Capitolo I

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ANTEPRIMA NON EDITATA

Capitolo I

L'Elpis

Allo scoccare della mezzanotte, come fosse una stella cometa, vidi una scia argentea di un bagliore, innaturale, magico, solcare le tenebre fino ad avvolgere la Luna stessa. Oramai ho questa magica visione notturna da molto tempo, da quando avevo dieci anni per la precisione.

Dalla morte dei miei genitori, quella scia compare ogni notte solo per pochi secondi scomparendo via via in un meraviglioso turbinio di scintille argentate.

Pensavo fosse solo una coincidenza, che accadesse una cosa del genere solo dopo la morte dei miei cari o, persino, che fosse in qualche modo frutto del mio inconscio. Pensavo davvero, persino, che fosse solo una stella cometa, ma mancava oramai poco al compimento dei miei venticinque anni... e sento come di non poter credere più alle coincidenze.

Una delle cose che la rendeva ancor più strana, era il fatto che la vedessi solo io. Provai in varie occasioni a farla vedere ad altri, ma l'unico risultato ottenuto è stato quello di essere considerata "fuori di testa". Tutto questo solo per quella strana scia... chissà cosa penserebbe o direbbe la gente se sapesse invece che io stessa sono ancor più strana di quella semplice e misteriosa visione.

Mia madre, una volta ricordo che mi disse « Mia piccola Alexz, i tuoi meravigliosi occhi azzurri illuminano il mio cuore, seguilo sempre lungo il tuo cammino nel mondo, perché tu sarai l'unico faro di speranza rimasto. Intuito, tenacia, coraggio, giustizia e amore, usa queste qualità e vivrai esperienze uniche. Dovrai saper affrontare tutto quello che verrà senza avere dubbi, è così che noi viviamo.».

Certo, a ben pensarci, vedendo le cose da una prospettiva di pura normalità... quelle frasi sembrano così assurde dette ad una ragazzina di nemmeno dieci anni. Tuttavia, la parola normale non ha mai fatto parte della mia natura o della mia famiglia, forse è stato questo il problema maggiore, il crescere con una realtà che non era affatto normale, il non potersi confrontare. Tutt'oggi, sinceramente, non so ancora quale delle due realtà io preferisca.

Le sue parole mi risuonano ancora e quando quella scia si palesa nella notte, mi sembra quasi di sentirla vicino a me, di percepire il suo calore... così, solo per pochi secondi, ogni singola notte, lei è li con me. Devo ammettere comunque, che è quasi una consolazione, dopotutto non è facile stare soli, non poterne parlare con qualcuno... è straziante tenersi tutto dentro, fare finta di niente giorno dopo giorno. Quasi fa paura, man mano che vai avanti diventa tutto uguale, i giorni che passano diventano come un disco rotto che rimanda lo stesso suono o come vivere in un continuo dejà vu'. Dovrei essere la protagonista della mia vita, ma è diventata una commedia di teatro senza inizio ne fine.

Vivo con Julie e con la sua famiglia sin dalla morte dei miei genitori. Lei è la mia migliore amica, è come una sorella ormai.

Mi dice tutto, si confida, chiede giudizi e pareri, e di me invece è come se non sapesse nulla. La cosa più triste in tutto questo è proprio non poterle dire niente, nemmeno a lei che si prende così tanto cura di me, tutti i giorni da allora. Le uniche persone che potevano aiutarmi a capire e ad imparare erano mia madre e mio padre... ma loro non c'erano più. Mi hanno cresciuta, allenata e fatta studiare fin dall'età di quattro anni; a sette anni andavo già a caccia di notte con mio padre e sapevo cosa voleva dire sacrificarsi per uno scopo più elevato e avere delle responsabilità sulle spalle.

Mio padre mi insegnava tutto quello che sapeva sulla lotta, corpo a corpo e non. Sul controllo del mio corpo e del mio potenziale. Da lui ho appreso varie tecniche e pochi giorni prima della sua morte, sono riuscita persino a batterlo, superando così il mio stesso maestro. Da lui ho imparato a vincere, a cadere e rialzarmi, a combattere per tutto ciò che è giusto, ho imparato ad essere la giustizia.

The Power of Hope - FlameWhere stories live. Discover now