FANTASY [TRADUZIONE]

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Quando la pergamena appare sulla sua scrivania il lunedì mattina, la reazione iniziale di Hermione fu il panico.

Non perché non fosse preparata per la riunione, ma perché l'unica persona che stava cercando di evitare sarebbe stata lì e questa volta non aveva scampo. Non poteva fingere un mal di stomaco, o i crampi e l'emicrania. Inoltre, non presentarsi a una riunione ufficiale dello staff del DMLE semplicemente non era da lei.

Se fosse successo solo una volta avrebbe potuto facilmente attribuire i suoi pensieri e le sue azioni, poco pure, a qualcosa come il troppo vino, la mancanza di sonno, o anche il troppo lavoro.

Era così che aveva preso il primo sogno.

Si era svegliata sul divano, la mano sul davanti del pigiama, il suo nome sulle labbra. Il suo primo pensiero era stato "non lui", seguito dalla realizzazione che era stato solo il vino e i pettegolezzi di prima dei colleghi a cena. Ma due giorni dopo era successo di nuovo. Quella volta perché era stanca, forse aveva anche una leggera febbre, e lui era l'ultima persona con cui aveva parlato. La terza volta era stato a causa dello stress per un grosso rapporto a cui stava lavorando per la sua squadra.

Ogni volta dopo quella, però, non riusciva a pensare a una ragione del perché stesse succedendo e, dopo tre mesi consecutivi, Hermione si rese finalmente conto che forse stava facendo quei sogni perché, semplicemente, era attratta da lui.

Il che di per sé era molto ragionevole. Era diventato più affascinante, ed anche se era ancora un po' sgarbato, era cambiato. Non c'è niente di male in una piccola cotta da ufficio, dopo tutto. Tutti le avevano. Solo perché era la Golden Girl non significava che non avesse desideri come tutti, ed era perfettamente normale desiderare qualcuno. Ma tre mesi di desiderio erano diventati un anno e i sogni si erano trasformati in fantasie al lavoro. E le fantasie al lavoro si erano trasformate in azioni molto reali quando era da sola a casa, e ed era stato allora che aveva capito che l'unica soluzione logica era evitare Draco Lucius Malfoy a tutti i costi.

Se lo avesse fatto, forse la sua mente avrebbe cominciato a desiderare qualcun altro.

Solo che evitarlo era più facile a dirsi che a farsi, dato lavoravano insieme. Lui era amico dei suoi amici, e ora che aveva deciso di non vederlo, lo vedeva ovunque. Dietro ogni angolo, dietro ogni porta, in ogni buco, libreria o caffetteria.

Evitare Malfoy era passato dall'essere un evento raro, quando la sua mano si muoveva all'impazzata, ad essere un evento quotidiano. Fottuto Murphy e le sue stupide leggi del cazzo.

Sospirando, Hermione prese i fascicoli per la riunione, dirigendosi verso il corridoio e l'ascensore vuoto. Forse si sarebbe bloccato e sarebbe stata costretta a perdere la riunione. Forse sarebbe scesa al piano sbagliato e si sarebbe persa da qualche parte nei meandri del Ministero. Forse qualcuno avrebbe preso fuoco e lei l'avrebbe visto per caso, ed essendo la donna di carattere che è, avrebbe lasciato tutto per aiutarlo. E mentre quella povera anima veniva portata di corsa al St. Mungo, avrebbe allungato la mano e afferrato le sue vesti con le lacrime agli occhi, implorando che la sua salvatrice andasse con lui, e come avrebbe fatto a dire di no?

Le porte si aprirono con un ding e Hermione si diresse lentamente verso il corridoio. Mentre si avvicinava per spingere la porta, si fermò. Naturalmente, lui era in anticipo. Il cazzone Purosangue puntuale.

Guardandosi alle spalle, Hermione pregò silenziosamente che qualcuno passasse in fiamme. I corridoi rimasero vuoti.

Raddrizzando le spalle spinse finalmente la porta e, senza degnarlo di uno sguardo, entrò. Fece il giro del tavolo per prendere il posto non ufficiale che le era stato assegnato di fronte a lui, lasciò cadere i suoi fascicoli sul tavolo e si sedette sulla sedia con uno sbuffo quasi altezzoso.

FANTASY [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now