Lacrime.

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- Ed è più di quanto abbia mai avuto- sussurrò Dylan. A cosa si sarà voluto riferire? Avrei tanto voluto chiedergli di suo padre, ma avevo paura che potesse interrompere quel…qualcosa che si era creato.

Dio, quanto odiavo quel qualcosa.

Una leggera brezza sia alzò e iniziai ad avere freddo dato che ero uscita solo con la maglia a maniche corte. Non avevo pensato a prendere qualcosa per coprirmi perché avevo paura che se avessi aspettato ancora del tempo avrei cambiato idea. Dylan si accorse della mia pelle d’oca e fece per togliersi la sua felpa blu per darmela, ma lo blocca con una mano.

- se ti azzardi a darmi quella tua felpa, giuro che mi alzo all’istante e me ne vado- lo avvertii io.

- Wow è così orribile?- disse stupito dalla mia reazione.

- Non è quello, è che è la solita, banale scena del film strappalacrime che le ragazze vedono dopo che sono state lasciate e cercano di consolarsi vedendo cose che statisticamente non accadranno mai e con una vaschetta di gelato, possibilmente accompagnata da una trentina di gatti. Bleah – esclamai tutto d’un fiato.

- quindi, se non ho capito bene… odi i film strappalacrime?-

- mai conosciuto un ragazzo perspicace come te!- dissi sarcastica.

- una delle mie tante qualità- si pavoneggiò per poi aggiungere – però dovresti comunque accettare la felpa,stai tremando- mi fece notare.

Pensai alla sua offerta, effettivamente stavo iniziando a avere davvero freddo, così alla fine accettai – Ma la metto da sola! – puntualizzai.

- Okay! E ora che la fase uno è completata, passiamo alla fase 2 – mi informò con un sorrisino beffardo sul suo bel volto, cioè… rise.

- quale sarebbe al fase due?- domandai un po’ preoccupata, anche se cercai di non farlo notare. lui si avvicinò a me e sussurrò – Sai, ne ho visti due o tre anche io di quei film e dopo lo scambio di vesti – disse indicando la felpa – c’è sempre il grande bacio-

Lo scostai da me con un debole schiaffo sul braccio. – hai davvero ammesso che hai visto film per ragazze dal cuore spezzato?- gli feci notare

- Può darsi – borbottò lui, avvampando. E quando diventò rosso, provai una sensazione di soddisfazione incredibile. – Cioè il ragazzo che ha una macchina da milionari, viene in spiaggia con alcool e probabilmente altro e è accerchiato da bionde spilungone, guarda film strappalacrime?- chiesi facendo finta di essere ancora più scioccata.

- Può darsi – ripeté lui e avvampò ancora di più. Questa volta toccò a me appoggiargli una mano sulla guancia color ciliegia e dissi – Uh, scotti –

- Fa caldo, molto caldo- disse ripetendo le mie parole. – Dai ti facevo più originali di così – lo stuzzicai, ma lui non fu provocato dalle mie parole. Si estese un silenzio tra di noi, ma non era un silenzio imbarazzante, tuttaltro. Mi sentivo a mio agio. Ripensai a tutta la nostra conversazione e mi resi conto che c’era una parte che non aveva avuto una risposta da parte mia.

- Tu non mi bacerai stasera- lo informai. -  cosa è, un ordine o una richiesta?- domandò sorpreso, forse non si aspettava che tirassi fuori di nuovo l’argomento.

- No, è un consiglio. Baciarmi ora ridurrebbe in fumo tutti i tuoi divertenti sforzi di distinguerti ai miei occhi. Ti renderebbe banale – gli spiegai.

Lui si avvicinò al mio orecchio e sussurrò – E se volessi essere banale?-

- Ti ritroveresti con meno gioielli di famiglia di quando ti sei seduto qui- non aspettavo altro che quella domanda per pronunciare quelle parole.

- Mi piaci quando cerchi di essere aggressiva per distinguerti ai miei occhi – mi disse Dylan sempre troppo vicino a me, così vicino che a ogni parole sentii le sue labbra sul mio orecchio. Ebbi un brivido, e non ero sicura fosse per il freddo.

“Non stai sentendo niente” mi ripetevo. “Tu non stai provando niente.”

- io ti ho avvertito- gli ricordai. -  anche io- ribatté dolcemente lui.

-forse è meglio andare- dissi.

- Altrimenti la nonna si arrabbia?- chiese provocatorio.

- Altrimenti il ragazzo potrebbe pentirsene- lo corressi e mi alzai dalla panchina.

Lui non si oppose, ma disse soltanto – Ti posso accompagnare fino a casa? –

- ma certo- dissi senza pensarci un attimo. In fondo era stata una bella serata. Bella… discreta.

- sai, domani c’è una festa in spiaggia, vicino alla Baia. Mi piacerebbe tanto che tu ci venissi. I - insomma con me- mi chiese. Era imbarazzato? Non era possibile.

- No- dissi decisa. Eravamo arrivati a casa mia.

-Che c’è, paura di cedere al mio fascino dopo un paio di bicchieri?- tentò di provocarmi come aveva fatto per convincermi ad andare in spiaggia. Ma questa volta non avrei ceduto.

- Tu non capisci. Io non ci vengo là- ribadii e mi voltai verso la porta di casa mia. Lui mi afferrò un braccio facendomi voltare.

- E dai Alex, lasciati andare un po’- disse.

Puntai un dito, arrabbiata come non mai, verso il suo nasino e dissi quasi come uno sputo- Non chiamarmi Alex! Non ti azzardare a farlo mai più! E cazzo, ho detto di no! È la prima volta che te lo senti dire da una ragazza? Beh ecco qua, NO. Voglio solo passare due settimane in pace, non certo in compagnia di un ragazzo che non sa sentirsi dire di no!- gridai e mi voltai aprendo il portone e questa volta non mi fermò.

Prima di sbattermi il portone alle spalle mi accorsi di avere ancora la sua felpa addosso, così me la tolsi con foga e gliela tirai addosso.

Chiusi con forza la porta alle mie spalle.

Ci appoggiai le spalle contro e scivolai per terra.

E fu allora che arrivarono le lacrime.

SPAZIO AUTRICE:

HEY! intanto vorrei ringraziarvi per essere arrivati fino qua a leggere!! 

Vorrei ringraziare tanto SUNZAYNIE per avermi aiutato a scrivere questo. 

Se ci sono errori ditelo e io correggerò al più presto.

Godetevi il capitolo. Baci!!

- Madison

I saw a shooting star and I thought of you- Dylan O'brien-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora