorno dopo.
Poi mi chiese se ci fosse qualcuno con me in casa, avevo bisogno di aiuto per evitare incidenti domestici.
Gli dissi che non c'erano problemi, al massimo avrei chiesto a qualche mio amico, Andrew era troppo impegnato e non avevo nessuna intenzione di chiederlo a mia madre.
Il giorno dopo arrivò e con esso anche l'operazione, andò bene e al mio risveglio trovai Andrew con dei fiori.
A: ehi tesoro, come va?
Amy: spera per te che possa tornare a ballare.
A: scusa, io ho perso l'equilibrio, non so cosa mi era preso.
Gli sorrisi per tranquillizzarlo.
Amy: tranquillo lo so che non è colpa tua, se fossimo caduti decentemente sarebbe stata solo una storta o una botta.
A: già, comunque io ti aspetto.
Amy: nel frattempo chi mi sostituisce?
A: Lucy.
Amy: ottimo, lei è brava. Mi raccomando non farla cadere.
A: tranquilla.
Mi diede un bacio sulla fronte e poi mi lasciò sola in stanza.

il diario degli errori Where stories live. Discover now