Capitolo 4.

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"Amore, tutto okay?" mi chiese Tyler che in quel momento aveva la mano sulla mia gamba.

"Si, perché me lo chiedi?"

"Non lo so, ti vedo... strana, qualcosa non va?"

In realtà non sapevo cosa non andasse, non sapevo perché, ad una festa del college, io mi sentissi improvvisamente così: vuota, persa, silenziosa.

"No, tutto apposto. Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?"

"No, grazie" disse sorridendomi.

Mi alzai dal divanetto in pelle bianca e mi avvicinai al bancone della stanza. Ogni volta che organizzavano feste durante la settimana, lo facevano a casa di qualcuno; solamente il fine settimana si prendevano il lusso di organizzare qualcosa in qualche locale. Mi avvicinai al ripiano in marmo e versai un po' di burbon nel bicchierino di vetro.

Mi sentivo di impazzire. La testa mi scoppiava tantissimo, vedevo tutto girare, così poggiai le mani sul ripiano ed abbassai la testa.

"Dio" imprecai strizzando gli occhi.

Presi la bottiglia di burbon ed uscii fuori. La puzza di alcool, fumo e sudore impressa in quella stanza stava diventando disgustosa. Mi sedetti il più lontano possibile e mi accesi una sigaretta, mentre finivo la bottiglia di quella roba che, speravo mi facesse smettere di pensare a non so neanche io cosa.

"Lo pensi ancora?"

Una voce mi fece gelare il sangue nelle vene: non mi veniva posta quella domanda da un'eternità. Ma poi, perché avevo pensato subito a lui? Non poteva trattarsi di qualcun altro? Non poteva trattarsi di... mio fratello? Non sapevo più nulla, ma speravo vivamente che si trattasse solamente di un momento di debolezza.

"Chi?" chiesi girandomi a guardare da chi provenisse quella domanda.

"Dai... sai a chi mi riferisco."

"No, Niall. Non lo so."

Non parlò, semplicemente si prese la bottiglia di alcool dalle miei mani ed iniziò a bere.

"Ho rotto con Loren, sai?"

Sbiancai a quell'affermazione. Io ero la sua migliore amica e non sapevo nulla.

"Da quanto, Niall?"

"Una settimana, circa" disse prendendo una Camel dal pacchetto di sigarette.

"Perché non me ne hai parlato?"

"Sei una psicologa, Summer. Dovresti sapere perché non ne ho parlato con nessuno."

Non risposi. Infondo aveva ragione, ma diamine ero la sua migliore amica, chi meglio di me poteva capirlo?

"Niall. Sono la tua migliore amica."

"Scusa" disse abbassando la testa. "E comunque non hai risposto alla mia domanda."

"No, non mi manca. Ho smesso con queste stronzate adolescenziali."

"Non sono stronzate adolescenziali, Summer. Vi stavate per sposare."

Un senso di rabbia si impossessò di me. Strinsi i pugni ed urlai, per liberarmi da quel peso che si era creato dentro in quel momento.

"E' un figlio di puttana, non ne voglio sapere più niente!"

La testa mi girava sempre più forte, mi sentivo morire.

"Niall... non credo di sentirmi tanto bene..."

Poggiò una mano sulla mia fronte che tirò indietro subito dopo.

"Cazzo, Summer. Scotti tantissimo!" disse prendendomi poi in braccio.

"Portami a casa..." stavo per perdere i sensi.

La testa mi girava un casino, non mi sentivo più le gambe. Dopo quel momento non ricordai più niente: probabilmente svenni per la febbre troppo alta.

-

Un odore rivoltante di medicinali, una luce bianchissima che filtrava in quella stanza di non so che cosa, tante voci che si mischiavano tra di loro troppo rumorosamente per i miei gusti.

"Si è svegliata!"

Quella fu l'unica frase che riuscii a capire in tutto quel casino che stava rimbombando nella mia testa, ma non riuscivo a riconoscere quella voce. Aprii lentamente gli occhi facendo una smorfia disgustata: ero in un fottutissimo ospedale, di nuovo.

"Che ci faccio qui?"

Mi lamentavo, non volevo stare li. Quello era il mio inferno.

"Sei svenuta, tesoro. La febbre ti è salita tantissimo e non hai neanche retto un bicchiere di alcool... o forse di più."

"Dai, Harry..." dissi lamentandomi. "Non farmi la ramanzina anche quando sono in ospedale" conclusi facendo una faccia che probabilmente era da prendere a schiaffi.

Mi diede un bacio sulla fronte e si sedette accanto a me.

"Che ore sono?"

"Le 18:00"

"E che ci fai ancora qui?"

"Hey, sono qui per te!"

Iniziai a ridere e lo abbracciai forte.

"Mi sei mancato, Harry. Davvero tanto."

"Anche tu, Summer."

"Scusate... posso?"

L'infermiera c'interruppe entrando con una cartella clinica tra le mani, quando improvvisamente un flashback prese il sopravvento nella mia testa: era lei.

FLASHBACK

No, non poteva essere, no. Quelle parole continuarono a rimbombare nella mia testa.

"E' finita, tornate a casa."

Non riuscii a dire una parola, zero. Rimasi immobile a fissare il vuoto, come se non ci fosse un domani.

"S-Summer.." disse Niall.

Piangeva. Lui, Harry, Louis... tutti piangevano, anche la nuova fidanzata di Liam. Io no: rimasi impassibile a quelle parole. Improvvisamente il mondo mi crollò addosso, improvvisamente tutta la  vita mi passò davanti in una frazione di secondo, improvvisamente qualcosa traforò il mio petto: il mio cuore era in mille pezzi. Era finita, la sua e la mia vita.

Tutti piangevano, io no. Ad un tratto la porta della stanza di Zayn si aprì facendo uscire una giovane dottoressa.

"Ragazzi... mi dispiace. Tornate a casa, non c'è motivo per restare. Tra qualche minuto sarà tutto finito."

Come? Tra qualche minuto? Per me era già tutto finito, anche la mia vita era finita. M'inginocchiai per terra continuando a fissare il vuoto. Non piangevo, nessuna lacrima solcava il mio viso.

"Summer..."

Harry richiamò la mia attenzione. Girai il viso verso di lui e lo vidi... a pezzi. Aveva gli occhi rossi e gonfi, pieni di lacrime. Piangeva, mille lacrime bagnavano il suo viso.

"Andiamo..."

FINE FLASHBACK

"Oh mio Dio..." dissi al alta voce, attirando l'attenzione di Harry.

"Che succede?"

"Harry, quella è la dottoressa che... beh, quando Zayn era in ospedale..."

"...uhm"

Non una parola uscì dalla bocca di quel ragazzo. Non c'era nulla da dire, infondo. In quel momento volevo solamente uscire da quel posto micidiale ed andare da Tyler. Volevo solamente andare dal mio ragazzo ed affondare tra le sue braccia. Mi mancava ed io lo avevo trascurato per una stronzata.

"Signorina Roberts... alle 20:00 può uscire di qui" mi disse la dottoressa sfogliando alcune cartelle cliniche.

"Okay..." dissi non riuscendola comunque a guardare negl'occhi.

Così presi il telefono ed inviai un messaggio a Tyler.

"Alle 20:00 esco da qui: film, coperta e pizza?"

Summer 2 ||Zayn Malik||Donde viven las historias. Descúbrelo ahora